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La bellezza oltre la bellezza: Richard Avedon e lo stile dello stile. Beyond Beauty

Richard Avedon
Richard Avedon. Twiggy, hair by Ara Gallant, Paris. January 1968

Richard Avedon, professione: creatore di icone.

E non si parla dell’oro metafisico delle rappresentazioni sacre bizantine. E nemmeno dell’immota sacralità di ieratiche Madonne ammantate. C’è la luce, ma non è un’emanazione divina, bensì una luminosità ricreata con sapienza pittorica. E ci sono vesti, abiti e stoffe, che svelano invece di coprire, fasciano invece di costringere, rivelano la personalità invece di negarla.

La mostra allestita negli eleganti spazi della sede romana della Gagosian Gallery – una felice fusione tra contenitore e contenuto – offre la possibilità, non solo ad un pubblico sofisticato, di ammirare gli scatti di uno dei più importanti fotografi del nostro tempo. Beyond Beauty è una retrospettiva che intende ripercorrere, liberamente e senza vincoli cronologici o espositivi, l’originale carriera di un artista che ha saputo travalicare confini invisibili per arrivare, attraverso opere indimenticabili e inconfondibili, a definire l’immaginario di un’intera epoca.

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“RICHARD AVEDON: Beyond Beauty”. Installation view. Artwork © The Richard Avedon Foundation. Photo by Matteo D’Eletto

Arruolatosi nella Marina Mercantile Americana (dopo aver abbandonato gli studi in filosofia) durante la Seconda Guerra Mondiale, il giovane Richard (New York, 1923-2004) inizia il proprio sodalizio con la macchina fotografica in modo inaspettato: il suo compito era infatti quello di scattare foto identificative. Approccio allora completamente privo di pretese estetizzanti e aspirazioni artistiche, ma che si rivelò comunque fondamentale per l’instaurazione di un rapporto di profonda confidenza con l’obbiettivo e coi volti che davanti a questo si ponevano. Un esordio “umile” dunque, ma destinato a trasformarsi presto in una vera e propria vocazione.

Il successo professionale si afferma tramite la collaborazione con le più prestigiose riviste di moda del periodo: Harper’s Bazar, Vogue, The New Yorker. Per le loro pagine patinate Avedon ha realizzato fotografie memorabili, immortalando con ironia e intuizione (nonché con grande sperimentazione, nell’arco di una carriera durata sessant’anni) la varietà dell’universo femminile. Rari esemplari umani ai quali conferisce inusuale vitalità, donne rappresentate in tutta la loro naturalezza e complessità, corpi e volti vivi dotati di quella grazia innata che solo il suo genio sembra aver adeguatamente valorizzato.

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RICHARD AVEDON. Audrey Hepburn and Art Buchwald, with Simone D’Aillencourt, Frederick Eberstadt, Barbara Mullen, and Dr. Reginald Kerman, evening dresses by Balmain, Dior, and Patou, Maxim’s, Paris, August 1959, 1959. Gelatin silver print. 20 × 24 inches (50.8 × 61 cm). Ed. of 25 © The Richard Avedon Foundation

Rifiutando la faziosa distinzione tra fotografia artistica e commerciale, Avedon è riuscito a creare un corpus sorprendentemente ampio in cui convivono bellezza iconica e anticonvenzionale, un repertorio di immagini mondane dove i canoni imposti dalla cultura dell’apparenza si mescolano a ideali estetici decisamente meno ortodossi. Grazie ad un impeccabile rigore stilistico egli ha saputo rivendicare la dignità artistica della fotografia di moda, imprimendo ai suoi lavori una qualità formale sempre elevata riscontrabile nella padronanza della composizione e nello studio attento di ambientazioni e caratteri.

L’esposizione inizia con la serie di fotografie en plein air denominata Early Paris Fashion Portfolio, con brani di vita parigina caratterizzati da un raffinato realismo che li rende una sorta di reportage di costume. Il nucleo più consistente, è costituito dai ritratti femminili, soggetti egemoni nella produzione avedoniana. Non solo bellissime modelle vestite con abiti firmati dalle griffe più in voga, ma anche dive e aristocratiche: l’eterea Jaqueline Kenedy (1958), l’altera Marella Agnelli (1953), una Marilyn Monroe dall’aria assorta (1957), una Brigitte Bardot dall’espressione quasi sfrontata (1959) e Sophia Loren (1970) con una chioma voluminosa. Se le prime diventano tutt’uno con ciò che indossano configurandosi come corpi in movimento di cui le stoffe vorticanti non sono che il riverbero nello spazio, le seconde appaiono maggiormente chiuse in se stesse, fissate nella loro riconoscibilità fisionomica e sociale.

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“RICHARD AVEDON: Beyond Beauty”. Installation view. Artwork © The Richard Avedon Foundation. Photo by Matteo D’Eletto

Vi sono poi casi in cui a emergere sono le peculiarità caratteriali del personaggio. Così vediamo un’attempata ma sempre elegantissima Gabrielle Chanel (1958) tendere il colo e sporgere le labbra in un’arcigna smorfia di rimprovero, o miti musicali come Janis Joplin (1969) e Tina Turner (1971) manifestare tutta la loro vulcanica grinta. A conclusione del percorso la conturbante serie del 1995 In Memory of the Late Mr& Mrs. Comfort, dove la fotomodella Nadja Auermann posa con uno scheletro in scenari decadenti e improbabili. Un’estrema vanitas che unisce l’ostentazione di un lusso tanto eccentrico quanto effimero a perversioni necrofile non prive di sprezzante sarcasmo. E dopo quest’ennesima prova di estrosità non si può che attribuire a Richard Avedon il grande merito di aver saputo, per mezzo di soluzioni innovative, dar forma allo stile. Con stile.

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Warhol by Richard Avedon
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“RICHARD AVEDON: Beyond Beauty”. Installation view. Artwork © The Richard Avedon Foundation. Photo by Matteo D’Eletto

INFORMAZIONI UTILI

AVEDON: Beyond Beauty
27 febbraio – 11 aprile 2015

GAGOSIAN GALLERY
VIA FRANCESCO CRISPI 16 T. +39.06.4208.6498
00187 ROME ITALY E. rome@gagosian.com
ORARI: mar–sab: 10:30–19:00 e su appuntamento

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