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Intervista a Urs Stahel, curatore mostra di Emil Otto Hoppé al MAST

Al Mast di Bologna è di scena Emil Otto Hoppé con 190 foto in bianco e nero (vintage e modern prints) sulle realtà industriali dei paesi del mondo, scattate dal 1912 al 1937. Un documento eccezionale, mai esposto prima. Nelle sale della Fondazione scorrono le immagini dei cantieri navali di Liverpool (1928), del Delaware Bridge di Filadelfia (1926), la costruzione di un dirigibile alle Officine Zeppelin (1928) e gli operai al lavoro nelle fabbriche di locomotive Borsig a Berlino (1928).

Emil Otto Hoppé
Emil Otto Hoppé
Rotary Kilns Under Construction in the Boiler Shop,
Vickers-Armstrongs Steel Foundry, Tyneside,1928, England
Modern Digital Print
© E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance

Alle emblematiche immagini dell’era moderna, scattate da uno dei più celebri fotografi del mondo, il tedesco Hoppé, nato a Monaco di Baviera nel 1878 e morto in Inghilterra nel 1972, inspiegabilmente sparito dalla storia della fotografia, dopo una fama paragonabile a quella di Richard Avedon, si affiancano una serie dei ritratti dove figurano, il taglialegna, la donna bavarese, lo scienziato o l’operaio oppure la foto dei raffinati banchieri della Borsa di Londra (1937) accanto a quella dei minatori di carbone (1935).

Emil Otto Hoppé
Emil Otto Hoppé. Skeleton of Graf Zeppelin, Friedrichshafen, 1928, Germany
Modern Digital Print
© E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance

La ricca galleria di grande fotografia prosegue al pian terreno con il video di Graham Howe Direttore E. O. Hoppé Estate Collection che racconta la storia di questo geniale e versatile autore e con le proiezioni digitali dei molti temi sviluppati da Hoppé, come l’Africa, l’Australia, i Nudi, ai danzatori dei Ballets Russes e i suoi celebri ritratti, da Vita Sackville West a Thomas Hardy, da Filippo Tommaso Marinetti a Ezra Pound e i più famosi personaggi dell’epoca edoardiana londinese ai quali nel 2011 la National Portrait Gallery di Londra ha dedicato un’esposizione). La mostra è a cura di Urs Stahel , curatore di Photo Gallery MAST di Bologna.

Emil Otto Hoppé
Emil Otto Hoppé

Chi era Emil Otto Hoppé ?
Nel 1902 decise di diventare cittadino inglese. Iniziò a lavorare per la Deutsche Bank a Londra ma nel 1907 lasciò il suo lavoro e si dichiarò fotografo e ritrattista in un periodo in cui dominava il Pittorialismo.
Hoppé è stato uno dei più importanti fotografi dell’era moderna. È al contempo moderno e conservatore, idealista, romantico e pragmatico; è artista e uomo d’affari ha interesse per le cose pratiche, per il denaro, per la fotografia e per la condizione umana, per il corso delle cose, per la fusione di vecchio e di nuovo dell’industria, per il mondo in generale e per le sue opere.

Ma come mai è scomparso dalla scena della fotografia?
Per un errore del destino. Nel corso del Novecento, dagli anni Dieci agli anni Quaranta, è stato celebratissimo a Londra per i suoi ritratti e si può considerare il Richard Avedon di quell’epoca. La scelta di Cecil Beaton di diventare fotografo si deve alla sua grande ammirazione per i lavori di Hoppé . Nel suo studio in South Kensington, una casa atelier di ventisette stanze e quattro piani, ex residenza del pittore vittoriano John Everett Millais sono passati i più grandi nomi dell’imprenditoria e della politica a partire da Re Giorgio V e dalla Regina Mary nonché i maggiori filosofi, poeti, scrittori e artisti. Ma, all’età di 76 anni decise di vendere cinquant’anni del suo lavoro a un archivio fotografico di Londra . E qui la sua immensa raccolta, catalogata per argomento , insieme a milioni di altre immagini, rimase sepolta per molto tempo.

E come è stata riscoperta?
A metà degli anni novanta la collezione di Hoppé fu riscoperta grazie alla società di servizi museali Curatorial Assitance Inc, di Pasadena in California e nell’arco di un decennio, ricostruita e digitalizzata per valutarne il contenuto.

I 190 scatti esposti al MAST documentano le fabbriche nel mondo?
Accanto ai siti industriali tedeschi ci sono le fabbriche inglesi, statunitensi, australiane e indiane. Hoppé ci offre immagini straordinarie delle centrali idroelettriche, degli impianti industriali, delle turbine , dei cantieri navali, dell’accelerazione dei processi industriali . E ci mostra la fabbrica dall’esterno, come edificio, come architettura, incastonata in un paesaggio industriale.

Cosa rappresentavano per Hoppé le innovazioni industriali e il progresso?
Una miscela di arte e di scienza, di conquista umana e dono divino. Il suo approccio, il suo pensiero e la sua fotografia riflettono una concezione dell’uomo e delle sue conquiste sulla natura profondamente esistenziale e romantica, a volte perfino spirituale.

Si parla di occhio inconfondibile e spiccato senso della composizione fotografica per Hoppé.
In ognuna delle sue immagini cerca un “sound”, cerca – come lui stesso tenta di spiegare – quella profondità, quella sonorità, capace di unire l’immagine di un uomo, di un paesaggio, di una fabbrica con la sostanza dell’essere capace di unire mondo esteriore e mondo interiore.

Emil Otto Hoppé
Emil Otto Hoppé
Rendezvous at the London Stock Exchange, 1937, England
Vintage gelatin silver print
© E.O. Hoppé Estate Collection / Curatorial Assistance

 

 

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INFORMAZIONI UTILI:
Emil Otto Hoppé – Il Segreto svelato
Fotografie industriali, 1912-1937
MAST
Via Speranza 42, Bologna, Italy
21 Gennaio – 3 Maggio 2015
Orari di apertura Martedì–Domenica 10.00 – 19.00
Ingresso gratuito
www.mast.org
segreteria@fondazionemast.org

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