Print Friendly and PDF

Christopher Wool all’asta. L’ossimoro della rivolta in un’opera da $18M

Christopher Wool, Untitled (Riot) Christopher Wool B. 1955 UNTITLED (RIOT) signed, dated 1990 and numbered W14 on the reverse enamel on aluminum 108 x 72 in. 274.3 x 182.9 cm. Estimate 12,000,000 — 18,000,000 USD
Christopher Wool, Untitled (Riot)
Christopher Wool
B. 1955
UNTITLED (RIOT)
signed, dated 1990 and numbered W14 on the reverse
enamel on aluminum
108 x 72 in. 274.3 x 182.9 cm.
Estimate 12,000,000 — 18,000,000 USD

12 maggio 2015, New York

A volte le immagini non bastano e anche i racconti appaiono come qualcosa di lontano e distaccato dalle nostre vite. A volte per colpire dritto all’anima di chi osserva bisogna scrivere nero su bianco. A volte basta una sola parola per esprimere tutta la forza del concetto.

E’ quanto accade nell’arte di Christopher Wool, uno degli artisti contemporanei più in voga del momento. Poche parole, o anche solo poche lettere per dare voce a qualcosa, come nel caso dell’“Untitled (Riot)” all’asta da Sotheby’s il prossimo 12 maggio in occasione della vendita serale di Post-War & Contemporary Art a New York.

Qui l’immagine caotica di una rivolta si accosta in un ossimoro alla parola RIOT. Breve quanto intensa, scritta nero su bianco, su due righe, con caratteri che appaiono come monoliti. Schietta. Brusca. Incastrata, troncata e ostruita in una griglia rettangolare che le conferisce un tono imperativo, alla cui voce fa eco la stessa parola, dipinta al rovescio, come un riflesso sulla luccicante superficie in alluminio, lasciando allo spettatore il dubbio e la libertà di distorcerne la lettura.

"Untitled (Riot)" di Christopher Wool a confronto con Warhol, Picasso, Delacroix
“Untitled (Riot)” di Christopher Wool a confronto con Warhol, Picasso, Delacroix

Il chiasso e il disordine di una sommossa trovano rigore nelle gigantesche lettere nere che con violenza si stagliano su una superficie bianca. Quella stessa violenza e disperazione che Picasso ha immortalato nel suo Guernica, quella rivolta che avanzava guidata dalla Libertà di Eugène Delacroix, quegli spari nelle serigrafie di Andy Warhol, in Christopher Wool trovano una nuova espressione. Un approccio street che cerca i suoi antenati nell’arte di inizio ‘900: dal cubismo analitico di Picasso e Braque che per primi introdussero l’uso del collage nella pittura, al Futurismo, al Costruttivismo, al Bauhaus che integrarono la tipografia nelle loro produzioni, per poi sfociare nel ready-made, da Duchamp a Jasper Johns.

L’opera all’asta da Sotheby’s a maggio, vanta una stima di 12-18 milioni di dollari, cifra che con qualche rilancio potrebbe scalfire il record in carica dell’artista segnato il 12 novembre 2013 da Christie’s a New York con l’opera “Apocalypse Now”, andando a confermare l’inarrestabile crescita dell’artista che negli ultimi due anni ha incrementato il suo fatturato del 142% per un totale di 61 milioni di dollari.

“Untitled (RIOT)” è stata realizzata da Wool nel 1990 e appartiene a quella serie di opere iniziata nel 1987 che divenne la firma distintiva dell’artista. Proprio nell’87 infatti Wool mentre camminava nel quartiere Lower East Side di New York vide un camion bianco sulle cui fiancate appariva il tag “LUV SEX”. Tornò a casa e ne creò una sua interpretazione pittorica a grandi lettere poste verticalmente l’una sull’altra, stagliate su fondo bianco e liscio.

Assorted front pages of the Daily News Photo by NY Daily News Archive via Getty Images
Assorted front pages of the Daily News
Photo by NY Daily News Archive via Getty Images

La sua arte viene dalla strada quindi, ma si accosta ad un pensiero critico postmoderno, andando ad indagare sul linguaggio, sfidandone la leggibilità e l’obiettività. Passando dalla capacità di lettura ad un’incessante spinta reinterpretativa, e strizzando l’occhio ai titoli di giornali nei quali ogni giorno ci imbattiamo.

Per maggiori info clicca qui.

Commenta con Facebook

leave a reply

*