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Premio Strega 2017: vince Paolo Cognetti con ‘Le otto montagne’

Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia 06 07 2017 Paolo Cognetti vincitore del LXXI Premio Strega ©Musacchio / Ianniello / Pasqualini

Paolo Cognetti ha vinto il premio Strega 2017 con i 208 voti per ‘Le otto montagne’ (Einaudi). Al secondo posto Teresa Ciabatti con 119 voti per ‘La più amata’ (Mondadori) e al terzo posto Wanda Marasco con 87 voti per ‘La compagnia delle anime finte’ (Neri Pozza).

Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia 06 07 2017 Paolo Cognetti vincitore del LXXI Premio Strega ©Musacchio / Ianniello / Pasqualini
Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia 06 07 2017 Paolo Cognetti vincitore del LXXI Premio Strega ©Musacchio / Ianniello / Pasqualini

 

otto_montagnePaolo Cognetti
Le otto montagne
Einaudi

Presentato da
Cristina Comencini
Benedetta Tobagi

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo «chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso», ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lì, ad aspettarlo, c’è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piú aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, «la cosa piú simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui». Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito piú vero: «Eccola lí, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino». Un’eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.

Paolo Cognetti è nato a Milano nel 1978. Ha pubblicato per minimum fax Manuale per ragazze di successo (2004), Una cosa piccola che sta per esplodere (2007), Sofia si veste sempre di nero (2012) e A pesca nelle pozze più profonde (2014). Sul tema della montagna ha pubblicato Il ragazzo selvatico (Terre di mezzo 2013). È curatore dell’antologia di racconti New York Stories (Einaudi 2015).

premiostrega.it

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