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Henri Rousseau sbarca a Venezia. Dalla Francia con candore… arcaico. Mostra & Foto

Rousseau Venezia
Rousseau – La Guerra detta anche La cavalcata della Discordia, 1894 circa. Parigi, Musée d’Orsay

Togliere definitivamente il cartellino “Naif” appeso alle giungle oniriche di Henri Rousseau (1844-1910). Il Doganiere (ma sarebbe corretto chiamarlo “Il Daziario” visto che lavorò al dazio di Parigi e non alla dogana come suggerito dal soprannome con cui è conosciuto) sbarca in laguna con una mostra di confronti “alla Manet” del 2013, allestita negli stessi appartamenti del Doge, quella con Le Fifre che sventolava da Palazzo Ducale su Piazza San Marco, per scrostarsi di dosso l’etichetta appiccicatagli frettolosamente dalla critica ottonovecentesca. Tra le serenissime sale blu pavone per far emergere quel “candore arcaico” che ne avvolge le tele, ispiratore del titolo espositivo.

Otto sezioni tematiche per raccogliere e rappresentare attraverso un centinaio di opere la breve ma intensa stagione creativa di Rousseau, 1885-1910, in dialoghi coerenti e costruttivi pre e post scenari esotico incantati e atmosfere desertiche o idilliache del pittore francese. Quaranta visioni sognanti del Doganiere fianco a fianco a sessanta tele di confronto, risultato di una ricerca lunga tre anni che ha voluto mettere sul corretto binario critico e storiografico l’opera di Rousseau, figura di riferimento per i grandi protagonisti delle avanguardie storiche come per tanti pittori che precedettero e superarono le avventure del cubismo e del futurismo, “caso di studio” per i giovani talenti che aprirono nuove prospettive all’arte del primo Novecento.

Troppo facile, appunto, ancora una volta proporre l’ennesima celebrazione tanto cara allo stereotipo critico della naivete del pittore di Laval, piuttosto mettere in mostra e indagare con un taglio diverso e “nuovo” quell’ispirazione all’arcaismo “che nel corso dei secoli corre parallela al classicismo e della quale l’opera di Rousseau sembra essere lo spartiacque tra Otto e Novecento“.

Capire, spiegano i curatori, “se la sua opera avesse effettivamente intercettato e soprattutto utilizzato, nella peculiarità delle sue rappresentazioni, suggestioni appartenenti a quella linea della pittura arcaica che corre parallela alla misura classica lungo tutta l’età moderna, uno stile ben riconoscibile che appare e scompare nell’arte secondo il gusto del tempo e della storia: <Viveva – scriverà di lui Christian Zervos a conferma del nostro desiderio di comprendere meglio la sua parabola artistica – come un monaco del Medioevo nelle sue visioni>“.

Visioni dipinte con quello sguardo innocente che Ardengo Soffici, suo grande estimatore, definiva ricco di “ingenuità da bambino”. Una pittura indirizzata verso valori essenziali e primordiali fatta da nature selvagge, foreste primordiali popolate da fiere, paesaggi esotici, dipinti senza essere mai uscito dalla Francia, ma alimentando la sua fervida fantasia solo con frequenti visite al Jardin des Plantes di Parigi. Scenari snobbati dai critici ma adorati dagli artisti. Incongruenze prospettiche e atmosfere oniriche che pervadono i dipinti facendone un esempio di precorrimento del surrealismo. Nel 1912 Brancusi e Ortiz de Zarate faranno incidere sulla sua pietra tombale questo epitaffio, nella calligrafia di Apollinaire:

“Ti salutiamo
gentile Rousseau, puoi sentirci
Delaunay sua moglie Monsieur Quéval e io
lascia passare i nostri bagagli senza farci
pagare dazio alla porta del cielo
Ti porteremo tele, pennelli e colori
perché tu dipinga nel sacro ozio della
Vera luce
come un tempo il mio ritratto
il volto delle stelle.

Guillaume Apollinaire”.

