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Il più grande, il più misterioso: il Labirinto della Masone presenta il suo programma per Parma 2020

Dopo la pausa invernale, il Labirinto della Masone (Fontanellato, Parma) riapre le sue porte e presenta un programma più fitto che mai. Tra arte e natura, si rinnova quindi il fascino di un luogo misterioso e sempre attuale.

Il fascino del labirinto affonda le sue radici nella classicità e nel corso dei secoli continua a rinnovarsi, senza perdere però il suo fascino misterioso e arcaico. Suggestione che si fa ancora più persuasiva quando si entra nel labirinto più grande del mondo. Situato a Fontanellato, in provincia di Parma, vanto otto ettari di terreno e lega le sue origini a una promessa fatta nel 1977 da Franco Maria Ricci, fondatore del labrinto, allo scrittore Jorge Luis Borges, affascinato da sempre dal simbolo del labirinto come metafora della condizione umana. Nel 2015 il Labirinto della Masone è diventato realtà e oggi sabato 8 febbraio, dopo la pausa invernale, riapre le porte con un calendario mai stato così ricco.

Nel complesso delle iniziative programmate per Parma 2020, capitale italiana della cultura, il Labirinto della Masone propone un’offerta che si spinge anche fuori dai limiti della sua struttura canonica. Se fino al 15 marzo sarà ancora visitabile la mostra Wendingen 1918-1931 – “Rivolgimenti” sospesi tra Jugendstil e astrazione – in esposizione le le copertine dell’iconica rivista di arte e architettura olandese – dal 18 aprile al 27 settembre 2020 sarà visitabile la mostra principe della programmazione del labirinto: Umberto Eco, Franco Maria Ricci. LABIRINTI. Storia di un segno. L’idea è di trasformare il Labirinto in un vero e proprio metalabirinto, introducendo i visitatori in un percorso multimediale di parole e pensieri, tra allestimenti scenografici e digitali e prestiti di rilievo, alla scoperta della storia e del significato di uno dei simboli più antichi al mondo. La mostra inaugurerà in concomitanza con l’apertura della seconda edizione della rassegna internazionale di bibliofilia Il filo d’Arianna (17, 18 e 19 aprile 2020).

Oltre all’impegno espositivo – a cui si aggiunge anche il Museo della collezione Ricci, che ospita oltre 500 opere – si aggiungono gli appuntamenti a tema naturalistico. Nei venerdì di marzo (6, 13, 20, 27) torna la rassegna di incontri Giardini di marzo, con conversazioni che spazieranno dalla storia del giardino al restauro del paesaggio al giardino in cucina, mentre ad ottobre (10 e 11) ci sarà la quinta edizione di Under the bamboo tree, con due giorni di eventi interamente dedicati al bambù e un particolare focus sulla sostenibilità. D’estate, infine, spazio alla musica con il festival di elettronica e ambient LOST, che si terrà al Labirinto dal 12 al 14 giugno.

Per quanto riguarda le attività del Labirinto al di fuori dei suoi spazi, il più importante è di certo Franco Maria Ricci: I SEGNI DELL’UOMO. La mostra – che ricostruirà la figura del grande editore e intellettuale – sarà allestita nelle splendide sale di Palazzo Pigorini di Parma. L’esposizione, organizzata dal Comune di Parma in collaborazione con la Fondazione Franco Maria Ricci e curata da Giorgio Antei e Maddalena Casalis, è l’occasione per la città di offrire un tributo a un suo figlio illustre. Editore e collezionista, la persona di Franco Maria Ricci viene ricostruita tramite immagini e filmati inediti, oltre che alle grandi copertine delle sue edizioni, protagonisti di un allestimento dal forte impatto scenografico.

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