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Patricia Del Monaco “Il Giardino della rinascita”

Mappa non disponibile

Data
Data - 3 Apr 2014 until 5 Mag 2014

Luogo

Categoria/e
contemporanea

Artista
Patricia del Monaco

Curatore
Sergio Risaliti, Maria Cristina Bettini, Maria Letizia Sebastiani

Web:-www.patriciadelmonaco.it


INITIUM HORTI
DAL CICLO “IL GIARDINO DELLA RINASCITA”

IL GIARDINO DELLA RINASCITA di Patricia del Monaco

“Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti:costruire o piantare. I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo. Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato. Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere. Esso richiede l’attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura”. (Paulo Coelho).

Direi che la citazione dello scrittore, poeta Brasiliano raffigura in maniera straordinaria, il messaggio racchiuso nel mio recente ciclo di opere intitolato “Il Giardino della rinascita”. Una missione per me sempre attiva, in un istinto così forte quasi da voler uscire dagli schemi imposti dalla vita, con una voglia di dare colore alle cose, ai sogni, ai sentimenti, al grigiore irrazionale, parte della vita di ognuno di noi.L’insieme,raggiunge un’identità di natura e spirito, riunendo l’inconscio della natura, mediante la spontaneità dell’ispirazione e il conscio dello spirito, attraverso la mia intima rielaborazione.

Le opere, si rivolgono allo spettatore in uno schermo volto al destino, come in una pellicola di un film, il “loro” Giardino della rinascita, vissuto ma comunque non dimenticato. Sfumature di una colorazione calda, intensa, intrappolano figure ancestrali, fiori, alberi, uccelli e simboli archetipi, in un microcosmo, il mio giardino delle delizie, abitato da uccelli del paradiso, che donano l’uovo cosmogonico all’albero della vita (nell’opera“Genesis”),da affascinanti e misteriose creature, come la dama dell’orto, che custodisce il seme della vita (nell’opera“Domina est hortis”). Un luogo magico, incontaminato, in cui siamo nati, dove tutto ha un principio e niente finisce, dove Il ciclo della vita si rinnova continuamente in un fluire continuo come quello delle piante, dei semi e dei germogli, con la capacità di curare il corpo e la mente, per poi trasformarsi in magnifici fiori, dal profumo intenso, che rigenera l’anima (nell’opera “Initium Horti”).

La sensazione che le persone, dicono di provare ponendosi davanti alle mie tele, è una sensazione di grande sollievo: l’uomo, attraverso i colori, ritrova i suoi impulsi, e si sente contestualmente confortato dai soggetti di riferimento dell’opera. I decori complessi che si intrecciano l’uno con l’altro sono lo specchio di una varietà caratteriale e comportamentale umana che nonostante la sua infinita caoticità trova equilibrio nell’insieme, quell’insieme composto da vibranti e complessi dettagli che caratterizzano le mie opere. Istinto, armonia e completezza, grazie al legame di sfumature e segni che rapiscono l’occhio e coinvolgano l’anima. Le mie opere, trattano il rispetto per la natura, sostenendo quell’equilibrio, quella positività che la natura stessa ha nei confronti dell’uomo.

Nel mio messaggio, c’è anche un remoto mondo di cose lontane e dimenticate. Un’intuizione fantastica che si traduce in un acuto pittorico al centro del quadro, attraverso un forte inno alla vita (nell’opera”Emblema”). Dall’uovo cresce il fiore rosso, come simbolo di rinascita: Il principio vitale, il mistero della vita, la creazione.

Il Giardino è anche un luogo di testimonianza e memoria, rappresenta la volontà di non dimenticare le tragedie della Storiaper ricordare che nel Giardino dei giusti c’è un albero speciale,“L’Albero del Melograno” per ogni  uomo e per ogni donna, come nell’opera intitolata dal Giardino dei Giusti, “L’albero del Melograno”; il giorno della memoria, è rappresentato simbolicamente dal frutto del melograno, posto al centro dell’albero.

Il ciclo degli Alberi, evidenzia una carica di messaggi da comunicare:le possentiradici, danno il senso della territorialità e continuità nelle relazioni tra l’uomo e l’ambiente. La folta chioma multicolore dalle innumerevoli sfumature, simboleggia l’unione e l’uguaglianza tra i popoli. I grandi rami proiettati oltre le dimensioni della tela, simboleggiano l’annullamento di quei confini, che ostacolano le relazioni umane.

“L’ albero…è difficile immaginare un’altra presenza della natura così carica di significati, di metafore, di allegorie… Lì sogno e realtà si mescolano, e anche noi ci sentiamo assorbire, perdiamo i nostri contorni epidermici, il nostro pensiero si rarefà… diventiamo lo stormire delle foglie, l’anima nascosta del vento”. Così Roberto Marchesini descrive l’albero nei suoi quaderni di bioetica.

Nell’opera intitolata “Il Grande Albero dei Valori”, la parte centrale, la linfa, rappresenta la rugiada, si pensi all’ Haoma iranico, al Soma indiano, al Himoragi giapponese. I frutti rappresentano l’immortalità, si pensi alla mela dell’Eden, ai pomi d’oro delle Esperidi, alle pesche del giardino di Hsi-wang-mu.

Nell’opera “Driadi”, l’albero del bene e del male, evoca simbolicamente il limite invalicabile che l’uomo, in quanto creatura, deve liberamente riconoscere e con fiducia rispettare. Le mie opere, nascondono rimandi simbolici all’anima, all’umanità, alle passioni, in un percorso di natura spirituale, analizzando la vicenda dell’uomo nella sua lotta per la vita.

“Nell’uomo, sosteneva Socrate, è presenteun principio connaturato che agisce in modo da fargli realizzare ciò che lo caratterizza nella sua essenza di modo che, ad esempio, il seme è destinato da questa forza naturale immanente a divenire albero. Una visione finalistica della natura che spiega il divenire e come il movimento si dirigga verso i suoi “luoghi naturali”.

 

Patricia del Monaco

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