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Nicola Manuppelli – Bowling (mantenere le promesse)

“Ma mi tocca giocare. Perché nessuno può ascoltare questa preghiera e ho una partita da finire”.

2 copertina BowlingÈ Bowling (mantenere le promesse) splendido romanzo di Nicola Manuppelli (1977), nome già conosciuto nel panorama letterario nazionale con i racconti brevi Olimpionica, La scelta, Cenerentola e Conosci quell’uomo, nonché autore de La Fessura. Biografia non ufficiale di Alice Munro e biografo – stavolta ufficiale – dello scrittore americano Chuck Kinder.

In una sera d’inverno di ordinaria incomunicabilità si consuma la frattura profonda di un gruppo di amici che, senza accorgersene, si sono allontanati tra loro pur restando apparentemente vicini. Alle spalle della vicenda, ombra e riflesso costante, c’è il rapporto di coppia del protagonista con la moglie, un legame destinato a sgretolarsi nell’incapacità di comprendersi ancora. Da qui scaturisce il sottotitolo mantenere le promesse che si richiama all’improvvisa e folgorante presa di coscienza di non essere stato in grado di mantenere quel voto d’amore, di protezione, di condivisione offerto in passato con slancio sincero. Bowling ci ricorda così che molto spesso, troppo spesso, non è una malsana intenzionalità o una palese negligenza a infrangere le promesse quotidiane, ma è il corso inarrestabile dell’esistenza, perché la vita – inesorabilmente – va sempre dove vuole. A far da sfondo a questo quadro intimo e bruciante è la sala da bowling, ma soprattutto l’ossessione perfezionistica del personaggio principale e voce narrante, Al, per la performance. Il gioco diventa così metafora della vita, dove appare chiaro che soltanto preservando la tecnica e l’equilibrio perfetto delle forze si possa mantenere l’illusione di una vita altrettanto ordinata. E sarà proprio la rottura di questo modello a far deflagrare la lacerazione ormai insanabile sino a giungere – con abile suspense – a quel punto di non ritorno che ognuno di noi ha toccato almeno una volta e con il quale ha o avrebbe voluto seppellire il quieto vivere e sacrificare le convenzioni sociali al tormento del proprio spirito.

1 Nicola Manuppelli

Un superbo e fluente talento per la scrittura declinato dall’autore in forme e linguaggi diversi che attraverso un fitto intreccio di legami e sollecitazioni si concretizzano in un percorso invidiabile. Nicola Manuppelli, infatti, oltre che romanziere, è anche poeta, traduttore e redattore di prestigiose testate, rivelando una versatilità stilistica d’eccezione. Un vero demiurgo della letteratura.

Se la prosa è particolarmente fluida e si risolve in un universo di interiorità e rapporti umani narrati con spontaneità disarmante e una scrittura senza eccessive contorsioni stilistiche, la sua poesia si dimostra scrigno di vibrante lirismo e di passionale ricerca semantica. Un simbolismo esuberante che, lungi dal porsi come sterile mimesi di una tradizione decadente, è invece attualissimo ed è dislocato su un impianto a più livelli dove la sinestesia gioca con le emozioni, con il sentimento e con l’inafferrabile caducità della vita in un continuo rimando ad atmosfere e citazioni dell’età antica, della mitologia, dei grandi classici della letteratura o dell’arte rinascimentale che dialogano e si mischiano a scene di contemporanea quotidianità, evitando di cristallizzarsi in pose obsolete, ma sondando l’anima con versi che sono “carne e sangue”, velato erotismo ed ebbrezza sensoriale.

Manuppelli – che è anche direttore di una collana di poesia americana per l’editore romano Leconte – è profondo conoscitore ed estimatore della letteratura latina e, nella sua produzione, l’amore per il bello e per l’arte si manifesta anche attraverso riferimenti all’intensa pittura di Giorgione e agli artisti americani delle prime decadi del Novecento. I singoli componimenti, circolati nell’ambiente letterario tra critici e addetti ai lavori, hanno destato molto interesse e la prossima raccolta di poesie si annuncia già, fuor di dubbio, foriera di ulteriore successo e affermazione per il suo autore.

