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Studio Ghibli: quale futuro per lo studio di Hayao Miyazaki?

La Città Incantata, 2001 (Hayao Miyazaki)
La Città Incantata, 2001 (Hayao Miyazaki)

In queste ore è rimbalzata per la rete la notizia della chiusura dello Studio Ghibli, lo storico studio di animazione giapponese capeggiato dal premio Oscar e Leone d’Oro Hayao Miyazaki (La Città Incantata, La Principessa Mononoke, Nausicaa) da ormai trent’anni. In verità non si tratta di una vera chiusura, ma di un pausa che lo studio ha deciso di prendersi in seguito al ritiro dello stesso Miyazaki, annunciato lo scorso settembre dopo la presentazione del suo ultimo film, Si Alza Il Ventoche pare verrà distribuito in Italia il prossimo settembre.

Hayao Miyazaki aveva già annunciato l’intenzione di appendere la matita al chiodo dopo la realizzazione della Principessa Mononoke (1997) per lasciare spazio agli animatori cresciuti negli anni all’interno dello studio Ghibli. I tempi evidentemente non erano maturi e Miyazaki tornò alla regia nel 2001 con La Città Incantata, che gli valse una rinnovata fama mondiale e un premio Oscar: un successo senza precedenti.

Gorō Miyazaki, figlio di Hayao, ha provato a raccogliere l’eredità artistica del padre mettendosi alla regia di due film dello studio  –I Racconti di Terramare, presentato a Venezia nel 2006 e La Collina dei Papaveri (2011)- ma i risultati sono stati privi del necessario carattere e poesia. La stessa Le Guin, autrice della seria di romanzi da cui è stato tratto I Racconti di Terramare, storse il naso per il risultato un po’ scialbo.

La Principessa Splendente, 2013, Isao Takahata
La Principessa Splendente, 2013, Isao Takahata

Isao Takahata, braccio destro, socio e mentore di Miyazaki, nonostante l’alta qualità dei lavori risulta non essere abbastanza commerciale, La Principessa Splendente, ad esempio, ha richiesto una lavorazione complessiva di  8 anni e un investimento di 5 miliardi di yen (quasi 36 milioni di Euro) per chiudere al botteghino con soli di 2,3 miliardi di yen, risultando quindi in netta perdita.

Hiromasa Yonebayashi è invece il più giovane regista dello studio, e al momento parrebbe essere l’unico potenziale erede del maestro Miyazaki. Con il suo primo lungometraggio –Arrietty (2010)- è riuscito a far incassare allo studio più di 9 miliardi di yen, ma non è riuscito a bissarne il successo con il nuovo Omoide no Marnie, che nella prima settimana ha incassato 379 milioni di yen (Arrietty ne aveva rastrellati ben 885).

Certo è che i costi di produzione per le tecniche di animazione tradizionali sono considerati sempre più un lusso e lo Studio Ghibli ad oggi è rimasto l’unico in Giappone a non adottare tecniche di grafica computerizzare; la concorrenza dei prodotti Disney poi è sempre più agguerrita, con una ritrovata vitalità grazie al fenomeno di Frozen, che ha sbancato anche al box-office giapponese con cifre da capogiro diventano uno dei film più visti di sempre. Ecco quindi il bisogno di una pausa decidere la strategia migliore per proseguire nel migliore dei modi.

Quello dello Studio Ghibli è quindi un futuro molto incerto, che senza la figura carismatica del grande Hayao Miyazaki crediamo faticherà non poco a trovare una direzione vincente. Incrociamo le dita.

Si Alza il Vento, 2013, Hayao Miyazaki
Si Alza il Vento, 2013, Hayao Miyazaki

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2 Commenti

  • Purtroppo Omoide no Marnie (Memories of Marnie), uscito dopo 5 mesi di follia totale per Frozen, ha avuto un debutto disastroso per gli standard dello Studio Ghibli, di certo non paragonabile minimamente a La Citta’ Incantata (Spirited Away) che è il più grande incasso della storia in Giappone (oltre 30 miliardi di yen, Frozen si è fermato a 25). Tale debutto fa prevedere che per l’ennesima volta gli eredi di Miya non rientreranno nelle spese, da qui probabilmente la decisione definitiva.

    • Provvediamo ad aggiornare il contenuto, grazie per la precisazione: sui dati degli incassi delle opening week c’è un po’ di confusione in rete.

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