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Mondi onirici e amanti volanti. Marc Chagall in mostra ad Asti. IMMAGINI

Il gallo viola, 1966-72. Chagall. Colore e magia | Foto: ArtsLife Il gallo viola, 1966-72. Chagall. Colore e magia | Foto: ArtsLife
Il gallo viola, 1966-72. Chagall. Colore e magia | Foto: ArtsLife
Il gallo viola, 1966-72. Chagall. Colore e magia | Foto: ArtsLife

L’arte di Chagall protagonista dell’autunno italiano. In contemporanea con la mostra di Mantova, il visionario mondo di Marc Chagall approda ad Asti -a Palazzo Mazzetti- con la mostra “Chagall. Colore e magia“, visitabile fino al 3 febbraio 2019.

In 150 opere -tra oli, acquerelli e moltissime acqueforti- la mostra, a cura di Dolores Durán Úcae, si propone di offrire uno sguardo sulla grandissima produzione dell’artista, presentata cronologicamente e divisa per tematiche. Provenienti da alcune collezioni private, alcune delle opere in mostra sono state di rado esposte al pubblico in precedenza.

Chagall fu uno degli artisti più longevi di tutto il Novecento, -visse infatti dal 1887 al 1985- e, nonostante ebbe modo di conoscere a Parigi tutte le avanguardie -cubismo, fauvismo, orfismo-, mantenne sempre uno stile personale, che lo caratterizza in modo univoco e “inclassificabile” ancora oggi.

Chagall. Colore e magia allestimento | Foto: ArtsLife

>> Tra personaggi volanti, scene immaginarie, fiabe, religione e guerra: quello del pittore russo è un mondo poetico e sognante, che mescola un innato senso del colore con tematiche non comuni e molte reminiscenze dell’infanzia, trascorsa nella città natale di Vitebsk, villaggio della Russia quasi essenzialmente popolato da ebrei. Nell’opera di Chagall sono chiari i riferimenti alle due culture a cui il pittore appartiene dalla nascita, quella Russa e quella Ebrea, e a quella “acquisita” in Europa e in America più tardi. La misticità quasi religiosa delle sue opere e i forti rimandi alle immagini popolari e sacre russe si fondono infatti con le citazioni dei grandi pittori della tradizione occidentale, da Rembrant ai coevi rappresentanti delle avanguardie.

La mostra, che si estende nelle sale di un palazzo settecentesco recentemente restaurato, comprende diverse sezioni tematiche. Si parte dall’infanzia del pittore: in mostra è esposta Villaggio Russo, una tela del 1929 che ritrae la cittadina natale, nel cui cielo si alza una slitta trainata da un cavallo. Ritratta in moltissime sue opere -spesso semplicemente con alcuni riferimenti, come le torri  cattedrale- Vitebsk sarà un elemento molto ricorrente anche nelle tele più tarde, a dimostrazione del profondo legame del pittore con le sue origini.

Marc Chagall Russian village, 1929 Oil on canvas, 73x92 cm Private Collection, Swiss © Chagall®, by SIAE 2018
Marc Chagall, Russian village, 1929 Oil on canvas, 73×92 cm Private Collection, Swiss © Chagall®, by SIAE 2018

Nella sezione dedicata a sogni, fiabe e credenze presenta invece una serie di acqueforti che furono commissionate nel 1927 a Chagall  dall’editore Ambroise Vollard, per illustrare le Favole di La Fontaine, scrittore francese tra i più conosciuti del Seicento nel suo genere. Nell’illustrare favole dell’immaginario occidentale, il pittore si rifà alla tradizione russa e ai lubki, stampe popolari per i ceti meno abbienti che erano sempre accompagnate da piccole descrizioni. Il secondo progetto che vede collaborare, più tardi, tra il 1931 e il 1939, Chagall e Vollard fu l’illustrazione di alcuni episodi biblici: le Sacre Scritture rappresentarono per l’artista una fonte di ispirazione costante e, oltre alle incisioni, egli produsse anche due gouache colorate, tra cui quella su Davide e Golia del 1981, anch’essa in mostra.

Davide e Golia, 1981. Chagall. Colore e magia | Foto: ArtsLife
Davide e Golia, 1981. Chagall. Colore e magia | Foto: ArtsLife

Ad una serie di dipinti dedicati ai fiori e alla natura seguono quelli dedicati all’amore, un sentimento -quello provato dal pittore per la moglie Bella- che nelle tele di Chagall sembra “sfidare la forza di gravità”. Nelle scene ricorrono sempre gli amanti, che si baciano dolcemente all’ombra di un mazzo di fiori come ne Il sogno o che si accarezzano al chiaro di luna come in Gli innamorati con l’asino blu. Nella tela Il gallo viola (1966-72) compaiono, insieme alla coppia, una serie di figure appartenenti al mondo del circo, che Chagall conosceva bene, e al quale accosta l’immagine di un gallo, nella tradizione simbolo del sole e del fuoco.

Marc Chagall Le Coq Violet, 1966-72 Oil, gouache and ink on canvas, 89,3x78,3 cm Private Collection, Swiss © Chagall®, by SIAE 2018
Marc Chagall Le Coq Violet, 1966-72 Oil, gouache and ink on canvas, 89,3×78,3 cm Private Collection, Swiss © Chagall®, by SIAE 2018

Un bel giorno (ma tutti i giorni sono belli), mentre mia madre con la pala stava infornando il pane, la afferrai per il gomito bianco di farina e le dissi: ‘Mamma, voglio fare il pittore’.

Marc Chagall

Chagall. Colore e magia allestimento | Foto: ArtsLife
Chagall. Colore e magia allestimento | Foto: ArtsLife

Informazioni utili

Chagall. Colore e magia

27 settembre 2018 – 3 febbraio 2019

Palazzo Mazzetti

Corso Vittorio Alfieri, 357 – Asti

Informazioni e prenotazioni: www.astichagall.it

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