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Giornata della Memoria. Per ricordarsi di ricordare

Già nella giornata di ieri e così anche oggi, il Memoriale della Shoah di Milano è eccezionalmente aperto al pubblico con a disposizione guide d’eccezione, tra cui Gad Lerner, Lella Costa,  Natalia Aspesi e Ferruccio de Bortoli.

 

 

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi

 

Il Memoriale della Shoah di Milano (Binario 21) sorge in un’area della Stazione Centrale situata al di sotto dei binari ferroviari ordinari. L’area era originariamente adibita al carico e scarico dei vagoni postali e aveva accesso diretto a Via Ferrante Aporti. Tra il 1943 e il 1945 questo fu il luogo in cui centinaia di deportati furono caricati su vagoni merci, che venivano sollevati tramite un elevatore e trasportati così al sovrastante piano dei binari. Una volta posizionati alla banchina di partenza, venivano agganciati ai convogli diretti ai campi di concentramento e sterminio (Auschwitz-Birkenau, Bergen Belsen) o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano. Dagli stessi binari partirono anche numerosi deportati politici, destinati al campo di concentramento di Mauthausen o ai campi italiani.

30 gennaio 1944
Sul convoglio partito dal binario 21 nella fredda mattina del 30 gennaio 1944 c’era Liliana Segre: aveva 13 anni e partì con suo padre, morto ad Auschwitz. Liliana Segre è una dei pochissimi superstiti: dei 605 ebrei deportati quella mattina tornarono a casa soltanto in ventidue.

Uno spazio per favorire la convivenza civile
Il progetto nasce con l’obiettivo di realizzare – nello stesso luogo in cui ebbe inizio a Milano l’orrore della Shoah – uno spazio che non solo ci “ricordi di ricordare”, rendendo omaggio alle vittime dello sterminio, ma che rappresenti anche un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. 

Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c’era, per chi c’è ora ma soprattutto per chi verrà.

Il progetto del Memoriale, realizzato dallo Studio Morpurgo de Curtis Architetti Associati, si estende su una superficie di circa 7.000 mq e si sviluppa su due piani, piano terreno e piano interrato. È caratterizzato dal totale rispetto della morfologia originaria dell’area, al fine di mantenere la specificità dell’identità del sito di deportazione. Si tratta di un sistema di spazi integrati in sequenza che disegnano un percorso tematico: dalla “Sala delle testimonianze”, dedicata alle voci dei sopravvissuti, fino al “cuore” del Memoriale: il “Binario della Destinazione Ignota” e il “Muro dei Nomi”, dove sono ricordati i nomi di tutte le persone deportate dal Binario 21.

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