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BLU TIGER di Afran al Pitti Uomo 90 a Firenze

BLU TIGER, un’installazione in jeans di 100cm x 200cm x 50cm, dell’artista camerunense AFRAN è stata presentata al Pitti Uomo da Ebano Gallery di Rabi Diop in collaborazione con la Compagnia del Denim (fino al 17 giugno 2016). Il concetto di BLU TIGER è di mettere in evidenza la potenza e l’egemonia del denim sugli altri tessili tradizionali.

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La Public Art –installazioni e performance- di Afran, rappresenta il linguaggio più coerente alla ricerca attorno alle problematiche identitarie nella contemporaneità. Il materiale che Afran utilizza, è tanto comune quanto inusuale per un’opera d’arte: il denim o il blue-jeans.
 Un tessuto, il denim, un capo, il jeans, colti nella loro pervasiva presenza e potenza metamorfica nel mondo globalizzato che li ha resi capaci di rappresentare le più diverse performance: dalla democratizzazione al glamour più sofisticato, in cui innovazione e artigianalità si coniugano insieme.

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Sono questi l’oggetto e la materia dell’artista Afran. Utilizzando un’estetica del montaggio e del frammento, tagliando i jeans, come se scavasse e incidesse nella carne delle cose, e privilegiando cinture, tasche, passanti, come se lì fosse presente qualcosa di misterioso, un potere, una “cosa incantata”, per ricavare il materiale utile a costruire le sue opere, Afran veste e traveste le sue opere con il jeans: unisce un pezzo di storia artistico-culturale dell’Africa con un simbolo Occidentale, non materiale inerte, ma uno che ha indossato le storie vissute dalla gente.

La vita e l’arte di Afran sono incarnazione e testimonianza della possibilità di aprirsi e di condividere senza perdere se stessi. Mutare continuamente e continuamente mettersi alla prova preservando la propria diversità. Diversità sinonimo di ricchezza. E non è un caso nemmeno il fatto che oggi Afran affianchi l’attività artistica con quella educativa, in un centro di accoglienza per ragazzi difficili ai quali insegna a comunicare e a esprimersi con i linguaggi dell’arte.

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La moda: la cosa che cambia.
 Tutti uguali eppure tutti diversi. Tutti diversi ma tutti uguali.
 Non credo che Afran, quando ha deciso di tagliare i Jeans per usarli come materiale per le sue opere, si sia basato in via prioritaria sulla storia del colore blu o sui percorsi delle stoffe. Le sue intenzioni le ha dichiarate. L’artista ha questa dote: coglie ciò che le cose tengono nascosto.
 Ha trovato nel blu, di cui tutti siamo vestiti, un assoluto cromatico, che viene da una pianta della sua terra; un tessuto nato per solcare i mari; un abito forgiato per chi andava a cercare fortuna. L’indumento che chiunque può (o deve) indossare.
 Sì, l’abito qui è proprio il monaco.

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Afran, Francis Nathan Abiamba, nasce a Bidjap, in Camerun nel 1987. Dopo aver frequentato l’Istituto di Formazione Artistica di Mbalmayo, si diploma in ceramica. Coltiva la pittura, sua grande passione, presso gli atelier dei più grandi pittori camerunesi e congolesi. Nel 2006 si apre all’arte contemporanea grazie a Salvatore Falci, professore di arti visive all’Accademia di Belle Arti di Carrara (Bg). Dopo numerosi concorsi ed esposizioni collettive, nel 2008 presenta la sua prima personale al Centro Culturale Spagnolo di Bata, in Guinea Equatoriale, terra nella quale si era recato alla ricerca delle sue radici. Questa mostra apre la porta a tutta una serie di esposizioni personali e collettive tra Guinea Equatoriale, Camerun, Spagna, Stati Uniti e Italia, dove ora risiede. La Public Art –installazioni e performance- rappresenta attualmente il linguaggio più coerente ed adeguato alla sua ricerca attorno alla tutela dell’identità culturale nel mondo contemporaneo.

Ebano Gallery: N’deye Rabietou Diop, 35 anni, stilista e designer di tessuti nota nel mondo della moda come Rabi Diop, per le sue capsule collection, microcollezioni di un centinaio di esemplari ispirate all’Africa ma realizzate in Italia, ora è anche un volto nuovo dell’arte milanese. E’ il direttore artistico della neonata Ebano Gallery, spazio per l’arte africana contemporanea. 
Rabi durante il pitti in collaborazione con la compagnia del denim presenta “African Rapsody in blue”, una collana in jeans e la definisce così: Di fronte al colore blu, a nessuno verrebbe in mente l’Africa. “l’oggetto è solo un pretesto per creare un nuovo colore da vivere”. Se nella storia umana, il primo incontro fra Africa e Europa porta con sé delle macchie indelebili, il collegamento contemporaneo deve restituire rispetto ed esaltare la bellezza e l’affinità di questi due mondi”.

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L’installazione di Afran al Pitti uomo, in programma a Firenze tra il 14 e il 17 giugno al Padiglione Urban Panorama, nell’ambito di Cirque du Denim, è realizzata in collaborazione con la Compagnia del Denim che ha creato il brand 2W2M.
Ma che cos’è la Compagnia del Denim?
Una lunga storia quella del jeans che parte dall’Italia, fa il giro del mondo e torna alle origini. Ci sono tanti modi per “costruire jeans” e quando dal basico si passa al jeans-couture entrano in gioco fattori che fanno la differenza. Tutto questo accade nella jeans-valley marchigiana, un distretto votato all’abbigliamento che, crisi o non crisi, resiste al passare del tempo e sempre più si afferma come territorio di ricerca, innovazione e stile: la vera impronta del Made in Italy.
Come esistono modi diversi di produrre, esistono modi diversi di intendere il jeans. C’è chi si limita a indossarli e chi invece “vive jeans”. Chi appartiene alla seconda categoria è senz’altro un 2W2M denim-fan. Alla base del brand 2W2M prodotto dalla Compagnia del Denim, c’è la grande passione per il mondo del jeans, con priorità assoluta alla qualità dei tessuti, alla vestibilità e ai lavaggi. Una ricerca attenta, mirata e costante negli anni, con una particolare predilezione per i pregiatissimi denim Made in Japan. I tratti distintivi e caratterizzanti di 2W2M sono il taglio sartoriale unito ai processi di lavaggio e invecchiamento che consegnano capi di vestibilità perfetta.

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La Compagnia del denim, per i suoi tratti distintivi, non poteva che avere il suo quartier generale nel cuore delle Marche che, insieme al Veneto, sono famosi nel mondo per essere sede dei due distretti tessili-abbigliamento più importanti in Italia. Quello marchigiano, in particolare, è meglio conosciuto come “jeans valley” perché le aziende del distretto formano una vera e propria catena di montaggio del jeans. Accanto a quelle direttamente impegnate nella produzione dei capi d’abbigliamento, ce ne sono altre che si occupano della ricerca e della progettazione.

BLU TIGER di Afran al Pitti Uomo 90
dal 14  al 17 giugno 2016  a Firenze
Padiglione Urban Panorama, magazzino 2

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