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Kurt Schwitters: un grande Merz all’asta da Christie’s a Londra per £4-6 milioni

KURT SCHWITTERS (1887-1948) JA - WAS? - BILD (Particolare) KURT SCHWITTERS (1887-1948) JA - WAS? - BILD (Particolare)
KURT SCHWITTERS (1887-1948) JA - WAS? - BILD (Particolare)
KURT SCHWITTERS (1887-1948) JA – WAS? – BILD (Particolare)

24 giugno 2014, Londra

“Io sono un pittore e inchiodo e incollo le mie immagini”. Queste le parole con cui Kurt Schwitters si presentò al mondo dell’arte. Nato ad Hannover nel 1887 e formatosi all’Accademia di Belle Arti di Dresda, Schwitters passò alla storia come uno dei principali esponenti del Dada tedesco, nonché un pioniere delle moderne installazioni.

La sua arte è un assemblaggio di svariati elementi: detriti, scarti, pezzi della cultura industriale. Con lui i confini tra arte e vita quotidiana si annullano e tutto può essere opera. “L’ho chiamato Merz: era una preghiera per la fine vittoriosa della guerra, vittoriosa perché ancora una volta la pace aveva avuto la meglio. E questo è Merz. Ho dipinto, inchiodato, incollato, composto poesie e sperimentato il mondo a Berlino” – affermava l’artista nel 1930.

KURT SCHWITTERS (1887-1948) JA - WAS? - BILD
KURT SCHWITTERS (1887-1948)
JA – WAS? – BILD
Estimate
£4,000,000 – £6,000,000
($6,800,000 – $10,200,000)

Christie’s nella prossima asta londinese dedicata agli Impressionisti e ai moderni, in programma martedì 24 giugno, proporrà ai buyers tra gli altri highlights anche “Ja-was? – Bild (‘Yes-What?-Picture’)”, una delle uniche tre opere di grandi dimensioni di questa prima serie rivoluzionaria di Schwitters ad essere ancora in mani private. Si tratta di una tela di cm109x80, realizzata nel 1920, uno degli esempi più maturi e completamente integri di questa serie storica e particolarmente significativa.

“Ja-was? – Bild (‘Yes-What?-Picture’)”, stimato £4-6 milioni, è composto da uno spesso strato di manifesti di strada, giornali e altri volantini assemblati tra loro, come fosse cartapesta, una base sulla quale Schwitters è intervenuto con colori ad olio. Coperchi di latta, ritagli di cartone e un assortimento di oggetti vari completano l’opera e insieme alla cornice, ne diventano parte integrante. Singoli pezzi che si trasformano in un complesso di elementi ben amalgamati tra loro e interdipendenti gli uni sugli altri.

Questo perché alla fine del 1918, Schwitters si era reso conto che tutto esiste solo in relazione all’altro e che la restrizione ad un unico materiale è unilaterale e addirittura meschina. Ecco che nascono i Merz, che non sono altro che la somma delle singole forme d’arte, e spaziano dai Merz painting alla Merz poetry. Come spiegava l’artista: “Merz è una filosofia. La sua essenza è la spregiudicatezza assoluta e l’imparzialità. Merz significa plasmare relazioni, preferibilmente tra tutte le cose del mondo”.

Kurt Schwitters, Merzbau
Kurt Schwitters, Merzbau

Era questa la vera rivoluzione. Come Schwitters aveva coniato il termine Merz da un frammento delle parole Kommerz und Privatbank che aveva tagliato e incollato su una delle sue prime opere, al risveglio dalla Prima guerra mondiale, la sua arte avrebbe dovuto coinvolgere e ri-assemblare gli elementi spezzati della vita urbana moderna e ridar loro vita in nuove forme, che sarebbero state espressioni del trionfo dello spirito umano. E accanto a questa raccolta di detriti da un mondo ormai in declino, Schwitters incolla, inchioda e crea poesia, che non solo rappresenta un nuovo linguaggio formale, ma rivela anche l’esistenza di un ordine universale nascosto sotto strati di caos, il caos del mondo contemporaneo.

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