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Evento storico. Dopo 400 anni gli Arazzi di Raffaello tornano nella Cappella Sistina

Esposizione Arazzi di Raffaello Foto Pietroluigi Tombari - ArtsLIfe Esposizione Arazzi di Raffaello Foto Pietroluigi Tombari - ArtsLIfe
Esposizione Arazzi di Raffaello Foto Pietroluigi Tombari - ArtsLIfe
Esposizione Arazzi di Raffaello, foto Pietroluigi Tombari – ArtsLIfe

Per la prima volta dopo 400 anni, tutti gli arazzi concepiti da Raffaello per la Cappella Sistina saranno visibili ai visitatori. Una rievocazione storica che apre nel migliore dei modi le celebrazioni raffaellesche del 2020 in occasione dei 500 anni dalla morte dell’urbinate. Ne parlano con ArtsLife il Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta e la curatrice della  mostra, Alessandra Rodolfo

Una rievocazione storica

Lo avevamo annunciato nel nostro articolo del mese scorso, ed ora l’eccezionale rievocazione storica degli Arazzi di Raffaello nella Cappella Sistina si è materializzata sotto i nostri occhi in un tripudio di tale bellezza che è difficile non solo descrivere ma perfino immaginare.

In occasione delle celebrazioni per il V centenario della morte di Raffaello Sanzio (Urbino 1483-Roma 1520), dal 17 al 23 febbraio i preziosi arazzi della serie “Atti degli Apostoli” realizzati su cartoni di Raffaello saranno esposti nella Cappella Sistina.

Una visione rarissima

Un evento eccezionale, storico ed artistico al tempo stesso. Le ultime notizie note della presenza degli arazzi nella Sistina sono di fine Cinquecento. Una visione rarissima perché dal Sei-Settecento gli arazzi sono stati usati in altro modo: venivano appesi nel portico della Basilica di San Pietro durante le cerimonie o messi nella scala regia dove onoravano il passaggio del Pontefice, tanto per fare degli esempi.

Esposizione Arazzi di Raffaello Foto Pietroluigi Tombari - ArtsLIfe
Esposizione Arazzi di Raffaello, foto Pietroluigi Tombari – ArtsLIfe

Le due esposizioni del 1983 e del 2010  furono parziali (quindi non con tutta la serie completa degli arazzi) e solo per un tempo molto limitato.

“Non si era mai visto niente di più bello al mondo”

Tre sono i protagonisti di questa serie di capolavori, considerati nel loro genere tra i più belli e importanti al mondo. Un Papa colto e raffinato – Leone X  –  che affida a un giovane Raffaello la realizzazione dei cartoni preparatori per una serie di arazzi destinati a rivestire la zona inferiore delle pareti affrescate a finti tendaggi. Infine, la nota bottega del tessitore Pieter van Aelst che enfatizza ai massimi livelli il virtuosismo tecnico del geniale artista.

Entro il 1521 tutti e dieci i panni, insieme ai due fregi delle Ore e delle Stagioni, arrivarono in Vaticano. I primi sette arazzi, giunti a Roma entro il 1519, furono esposti il 26 dicembre 1519 in occasione della Santa Messa del giorno di Santo Stefano in Cappella Sistina. Il cerimoniere della Cappella Papale, Paris de Grassis, annotava che:

 

A universale giudizio non si era mai visto niente di più bello al mondo

 

Gli ultimi tre arazzi della serie, San Paolo in carcere, Morte di Anania e San Paolo ad Atene, entrarono in Vaticano entro il 1521.

Raffaello e Michelangelo

Forse non si poteva celebrare Raffaello in un modo più sorprendente e suggestivo. Riproponendo, probabilmente per la prima volta dopo quattrocento anni, tutti gli arazzi da lui concepiti proprio per la Cappella Sistina, completandone il messaggio teologico.

Esposizione Arazzi di Raffaello Foto Pietroluigi Tombari - ArtsLIfe
Esposizione Arazzi di Raffaello, foto Pietroluigi Tombari – ArtsLIfe

Come spiega Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani:

La Cappella Sistina viene sempre identificata con Michelangelo e con i grandi “quattrocentisti” che nel XV secolo l’affrescarono lungo le pareti, ma è a Raffaello che dobbiamo il completamento iconografico, teologico e catechetico di quel luogo universale con la realizzazione degli arazzi con le storie di San Pietro e San Paolo, i patroni della Città Eterna e della Chiesa Romana, che egli inaugurò, alla presenza del suo grande committente Papa Leone X de’ Medici il giorno di Santo Stefano del 1519, a pochi mesi dalla sua improvvisa e prematura morte.

All’epoca non c’era ancora il Giudizio Universale, ma il dialogo con Michelangelo si percepisce intimamente con quelle figure monumentali e le ampie campiture di colore, certamente dettate dal particolare medium con il quale l’urbinate si doveva rapportare, ma anche influenzate dalla  serie di affreschi michelangioleschi sulla volta.

Del resto, per capire davvero Raffaello, come spiega la Jatta, non si può prescindere dai Musei del Papa che hanno il privilegio di essere i depositari dei più importanti cicli pittorici del grande artista..