L’arte, inoltre, è legata al primo romanzo attraverso la copertina, appositamente studiata e realizzata da Ivan Manuppelli, meglio conosciuto in ambiente artistico come “Hurricane”, talentuoso fumettista e disegnatore – nonché fratello dello scrittore – fondatore e direttore della rivista The Artist poi convogliata nella mitica Puck e in una serie di lavori anticonformisti e inconfondibili. Bowling, però, vanta anche una sintassi adamantina e scorrevole che ricorda molto la letteratura in lingua inglese e, non a caso, Nicola Manuppelli ne è traduttore ed esperto. Con oltre quaranta traduzioni e curatele in attivo (Mattioli, Fazi, Leconte, Barney), il letterato lombardo è prolifico interprete di grandi narratori anglofoni, un impegno che travalica la mera traduzione, ma si esprime in una serie di iniziative brillanti. A fare una comparazione con i testi originali, queste traduzioni colpiscono per la notevole simbiosi autoriale, laddove – al di là della puntuale trasposizione – Manuppelli ha la straordinaria capacità di entrare nella mente creativa delle sue “creature”: è irlandese con Yeats, uomo dell’Ottocento con Poe, americano con Andre Dubus, filosofo dell’età del jazz con Francis Scott Fritzgerald. Lui, in qualche modo, è tutti loro e ha vissuto tutte le loro vite. Il suo valore, però, non si ferma qui e il poliedrico romanziere orchestra in diverse città d’Italia (soprattutto a Milano e a Rimini, ma non solo) corsi e incontri dedicati alla letteratura americana che spaziano da Stephen King a Ernest Gaines, passando per le sue traduzioni di John Synge, Peter Beagle, Scott Turow, T. Coraghessan Boyle, Frank Baum, Louisa May Alcott, Theodore Dreiser, William Goldman, Chuck Kinder, Edith Wharton, Willa Cather, Nathanael West, William Harris, Ed Field, Dennis Lehane, Joyce Carol Oathes e di tante altre firme notevoli di cui ha personalmente importato e curato l’opera in Italia e con le quali ha in molti casi collaborato.

Eventi organizzati e ideati anche insieme al gruppo indipendente dei “Fuorilegge” – gli Outlaws –collana di letteratura americana, ma soprattutto esemplare sodalizio personale e professionale tra Nicola Manuppelli, l’agente letterario Giorgia Del Bianco – una presenza deliziosa e discreta di grande levatura – Claudio Della Pietà, Michele Crescenzo, Luca Dresda, Christian Dellavedova e Matteo Spinelli (sperando di non tralasciare nessuno), giovani scrittori e letterari di spiccata vivacità intellettuale che, senza supporti particolari e ognuno con le proprie peculiarità, hanno portato e stanno portando in Italia grandi autori autenticamente born in USA, spesso proposti per la prima volta al pubblico italiano.

4 Copertina Io sono Red BakerUna divulgazione condotta non soltanto con traduzioni, incontri e reading, ma anche “di persona” attraverso collegamenti live con gli scrittori d’Oltreoceano, per poter direttamente dialogare e chiacchierare con loro, oppure con visite e tour italiani tra cui quello di Robert Ward, autore di Io sono Red Baker, tradotto appunto da Manuppelli.

E se è vero che il mondo della cultura versa in una fase critica di imperante svuotamento semantico, e le università gli sono ormai drammaticamente distanti, è proprio per merito di persone come Nicola Manuppelli, Giorgia Del Bianco e tutti i Fuorilegge, dal primo all’ultimo, che la letteratura è viva e pulsante, i lettori le si avvicinano con entusiasmo e il sistema editoriale si alimenta di figure di altissima professionalità, purtroppo non sempre supportate adeguatamente. Insomma, se possiamo tenere tra le mani un Dubus o un Ward è grazie a questo incessante lavoro di scouting, traduzione e diffusione e poiché si è appena concluso un ciclo di appuntamenti molto speciali, l’attesa è ora focalizzata sul palinsesto della prossima stagione degli Outlaws.

Attesa legata soprattutto ai nuovi romanzi di Nicola Manuppelli (attivo inoltre con corsi di creative writing) che ha dichiarato di avere in serbo per i suoi lettori una pentalogia e di averne da poco chiuso il “primo atto” di cui è appena apparso un estratto sulla Chicago Quarterly Review. Un progetto composito, intenzionato a sondare generi e suggestioni trasversali che il giovane scrittore milanese riesce a maneggiare con disinvoltura proprio perché – tra le altre cose – è anche un lettore dall’appetito pantagruelico e, si sa, quanto lettura e scrittura partecipino dello stesso universo creativo-intuitivo. Un’irresistibile bramosia dell’anima che sta dando frutti molti interessanti. E pensare che era nato tutto con una tesi su Henry Roth…

Ci basti, per ora, l’inteso e coinvolgente Bowling con il suo micromondo che, in diversa misura, appartiene a tutti noi.

Nicola Manuppelli
Bowling (mantenere le promesse)
Editore: Barney
Anno: 2014
Collana: Corto Circuito
Pagine: 141

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