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Art Paris 2020. Dalla Spagna al Medio Oriente, tutte le novità della fiera parigina

Art Paris 2020 Hassan Hajjaj, Afrikan Boy Sittin’, 2013 *

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Primavera all’insegna dell’arte a Parigi. Al Grand Palais arriva Art Paris 2020 (2-5 aprile), la fiera di moderno e contemporaneo che segna ormai un appuntamento fisso per gli addetti ai lavori. Tra progetti speciali, focus e artisti emergenti, ecco cosa aspettarsi dalla 22esima edizione.

Dopo il Salon du Dessin (25-30 marzo) e Drawing now (26-29 marzo), le due fiere interamente dedicate al disegno, Parigi volge lo sguardo alle mondo di moderno e contemporanee per l’annuale appuntamento con Art Paris. Più di 20 paesi -molti dei quali presenti per la prima volta, come Bulgaria, Danimarca, Grecia, Turchia e Costa d’Avorio- per un totale di oltre 150 gallerie riempiranno il Grand Palais con stand e sezioni speciali. Enfasi sulla scena europea -anche emergente- che lascia però molto spazio a nuove frontiere di indagine, come Asia, Africa e Medio Oriente.

Due i Focus di quest’anno. Il primo, dedicato alla scena contemporanea francese, vede la presenza di 21 artisti -la maggior parte dei quali nati negli anni ’80- scelti da Gaël Charbau (curatore della Bourse Révélations Emerige, spazio nato nel 2014 per dar voce ai giovani artisti emergenti) per dialogare intorno al concetto di narrazione e di come il singolo e l’universale dialoghino all’interno di questa.

Caroline Le Méhauté, Graphein 4, 2019 (Courtesy H Gallery)

L’altra sezione è dedicata al mondo iberico, in particolare alla scena artistica di Barcellona, Madrid, Lisbona e Porto. 25 gallerie, 77 artisti e un programma fatto di video, installazioni e talk che faranno immergere i visitatori nell’arte ispanica contemporanea, dagli anni ’50 ad oggi. Ma l’attenzione per Spagna e Portogallo non si ferma alla sezione Focus. Molti gli stand in fiera che dedicano spazio ad artisti iberici con tributi al movimento surrealista spagnolo (Galeria Marc Domènech, Barcellona) e a grandi artisti locali, come Joan Hernández Pijuan (Galerie Andres Thalmann, Zurigo), Mateo Maté, Ramón Mateos e Darío Villalba (Freijo Gallery, Madrid), Antonio Crespo Foix (Michel Soskine Inc., Madrid) e tanti altri.

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Da segnalare anche la presenza del portoghese Nadir Afonso, artista e architetto che ha lavorato a stretto contatto con Le Corbusier nonché pioniere dell’arte cinetica, le cui opere saranno esposte dalla galleria São Mamede (Lisbona) assieme a quelle di Manuel Cargaleiro. E ancora i lavori su carta di Jorge Queiroz (Galerie Nathalie Obadia, Parigi/Bruxelles), le immagini altamente evocative di Rui Toscano (Galería MPA, Madrid) e il focus dedicato a Joana Vasconcelos da La Patinoire Royale – Galerie Valérie Bach (Bruxelles).

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Circa 20 i Solo Show di quest’anno, tra cui emerge un lavoro site specific del sudafricano Roger Ballen, una retrospettiva su Ian Davenport e un’altra sul cubano Jesse A. Fernández, rara occasione per vedere le sue bellissime opere.

La sezione Promises, dedicata agli emergenti, vede impegnate 14 gallerie, ciascuna focalizzata su due/tre giovani artisti (tra le altre Structura Gallery di Sofia e Galerie Younique, con sedi a Lima e Parigi). Spazio anche all’arte africana, rappresentata da 31 Project, Septieme Gallery (entrambe parigine) e da Galerie Véronique Rieffel, arrivata direttamente dalla Costa d’Avorio.

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L’Asia segna la sua partecipazione con 5 gallerie proveniente dalla Corea del Sud (313 Art Project, Gallery Simon, Gallery H.A.N., Mo J Gallery e Gallery SoSo), mentre il Medio Oriente sarà protagonista del focus della galleria Brigitte Schenk (Colonia), dove saranno esposti lavori di Halim al Karim (Iraq), Tarek Al Ghoussein (Kuweit) e Abdulnasser Gharem (Arabia Saudita), quest’ultimo famoso per The Safe, uno dei punti forti della sezione Unlimited di Art Basel 2019.

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In occasione della fiera, davanti al Grand Palais comparirà poi la scultura Lost Future (2020), creata da Marisa Ferreira ispirandosi al Plan Voisin, il progetto urbanistico ideato -e mai realizzato- nel 1925 da Le Corbusier per risolvere i problemi di sovrappopolazione e disagio abitativo dell’epoca. La colonna creata dall’artista portoghese riprende l’idea di una città fatta di grattacieli cruciformi intervallati da spazi verdi secondo una griglia ortogonale a cui l’architetto auspicava, a cui si aggiunge una denuncia all’attuale boom edilizio e ai problemi sociali ad esso connessi.

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Oltre alla fiera, Parigi sarà teatro di eventi e conferenze ad essa collegate. Dalla mostra Christo et Jeanne Claude – Paris! al Centre Pompidou a quella di Erwin Wurm alla Maison Européenne de la Photographie, passando per la retrospettiva su Cindy Scherman della Fondation Louis Vuitton e a quella su De Chirico al Musée de l’Orangerie, senza dimenticare Ulla von Brandenburg al Palais de Tokyo e James Tissot al Musée d’Orsay, aprile si prospetta un mese particolarmente ricco di arte nella capitale francese. A completare il quadro, due conferenze strettamente connesse alla realtà di Art Paris. Barcelona – Madrid: present – future e Lisbon and Porto: the reasons behind an artistic revival completano il quadro sull’arte iberica che emerge tra gli stand della fiera.

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*Hassan Hajjaj, Afrikan Boy Sittin’, 2013

Informazioni utili 

Art Paris 2020

Dal 2 al 5 aprile 2020

Grand Palais, Parigi

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