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La Biennale di Sharjah, novità e prospettive culturali nell’Emirato. Intervista a Sheikha Hoor

Sheikha Noor - Photo by Nato Welton Sheikha Noor - Photo by Nato Welton
Al Mureijah Square, 2017. (Aerial view). Image courtesy of Sharjah Art Foundation
Al Mureijah Square, 2017. (Aerial view). Image courtesy of Sharjah Art Foundation

Sharjah Art Foundation è l’istituzione dell’Emirato preposta allo sviluppo e alla promozione dell’arte del e nell’Emirato. Qui fa capo anche la Biennale. Abbiamo intervistato Sua Altezza Sheikha Hoor, Presidentessa di SAF, che ci ha parlato del suo modus operandi e delle prospettive del progetto.

L’edizione numero 12 ha avuto una forte impronta politica, e anche la successiva ha comunque toccato questioni legate allo sviluppo dell’area mediorientale. Adesso, nel 2018, un’altra tematica politica. Si può affermare che la Biennale vuole essere un laboratorio di proposte per il futuro, e voglia far sentire la voce dell’arte anche al di fuori del campo strettamente estetico?

Con ogni edizione della Biennale ci sforziamo di creare una piattaforma per interessare sia le voci emergenti sia quelle già consolidate della comunità artistica internazionale, allo scopo di riunirle ed esplorare le questioni più pressanti della contemporaneità – oltre l’arte – dai loro molteplici di punti di vista; il 2019 non fa eccezione. Costruendo il successo delle precedenti Biennali, quest’anno siamo entusiasti di lavorare con un gruppo di tre straordinari curatori – Zoe Butt, Omar Kholeif e Claire Tancons – ognuno con il suo punto di vista e il suo bagaglio di esperienze sul tema dell’affrancamento dalla cosiddetta “Echo Chamber”.

Sheikha Noor - Photo by Nato Welton
Sheikha Noor – Photo by Nato Welton

La Biennale del 2017 ha visto una molteplicità di progetti anche al di fuori dell’Emirato: Dakar, Ramallah, Istanbul e Beirut. Proseguiranno anche nel 2019, queste collaborazioni internazionali?

L’edizione 2019 della Biennale di Sharjah si svolgerà esclusivamente negli Emirati Arabi Uniti, distribuiti in gran parte attraverso numerosi spazi di gallerie contemporanee e strutture storiche, situate sia nella zona interna che sulla costa orientale dell’Emirato.

Per il prossimo futuro, state vagliando la possibilità di collaborazioni stabili con importanti istituzioni culturali di altri Paesi? O preferite mantenere un profilo regionale, in modo da poter meglio seguire la scena mediorientale direttamente “sul campo”?

La prospettiva e lo scopo della Sharjah Art Foundation sono locali, regionali e internazionali. Lavoriamo a livello locale e regionale e supportiamo l’arte della regione, mentre la nostra programmazione è in dialogo con la comunità artistica internazionale. SAF già collabora e collabora da tempo con istituzioni di tutto il mondo, tutto l’anno. Ad esempio, abbiamo recentemente organizzato mostre ed eventi in collaborazione con Haus der Kunst a Monaco, IMMA a Dublino, Castello di Rivoli a Torino e Jeu de Paume a Parigi, nonché con istituzioni limitrofe e regionali come il Museo d’Arte di Sharjah, Darat Al Funun ad Amman, Townhouse al Cairo e Riwaq a Ramallah.

Al Mureijah Square, 2017. (Aerial view). Courtesy of Sharjah Art Foundation
Al Mureijah Square, 2017. (Aerial view). Courtesy of Sharjah Art Foundation

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