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Genio maledetto, Modì non ha pace. Tra censure e polemiche

Genio maledetto, Amedeo Modigliani non ha pace. Perfino l’uscita del francobollo italiano che ne ricorda il secolo della morte, avvenuta a Parigi il 24 gennaio 1920 (aveva solo 36 anni), è stata preceduta (e seguita) da tutta una serie di polemiche che da qualche tempo non si vedevano. Ad aprire il fuoco è stato Gampiero Calapà con un articolo di fuoco pubblicato da “il Fatto Quotidiano” e intitolato “Modì 100 anni dopo: soldi, veleni e opere (false?) come funghi”, seguito da un secondo, questa volta intitolato “Modì, il centenario rimane senza francobollo”.

Non è tutto. La senatrice pentastellata Margherita Corrado ha presentato, unitamente ad altri colleghi, una interrogazione al ministro dei Beni culturali preoccupata del fatto che, secondo “notizia non ufficiale, Poste italiane avrebbe “affidato direttamente l’incarico di realizzare un francobollo commemorativo alla cosiddetta Fondazione Modigliani di Vietri sul Mare (Salerno), nata nel marzo 2018, nonché di organizzare e partecipare alla cerimonia di annullo filatelico il 24 gennaio 2020”. Nell’interrogazione si legge anche che il comitato scientifico della “suddetta ‘Fondazione Amedeo Modigliani Ricerca Scientifica’, è presieduto dalla dottoressa Greta García Hernàndez, presunta esperta e inventrice di un metodo “scientifico” per distinguere i dipinti autentici dai falsi”.

Il ministero dello Sviluppo economico, al quale compete la predisposizione e l’emissione dei francobolli è immediatante intervenuto attraverso il capo di Gabinetto Vito Cozzoli, escludendo ogni coinvolgimento della Fondazione vietrese.

Tutto vero? Sì e no. Il francobollo è effettivamente uscito ma con il fiatone. Inizialmente la distribuzione, col fiatone per di più, è stata infatti limitata ad alcuni centri e i prodotti ancillari di Poste Italiane che fatto da contorno ad ogni nuova emisione (bollettino illustrativo, tessera filatelica) non si sono visti.

Di più. L’immagine del francobollo, probabilmente “censurata”, è costituita dal “Nudo femminile su cuscino bianco”, conservato alla Staatsgalerie di Stuttgart, mostrato però solo nella parte superiore e non, come sarebbe stato giusto nella sua interezza (bastava adottare un formato orizzontale anziché verticale). Forse qualcuno riteneva troppo sensuale l’immagine?

Anche la scelta dell’opera non convince del tutto. Non tanto per il dipinto in sè, si capisce, quanto per la sua collocazione all’estero. Possibile che nessuna opera conservata in Italia fosse adatta alla divulgazione dentellata promuovendo in tal modo un museo, una istituzione culturale italiana?

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