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Rousseau – Ritratto di Madame M., 1890 circa. Parigi, Musée d’Orsay
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Rousseau – Ritratto di Madame M., 1890 circa. Parigi, Musée d’Orsay , particolare (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Eh si, questi istintivi, questi personaggi maldestri e ridicoli, possiedono quello che manca ai loro ammirevoli colleghi: la fede e il candore. (Félicien Fagus, 1902)

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Sezione VIII “Candore Arcaico” (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Rousseau – Io: ritratto-paesaggio, 1889-1890. Praga, Národní galerie

L’ammirazione per Rousseau (Le Douannier [sic]) non è spiegabile che come reazione alla bellezza della natura ormai espressa con tutte le risorse della maestria pittorica. Riposare gli occhi stanchi da tanta piacevole abilità sull’ingenuità sincera di Rousseau è un piacere che capisco e che divido. (Gino Severini a Umberto Boccioni, 1911)

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Ritratto di donna di Rousseau (1895) guarda la bottiglia cubista di Picasso (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Rousseau – Nozze in campagna, 1905 circa. Parigi, Musée de l’Orangerie

È con Rousseau che possiamo parlare per la prima volta di realismo magico. (André Breton, 1959)

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“Mi hanno detto che non appartengo al mio secolo” (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Rousseau – Transatlantico in tempesta, 1899 circa. Parigi, Musée de l’Orangerie
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Rousseau – I rappresentanti delle potenze straniere vengono a salutare la Repubblica in segno di pace, 1907 (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

E anzitutto i suoi colori, quantunque ottenuti bizzarramente (egli stende sulla tela i suoi toni uno alla volta; prima, per esempio, tutti i verdi, poi tutti i rossi, poi tutti i celesti e così via) sono raffinati e magnifici. Le piante, i cieli, i fiori, le vesti, le carni hanno sfumature e tinte di una dolcezza e ricchezza inaudite. (Ardengo Soffici, 1910)

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Rousseau – Pescatori con lenza, 1908-1909
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Sezione VI De Rerum Natura (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Rousseau – Bambina o Bambino con bambola, (1904-1905). Parigi, Musée de l’Orangerie

Tutto è ritornato come nelle età primordiali. E, con Henri Rousseau, costruisco la nuova pittura europea. Arrestarmi a mezza strada mi parrebbe tradimento. (Carlo Carrà, 1916)

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Il biroccino di papà Junier, 1908, di Rousseau e La carrozzella, 1916, di Carrà
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Scuola di Prior Hamblin – Bambina con lavagnetta, 1845 circa
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Frida Kahlo – Ritratto di donna in bianco, 1929. Berlino, collezione privata
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Diego Rivera – Irene Estrella, 1946 Exeter (New Hampshire). (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Modersohn Becker e Cézanne (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Carrà – I Romantici, 1916 (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Sezione I, “Autodidatta o accademico?”. Gerome e Bouguerau (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Rousseau – Foresta tropicale con scimmie, 1910 (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

“Che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”
(Vasilij Kandinskij a Franz Marc)

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Doppio Kandinsky in mostra (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Doppio Rousseau nella sezione IV “Le Jardin des plantes” (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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Signac – La boa rossa, 1895. Parigi, Musée d’Orsay (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)
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“Passa terribile, lasciando dappertutto disperazione, lacrime e rovina” (Foto: Luca Zuccala © ArtsLife)

Foto e testo: Luca Zuccala © ArtsLife

INFORMAZIONI UTILI

HENRI ROUSSEAU
Il candore arcaico
6 marzo – 5 luglio 2015
VENEZIA, Palazzo Ducale – APPARTAMENTO DEL DOGE
ORARI: Da domenica a giovedì: 9.00 – 19.00
Venerdì e sabato: 9.00 – 20.00
(chiusura biglietteria 1 ora prima)
BIGLIETTI: Intero: 13 €
Ridotto: 11 €
Infoline e prevendita 041 098 81 69
http://www.ticket.it/rousseau
http://www.mostrarousseau.it

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