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Genova, Teatro Carlo Felice – Don Carlo (versione in IV atti)

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Don Carlo, monumentale capolavoro di Giuseppe Verdi, ritorna al Teatro Carlo Felice di Genova, in cartellone dal 21 aprile al 2 maggio 2017, dopo un’assenza durata ben sedici anni, per la regia firmata da Cesare Lievi.

Il Don Carlo risulta una delle opere più maestose ed elaborate del genio di Busseto. Su libretto di Joseph Méry e Camille du Locle, l’opera trae ispirazione dal dramma di Friedrich Schiller Don Karlos, Infant von Spanien. Ambientato tra la Francia e la Spagna della seconda metà del Cinquecento, già nel 1867, alla vigilia del debutto all’Opéra di Parigi in lingua francese, il maestro tagliò numerose pagine di partitura per evitare una lunghezza ritenuta eccessiva anche per una grand opéra in cinque atti; fu, anche in seguito, sottoposto dall’autore stesso a numerose revisioni, fino al 1884 quando presentò l’opera in una nuova versione in quattro atti, in lingua italiana.

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Don Carlo di Giuseppe Verdi incarna fedelmente lo spirito pre-romantico dello Sturm und Drang che tanto ispirò Schiller; il componimento, pur nelle varie versioni, rimane fedele alla tragedia del poeta tedesco. Questa complessa gestazione dalle tante redazioni autografe non ha minato la riuscita dell’opera; anzi, le ha permesso di giungere ad essere una delle opere meglio rifinite, compiute e curate dal punto di vista tecnico e musicale. L’opera presenta molti dualismi di contrapposizione ed allo stesso tempo molti dei temi cari al compositore italiano: il contrasto politico tra la concezione autoritaria e quella liberale del potere, un difficile rapporto tra padre e figlio, il peso della ragion di Stato, un amore impossibile, protagonisti intimamente delusi da se stessi, con l’eccezione di quelli che grazie alla loro nobiltà d’animo riescono ad emergere come simboli ed esempi per gli altri.

«Io morrò, ma lieto in core, che potei così serbar alla Spagna un salvatore!»
Don Carlo – Atto III – Aria di Rodrigo

Dopo il trionfale successo di uno straordinario Elisir d’Amore nel segno di Francesco Meli e Benedetta Torre, approda al Teatro Carlo Felice una bella edizione del Don Carlo. Lo spettacolo è nato da una coproduzione fra il teatro genovese, il Teatro Regio di Parma e l’Auditorio de Tenerife “Adán Martìn”, edizione in quattro atti, con un solo intervallo fra il secondo e il terzo.

Il Verdi di Lievi ha il pregio della compattezza e della coerenza interiore, la lettura ha il piglio vigoroso, eroico e solenne che si addice al Verdi del “Don Carlos”, capace di infinite sfumature, abile nel costruire un’orchestrazione di sapiente efficacia drammaturgica. Si pensi al magistrale duetto fra Filippo e l’Inquisitore, sottolineato da uno strumentale cupo, relegato nei bassi più profondi e oscuri.

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L’impianto scenico totalmente nuovo è parso rigoroso ed accattivante, soprattutto nel I e nel IV atto, dove la monumentale tomba di Carlos V, punto di partenza e di ritorno dell’opera, sovrastava la scena. Ottimo il cast, dominato dalle voci basse. Franco Vassallo è stato uno straordinario Rodrigo. Superlativo anche il Filippo II di Riccardo Zaellato, meritatamente applaudito in “Ella giammai m’amò” restituita con intensità e appassionata partecipazione emotiva. Marco Spotti ha reso piena aderenza fisica nonché vocale al Grande Inquisitore. Aquiles Machado ha risolto la figura di Don Carlo con prova accettabile, preciso sul piano vocale ma forse mai veramente nella parte, così come soddisfacente è apparsa Sveva Vassileva come Elisabetta. Applauditissima, invece, l’Eboli di Giovanna Casolla, festeggiatissima e cercata dal pubblico. Buona la prova dell’orchestra affidata ad un giovane ma promettente Valerio Galli, le scene ed i costumi sono di Maurizio Balò.

Un buon successo quindi per il teatro genovese, che a metà della stagione lirica colpisce nel segno con un’opera di difficile produzione e di non facile ascolto, che per questo ha visto il ritorno di quel pubblico un po’ melomane che da tempo mancava a Genova e che, al contempo, lascia ben sperare per la prossima stagione (corrono voci di un ritorno del Tannhauser a Genova). Impossibile inoltre non dimenticare l’omaggio iniziale che il Carlo Felice ha voluto dedicare all’indimenticabile Daniela Dessì (in sala era presente il compagno di vita e tenore Armiliato), splendida ed indimenticabile voce che tante volte aveva calcato il palco del grande teatro genovese.

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Don Carlo di Giuseppe Verdi
Teatro Carlo Felice di Genova
da venerdì 21 aprile, repliche 26, 30 aprile, 2 maggio 2017
www.carlofelicegenova.it

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