Un grande sforzo organizzativo

Ovviamente spostare  i manufatti – 50 kg per una superficie di circa 30 mq ciascuno – dalla sala VIII della  Pinacoteca Vaticana, dove sono normalmente esposti a rotazione  – per allestirli nella Cappella Sistina ha determinato un notevole sforzo organizzativo e un  lavoro corale  di oltre tredici ore.

arazzi di Raffaello nella Cappella Sistina, lavori
Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei

Intervista alla curatrice Alessandra Rodolfo e alla Direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta

Ne abbiamo parlato con  Alessandra Rodolfo, curatrice dell’esposizione degli Arazzi e dei Reparti Arazzi e Tessuti e Arte dei secoli XVII e XVIII dei Musei Vaticani:

“Abbiamo preso tutte le precauzioni del caso – tra l’altro gli arazzi sono foderati sul retro quindi non sono a contatto con la pittura -, sono stati continuamente monitorati. I ganci – che sono gli antichi ganci – sono stati tutti controllati. Tutto è avvenuto nella massima sicurezza possibile”.

Può accennarci qualcosa sullo stato di conservazione degli arazzi?

Alcuni hanno una conservazione diversa perché hanno avuto delle vicende storiche importanti. Sono stati portati via con il Sacco di Roma del 1527, sono ritornati e poi sono stati riportati via a fine Settecento dai francesi, per essere recuperati nell’Ottocento. Insomma, hanno avuto una vita travagliata, quindi alcuni sono conservati meglio di altri.

Quale concetto c’è alla base della importante commissione di Papa Leone X al giovane Raffello?

L’idea era quella di completare il messaggio religioso della Cappella. Lo spazio a disposizione era quello delle pareti  affrescate a finti tendaggi. Dal punto di vista cronologico sono stati realizzati prima gli affreschi dei maggiori artisti del Quattrocento, poi gli episodi della Vita di Mosè e di Cristo, quindi l’Antico e il Nuovo Testamento. Giulio II affida a Michelangelo la volta – quindi l’Origine del mondo e la Creazione – l’idea successiva era quella di completare questo messaggio. Quindi dall’Antico Testamento si passava al Nuovo e dal Nuovo agli Atti degli Apostoli. Un messaggio religioso che poi sarà completato dal Giudizio Universale.

In base a quale criterio avete allestito gli arazzi nella Cappella Sistina?

C’è stato un  lavoro impegnativo iniziato tempo prima con una programmazione concettuale. Abbiamo studiato i pochi antichi documenti che esistono sulla presenza degli arazzi in Sistina. Sono stati effettuati tutta una serie di studi che ci hanno portato a conoscenza di varie teorie non tutte omogenee. Abbiamo deciso di proporre questo allestimento perché era una rievocazione di quello che poteva essere stato e che ci permette di presentare tutti gli arazzi al gran completo nella Cappella Sistina dopo le brevi esposizioni parziali de 1983 e del 2010.

Gli arazzi saranno esposti per una settimana. L’ultimo giorno di visita coinciderà con l’ingresso gratuito ai Musei Vaticani. C’è un messaggio dietro questa scelta?

Il messaggio è quello di far vedere anche ai romani – che vengono poco ai Musei Vaticani – o comunque a tutti, anche a chi non si può permettere il prezzo del biglietto, un capolavoro come questo. Penso sia un bel messaggio.

Ci saranno altre iniziative per la celebrazione di Raffaello?
Si, questa è solo una delle tante iniziative che si susseguiranno nel tempo, compreso un importante convegno.
Esposizione Arazzi di Raffaello Foto Pietroluigi Tombari - ArtsLIfe
Esposizione Arazzi di Raffaello – Foto Pietroluigi Tombari – ArtsLIfe
Chiediamo invece al Direttore dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, se nella serie degli arazzi ne può segnalare uno in particolare che si contraddistingue – dal punto di vista iconografico o concettuale – dagli altri:

Indubbiamente La Pesca Miracolosa.

Può spiegare il motivo ai nostri lettori?

Guardate il cromatismo, guardate l’abilità tecnica nel rendere l’acqua. Pensate che stiamo parlando di un tessuto, di fili di seta policromi, un tessuto alla rovescia. E se poi guardate il cartone che si trova al Victoria and Albert Museum di Londra vi rendete conto come la bottega tessitore Pieter van Aelst – come effettivamente aveva la reputazione di essere – era una bottega straordinaria e non a caso il Pontefice manda i cartoni nelle Fiandre.

Quale è stata l’idea di fondo che ha generato questo progetto espositivo?

L’idea che in qualche modo ci ha mosso prende spunto dalle parole del Santo Padre ed è quella di condividere. Quando è venuto a trovarci lo scorso 18 ottobre ci ha detto che questi devono essere dei musei aperti che in qualche modo possano condividere le loro opere d’arte con tanti. Soprattutto che possano veicolare attraverso l’arte tanti valori importanti. Forse è un azzardo per la delicatezza di questi arazzi, ma è molto bello il messaggio che ci da il Santo Padre di condivisione con tanti. Il messaggio di Pietro e Paolo è quello di portare il Verbo alla gente.

Pesca Miracolosa. Arazzo di Raffaello
Pesca Miracolosa,fFoto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei

Informazioni

Dal 17 al 23 febbraio (orario di apertura museale e secondo le consuete modalità di visita).

Orario di visita da lunedì 17 a sabato 23 febbraio 2020: ore 9,00-18,00 (ultimo accesso ore 16,00). Visita libera inclusa nel biglietto d’ingresso dei Musei Vaticani.

Orario di visita domenica 23 febbraio 2020: ore 9,00-14,00 (ultimo accesso ore 12,30). Visita libera gratuita poiché ultima domenica del mese.
Info: www.museivaticani.va 

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