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Santa Reparata, torna visibile l’emblema del pavone

Mosaico Pavone dopo il restauro Mosaico Pavone dopo il restauro (foto Opera del Duomo Firenze/ Claudio Giovannini)
Mosaico Pavone dopo il restauro
Mosaico Pavone dopo il restauro (foto Opera del Duomo Firenze/ Claudio Giovannini)

Restaurato il pavimento a mosaico di epoca paleocristiana dell’area archeologica di Santa Reparata nel Duomo di Firenze. Torna visibile il magnifico emblema del pavone.

Grazie a un attento restauro torna visibile nella sua bellezza originale una straordinaria testimonianza dell’antica Florentia, il pavimento in mosaico policromo di epoca paleocristiana della chiesa di Santa Reparata, sito in cui è stato eretto in seguito il Duomo di Firenze.

>> Nel pavimento spiccano la magnifica figura di un pavone, simbolo cristiano della resurrezione, e un’epigrafe con i nomi dei 14 donatori dei mosaici, divisi in base al numero di piedi romani finanziati.

Il lavoro, durato un anno e mezzo, è stato eseguito dai restauratori dell’Opera di Santa Maria del Fiore, ed ha interessato tutto il pavimento musivo dell’area archeologica, di circa 100 mq, decorato a figure geometriche con esagoni, losanghe e nodi di Salomone.

Si tratta del pavimento della prima chiesa di Santa Reparata, che vide la luce ai primi decenni del V secolo d.C. (52 metri di lunghezza per 25 di larghezza presunti). Al centro della navata principale si trovava l’emblema del pavone. Il pavimento fu realizzato da maestranze africane con cui la Firenze del tempo aveva stretti rapporti culturali ed economici.

Epigrafe con i nomi dei donatori Santa Reparata
Epigrafe con i nomi dei donatori
(foto Opera del Duomo Firenze/ Claudio Giovannini)

Il restauro  fa parte di una serie di interventi messi in campo dall’Opera di Santa Maria del Fiore in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per migliorare la fruizione dei monumenti del Duomo di Firenze di cui la chiesa di Santa Reparata fa parte.

 Il pavimento musivo presentava vari fenomeni di degrado dovuti sia al passare del tempo – distacco e sfaldamento delle tessere, lacune di varie dimensioni, depositi di sporco – sia a precedenti restauri. In particolare a questi ultimi sono riconducibili le numerose integrazioni con cemento, dannose per gli stessi mosaici, che sono state sostituite da malta, il più simile possibile a quella originale, poi incisa e ritoccata cromaticamente. Le nuove integrazioni, riconoscibili e facilmente rimovibili, hanno così restituito leggibilità ai decori del pavimento.

Mosaico Pavone prima del restauro
Mosaico Pavone prima del restauro
Mosaico Pavone durante il restauro
Mosaico Pavone durante il restauro
Mosaico Pavone dopo il restauro
Mosaico Pavone dopo il restauro (foto Opera del Duomo Firenze/ Claudio Giovannini)

>> L’area archeologica della chiesa di Santa Reparata nel Duomo di Firenze è un’importante testimonianza dell’antica Florentia, dove i visitatori possono vedere non solo la storia della Cattedrale ma la vita della città di Firenze dal I secolo d.C. al XIV.

Secondo alcune tradizioni medievali, la fondazione della Chiesa di Santa Reparata è da far risalire alla vittoria sulle orde barbariche di Radagaiso, sconfitte nel 405 d.C. nei dintorni di Firenze nel giorno dedicato alla santa. Una serie convergente di dati consente di circoscrivere ai primi decenni del V secolo d.C. la fase costruttiva della chiesa più antica. Dell’edificio di questa epoca si conservano parti del pavimento in mosaico e parti del muro settentrionale e di quello meridionale.

Ricostruzione di Sant Reparata. Illustrazione di massimo Tosi (courtesy opera di Santa Maria del Fiore)
Ricostruzione di Sant Reparata. Illustrazione di massimo Tosi (courtesy opera di Santa Maria del Fiore)

L’ultima fase, quella romanica, conobbe le maggiori trasformazioni della chiesa. L’edificio fu rialzato, sette pilastri per lato divisero le tre navate, una cappella settentrionale speculare a quella altomedievale diede vita a una pianta a transetto. La chiesa fu decorata con affreschi e continuò a essere un luogo di sepoltura privilegiato fino al 1379, anno in cui fu abbattuta per far posto alla nuova Cattedrale. Numerose le tombe presenti in Santa Reparata, tra queste la tomba di Filippo Brunelleschi, mentre non ci sono tracce di quelle di Giotto, Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano che secondo la tradizione dovevano essere qui sepolti.

>> Per informazioni sugli orari di apertura e modalità di visita della chiesa di Santa Reparatailgrandemuseodelduomo.it

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