Data
Data - 13 Mar 2014 until 12 Apr 2014
Luogo
Hernandez Art Gallery
Categoria/e
contemporanea
Artista
Alessandro Spadari
Curatore
Luigi Pedrazzi
Web:-www.galleriahernandez.com
Opening 13 marzo 2014, ore 18.30
Dal 14 Marzo – 12 Aprile 2014
Hernandez Art Gallery
Via Copernico, 8, 20125
Milano
Un progetto di Consuelo Hernandez e Alessandro Spadari
a cura di Luigi Pedrazzi
In collaborazione con Ekundayo Art Project
E’ la luce che lavora nel mondo. E proprio la luce diventa il tema conduttore degli ultimi lavori che Alessandro Spadari presenta oggi nella galleria di Consuelo Hernandez.
Con un nuovo ciclo di opere in esposizione, Alessandro Spadari continua oggi quel lavoro di ricerca e di introspezione cromatica che esprime con una inesorabile destrutturazione figurativa, lasciando al colore ed alla sfumatura sulla tela il compito di trascinare l’osservatore in mondi lontani e rarefatti, quasi un limbo dello spirito, dove non ci sono tracce di umanità, se non nei contorni onirici di navi lontane.
I suoi quadri sono un elegante gioco di equilibri tra elementi opposti tra loro. Il colore si stratifica sulla tela e si scorgono i neri, i grigi, e poi ondate di luce che appare rossa o verde, o inaspettatamente viola, slegata apparentemente da riferimenti figurativi. Poi torna la materia, i grumi di catrame che diventano isole, bastimenti, viaggi.
Opere intense e misteriose, che scaturiscono come sogni dall‘ intuizione di un luogo e di un tempo, senza mai definirlo. Ogni elemento si fonde nell’altro, dissolvendosi in una visione quasi soprannaturale, dove è impossibile distinguere tra cielo e mare, dove gli approdi sono pensieri lontani, miraggi metafisici di paesaggi/passaggi che si sciolgono nella luce, e la natura diventa realtà inafferrabile.
Una volta di più Spadari ci sorprende scoprendo nella luce e nei suoi colori altri orizzonti inaspettati e lontanissimi. Come un caleidoscopio che ridefinisce per sua natura forme e colori in una infinità varietà di sfumature sempre uguali, come le note di uno stesso spartito suonate da strumenti sempre diversi, le sue maestose navi diventano presenze immanenti e nerissime in panorami surreali, dove i verdi e i rossi sono ambienti e luoghi mutanti, contorni incerti di viaggi senza approdi.
Luigi Pedrazzi