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Della morte e del morire. Un anno di arte alla Tenuta dello Scompiglio

Alejandro Gómez de Tuddo, Columbarium, foto di Alice Mollica, courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio Alejandro Gómez de Tuddo, Columbarium, foto di Alice Mollica, courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio
Alejandro Gómez de Tuddo, Columbarium, foto di Alice Mollica, courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio
Alejandro Gómez de Tuddo, Columbarium, foto di Alice Mollica, courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio

Il primo step dell’ampio progetto lanciato dal centro d’arte di Vorno, nel lucchese, raccontato ad ArtsLife dalla direttrice artistica Cecilia Bertoni e dal co-direttore per le Arti Visive dello Scompiglio Angel Moya Garcia

La morte è la cosa più banale che ci possa succedere, è l’unica quando nasciamo che è sicura. Quello che farai nella vita non si sa, ma il morire è una certezza”. Con queste parole la direttrice artistica Cecilia Bertoni introduce con ArtsLife la programmazione tematica proposta dall’Associazione Culturale Dello Scompiglio, negli spazi della omonima tenuta di Vorno (Lucca), per il periodo che va da settembre 2018 a dicembre 2019. Della morte e del morire: questo il leit motiv di un fitto cartellone di mostre, performance, concerti, workshop, residenze, incontri e discussioni di carattere scientifico e attività per bambini, incentrati sull’individualità in relazione alla morte. “Allo stesso tempo la morte è un oggetto poetico e misterioso: se uno va in un museo, molte delle opere che vede contengono la morte. Per questo motivo abbiamo voluto affrontare questo tema, nella sua poesia e nelle sue incognite: ognuno di noi ha un’esperienza o una visione completamente soggettiva di questo momento”.

Christian Fogarolli, Krajany, courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio
Christian Fogarolli, Krajany, courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio

La rassegna si incentra sui progetti vincitori del Bando internazionale rivolto ad artisti in ogni declinazione delle arti, affiancati nel lungo periodo dalle creazioni e dalle produzioni della Compagnia Dello Scompiglio. “Noi abbiamo lanciato un bando, che ha avuto un’ottima risposta, con oltre cinquecento proposte”, precisa Bertoni. “Quindi quasi tutta la nostra programmazione per questo anno viene da questa selezione. Nel bando avevamo suggerito di affrontare gli aspetti politico-sociali della morte: dall’eutanasia all’aborto, dal suicidio alle vittime innocenti dei diversi conflitti. Ed è su questo che si incentra il nostro programma: in particolare, specie negli eventi inaugurali, la commemorazione dei morti, gli aspetti funerari, rituali e celebrativi della morte, e l’abbandono, per certi versi. E poi l’aspetto più filosofico ed esoterico: cosa c’è dopo la morte, quello che si crede ci sia dopo la morte…”.

Christian Fogarolli, Krajany, courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio
Christian Fogarolli, Krajany, courtesy l’artista e Associazione Culturale Dello Scompiglio

La prima parte della rassegna, che si conclude domenica 23 dicembre, ha previsto tre installazioni, quattro concerti, la presentazione di performance e degli esiti delle residenze creative realizzate da alcune compagnie vincitrici del Bando, due cicli di incontri sulla dimensione celebrativa e ideologica della morte, quattro spettacoli di teatro ragazzi. “Queste tre mostre nascono dal bando che abbiamo appositamente lanciato”, ci dice Angel Moya Garcia, co-direttore per le Arti Visive allo Scompiglio. “Quello che mi interessava era il dialogo che si è creato fra gli artisti, nonostante non fosse ricercato. Da una parte abbiamo una sorta di memoriale, quello di Alejandro Gómez de Tuddo, che ha visitato qualcosa come settecento cimiteri in tutto il mondo, ricavandone un archivio fotografico e audio che poi ha assemblato per creare la sua mostra: il primo step è stato allestito a Città del Messico, e in questa occasione lui ha riadattato il progetto espositivo mettendolo in linea con il nostro tema ‘Della morte e del morire’”.

Gli Impresari, Il lanternista, Performance, foto di Daniele Alef Grillo, courtesy gli artisti e Associazione Culturale Dello Scompiglio
Gli Impresari, Il lanternista, Performance, foto di Daniele Alef Grillo, courtesy gli artisti e Associazione Culturale Dello Scompiglio

Moya Garcia passa poi agli altri due progetti espositivi: “Quello di Christian Fogarolli è invece un approccio più archeologico: lui a Praga ha scoperto che diversi trentini erano stati sotterrati proprio nel cimitero di fronte al manicomio dove stava partecipando a una residenza, e da questo è nato il suo percorso sulla memoria, però vincolato ad una disposizione archivistica, per certi versi di archeologia della morte. L’idea interessante degli Impresari era quella di partire da un affresco conservato a Palazzo Abatellis a Palermo, ‘Il trionfo della morte’, per arrivare all’invito esteso a una quarantina di artisti a rapportarsi con quest’opera, inviando un disegno, una fotografia, un’immagine a questo ispirata. Oggetti che poi loro hanno poi veicolati attraverso questo elemento che è la Lanterna Magica per creare una narrazione in cui però il ruolo dell’affabulatore della tradizione viene sostituito da un musicista”.

www.delloscompiglio.org

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