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“Il pipistrello” per la prima volta al Teatro alla Scala

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Ci mise solo 42 giorni Johann Strauss figlio a musicare Il Pipistrello, Die Fledermaus, e certamente neanche lui poteva immaginare che questo suo lavoro sarebbe diventato la quintessenza di uno stile, determinando un’epoca, quella dell’operetta viennese. Uno stile che, trascendendo quei tempi e quei modi, ancor oggi piace al punto che Die Fledermaus continua ad essere messo in scena con enorme successo, ad ogni Capodanno, al Wiener Volksoper, tempio del teatro leggero di quella città, in contrapposizione al più grande e serioso Staatsoper.

Il Pipistrello è indubbiamente sinonimo dell’Operetta stessa, nonchè frutto del genio di un musicista dedito fino all’età di quasi cinquant’anni, con enorme successo, alla creazione di valzer e polke e solo tardivamente convertito, per una sostanziale sfiducia nelle proprie capacità drammaturgie, al teatro in musica. Strauss ne scrisse la musica su libretto di Carl Haffner e Richard Genée da Le Réveillon di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Il debutto di Die Fledermaus (questo poi il titolo finale scelto) era stato previsto per il settembre 1874, ma a causa delle sempre maggiori difficoltà finanziarie incontrate dal Theater an der Wien, si decise di anticiparne la prima. La prima rappresentazione, tra l’attesa generale, si svolse il giorno di Pasqua, domanica 5 aprile 1874 e poiché secondo le leggi austriache in quel giorno potevano essere consentiti soltanto spettacoli di beneficenza, i proventi della serata inaugurale andarono alla “Fondazione per la Promozione della Piccola Industria” patrocinata dall’imperatore d’Austria.

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Questo titolo, amatissimo dal pubblico di tutto il mondo, finora, in quasi 150 anni, non era mai stato presentato al Teatro alla Scala e finalmente dal 19 gennaio all’11 febbraio prossimi il pubblico milanese avrà un’occasione a lungo attesa per farsi affascinare dal raffinato humor fin de siècle del libretto e travolgere dal brio della musica del “Re dei Valzer” in quella che è la sua più celebre operetta.

Imprevedibili e sorprendenti cortocircuiti attraversano la storia de Il Pipistrello, che piace e diverte in quanto a tutt’oggi non è difficile identificarsi nel coro degli ospiti della favolosa Souper dell’equivoco Principe Orflofsky in cui la parola d’ordine “divertimento, divertimento!” si contrappone ad un sottile senso di malinconia e tristezza.

Questo importante “esordio” scaligero è affidato alla bacchetta di Cornelius Meister, che ha appena diretto questo titolo a Vienna nelle tradizionali recite di fine anno, e alla regia di Cornelius Obonya, esponente della più illustre dinastia teatrale austriaca, insieme a Carolin Pienkos.

Cornelius Meister
Cornelius Meister

Nel cast non mancano voci importanti come Eva Mei, Peter Sonn, Markus Werba e Giorgio Berrugi, un mix austro-italiano che permette di alternare il cantato in tedesco e i dialoghi recitati in italiano. Nella parte comica del carceriere Frosch ci sarà inoltre un ospite speciale: Paolo Rossi, per la prima volta alla Scala.

Le coreografie saranno firmate dal celebre coreografo svizzero Heinz Spoerli, la cui più importante creazione è una limpida versione per balletto delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, considerata l’apice del suo repertorio. Dal maggio 2004 Spoerli fa parte parte del board della Fondazione Nureyev e per la Stagione di Balletto porta in questi mesi a Milano anche la sua creazione Goldberg-Variationen.

Heinz Spoerli
Heinz Spoerli in prova con gli artisti della Scala
ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala

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