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Il cha cha cha della “segvetavia”

Riflessione al vetriolo

Confesso, la vicenda M.M. -Maxxi Melandri- non mi appassiona più di tanto e per di più non nutro una particolare simpatia per l’onorevole, le cui recenti dichiarazioni in proposito, per la spocchia che le contraddistinguono, non fanno che rafforzare il mio pregiudizio. Detto questo, fatta salva la petite sensation che la nomina sia un bel salvagente lanciato ad una panamanda-rottamanda, l’onorevole ha tutte le carte in regola per ricoprire quella carica. Dalla auto certificata maternità del progetto Maxxi -che ai nostri occhi occhi costituisce un aggravante- all’inglese fluens, come un buon portiere d’albergo, alla naturale e supponente spocchia che ben si confà al mood del contemporary, per non parlare del phisique du rôle e della perfetta aderenza ai canoni del milieu, con il quale condivide  tutto lo scemenzaio di ordinanza, ma anche del multi-alteromondismo in sauce eco compatibile senza farsi mancare una vena di chic charity.

Un vero ChiccoTesta in gonnella in quanto ad ad auto-eco riciclaggio appunto, mica volgare discarica!

Per quel che concerne il progetto poi, il rilancio di quella toon town dell’arte che è “er Màcchesi”, sono tutte balle, chiacchiere e distintivo, non c’è un euro uno, giusto un fondo per l’Onorevole compenso.

Last but no least, molti anni or sono l’Avvocato, incuriosito dalla neo ministra, volle conoscerLa, come solitamente usava fare con le new entry. Ne seguì un invito a colazione la Nostra si presentò con deplorevole ed imperdonabile ritardo, un vero sgarbo da parvenue del potere. L’Avvocato, con l’aplomb solito, non fece un plissé. Solo un successivo sferzante commento: “… nemmeno come segvetavia”. Non resta che mettersi a ballare. Come fece la ministra nella celebre festa della villa di Briatore (nella foto)

in punta di pennino
il Vostro LdR

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