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Verità sulla Gioconda: Presto i risultati del C14 su Lisa Gherardini

Sono in corso da più di un anno le indagini scientifiche per individuare le spoglie di Lisa Gherardini, la Monna Lisa che dipinse Leonardo tra il 1503 e il 1517, rendendola un’icona di fama mondiale.

“Tra quindici giorni, al più tardi un mese, si avranno i risultati degli esami al carbonio 14 sui tre resti mortali rinvenuti nel convento di Sant’Orsola a Firenze, precedentemente ritenuti di secondo livello, che potrebbero rivelare, con approssimazione, se tra questi ci sono le spoglie di Lisa Gherardini, la modella a cui si ispirò Leonardo per dipingere la Gioconda” – ha affermato il presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali, Silvano Vinceti.

Leonardo Da Vinci
Il luogo, visibile per la prima volta, dove Leonardo Da Vinci visse circa 4 anni e realizzò il cartone di Sant’Anna, incontrò Raffaello e lavorò sulla Gioconda, Firenze, 5 marzo 2015.

Probabilmente però non sarà possibile compiere “l’esame del Dna comparativo per l’impossibilità di estrarre del Dna dai famigliari della Gherardini” – ha spiegato il presidente. Tuttavia – ha aggiunto – l’esame al carbonio 14 confermerà “che i tre resti mortali sono del periodo cinquecentesco e per uno dei tre i picchi di probabilità rientrano nell’arco di tempo coincidente con la morte della Monna Lisa, allora si potrà affermare, con altissima probabilità, di aver ritrovato la Gioconda. Con la prova del Dna potremo essere in grado di ricostruire i colori degli occhi, dei capelli e la carnagione”.

Leonardo da Vinci, Gioconda
Leonardo da Vinci, Gioconda

Inoltre, ricostruendo gli spostamenti del genio del Rinascimento, Vinceti racconta che Leonardo fu ospitato con la sua corte di allievi nella Basilica della Santissima Annunziata dal 1500 al 1504. A questo periodo e a questo luogo si attribuisce il Cartone di Sant’Anna, ma si è certi che lavoro anche alla Gioconda. A darne prova è anche Raffaello che in quel periodo visitò Firenze incontrò Leonardo e Michelangelo, e produsse tre ritratti di donne, tra cui la Dama con Liocorno che si presenta nella stessa posa e nella stessa ambientazione della Monna Lisa. Una sola differenza: le colonne dipinte sullo sfondo, che però non mancano in uno studio preparatorio dell’opera di Leonardo.

Raffaello Sanzio, Dama con Liocorno
Raffaello Sanzio, Dama con Liocorno

“La nostra tesi – ha spiegato Vinceti – è che Leonardo venne sistemato nella sagrestia e la corte venne ospitata in un altro luogo della basilica. Se qualcuno mi chiede però se ne abbiamo la certezza assoluta, io dico che c’è la certezza assoluta che Leonardo è stato qui per quattro anni. Le ricostruzioni storiche dicono che questa era la stanza dove lui viveva, vicinissima alla basilica dove lui doveva andare a fare quella pala che però non ha mai fatto”.

Pare inoltre, secondo gli studi di Vinceti che Padre Don, colui che nel 1620-30 fece a Fontainbleau l’inventario delle opere possedute dal Re di Francia, non fu il primo ad usare il termine Gioconda. “Il testamento del Salai, ritrovato negli archivi di Stato a Milano, fa risalire il nome Joconda al 1523, mentre, secondo gli storici, la Gioconda sarebbe stata venduta prima di quell’anno” – ha concluso Vinceti. “Questo ritrovamento apre un mistero sulla presenza di più di una Gioconda. Io pongo solo delle domande che dovranno trovare delle risposte”.

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