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Artslife playlist vol.1: da Modugno ai Red Hot Chili Peppers. Yeah!

Artslife playlist vol.1 Artslife playlist vol.1

Cosa c’entrano i Red Hot Chili Peppers con l’arte? Beh, un legame c’è e non da poco. E così come tutti gli altri cantanti, compositori, brani o band che troverete dentro la nostra playlist. Questo è primo volume della ArtsLife playlist, di seguito trovate lo spiegone di ogni brano, con curiosità, legami più o meno strambi e molto altro. Non ci resta che augurarvi buon ascolto. E per rimanere aggiornati seguiteci su Spotify!

Monna Lisa (1978) – Ivan Graziani  Ok, questa è facile. Già dal titolo il legame con il mondo dell’arte risulta piuttosto esplicito. Il testo del brano è probabilmente ispirato alle vicende di Vincenzo Peruggia, italiano di base a Parigi che nel 1911 riuscì a trafugare la Gioconda. Ma nel brano Ivan Graziani va oltre, tramortisce il custode e trasfigura l’opera, del resto: “La scuola è una gran cosa/soprattutto se ti insegnano ad amare/I capolavori del passato/Però è un peccato che tu non li puoi/vedere/Né toccare”

Big Eyes (2014) – Lana del Rey Questo brano è stato composto per l’omonimo film di Tim Burton in cui viene raccontata la storia dell’artista Margaret Keane che tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso riscosse un discreto successo nel mondo dell’arte ma la cui identità era celata dietro il nome del marito con cui venivano effettivamente vendute le opere.  La canzone scritta da Lana del Rey insieme al produttore del film Larry Karaszewski “esprime ciò che Margaret sente nel suo profondo, è come un soliloquio dei suoi pensieri più intimi”.

Le Mer (1905) – Claude Debussy Questo composizione strumentale è direttamente ispirata a quella che è probabilmente la più famosa e iconica opera d’arte giapponese, La grande onda di Kanagawa di Katsushika Hokusai. L’andamento stesso del brano è una sorta di trasposizione musicale delle forze e delle dinamiche naturali prodotte dalle onde. Ad oggi, La Mer è largamente considerata come una delle migliori opere per orchestra del ventesimo secolo.

Artslife vol. 1
Katsushika Hokusai, La grande onda di Kanagawa, 1830-31
Sing About Me Part 1, I’m Dying of Thirst (2012) – Kendrick Lamar

Questo pezzone contenuto nell’album d’esordio di quello che oggi è il più importante e influente rapper mondiale non ingloba nessun riferimento diretto con l’arte. Qui è nel videoclip che possiamo trovare il collegamento che a noi interessa: Eddie Peake, l’eclettico artista in scuderia della White Cube Gallery, è ripreso durante la creazione di un’opera specchio del brano.

Satz 1 – Hermann Nitsch

Animali squartati, corpi umani crocifissi e imbrattati di sangue, processioni di adepti. Questi gli ingredienti dell’arte mistico-esoterica di Hermann Nitsch, protagonista dell’Azionismo viennese degli anni ’60. Vicino alla performance art, il movimento si è contraddistinto per l’atteggiamento dissacrante e profanatorio, ammantato da riti di matrice psicologista, sado-masochistica e autolesionistica. Non poteva mancare, dunque, una colonna sonora lunga e profonda, disturbante e insistente, percorso sonoro verso inquietudini da risvegliare tramite atee liturgie.

The adventures of Rain Dance Maggie – Red Hot Chili Peppers

“Non l’abbiamo scelta perché sia nostra intenzione trasmettere un messaggio particolare, ma è chiaro che sia un’opera che si presta a diverse chiavi di lettura”, ha sostenuto alla Anthony Kiedis – cantante e leader dei Red Hot Chili Peppers – alla presentazione dell’album I’m with you, riferendosi alla copertina del lavoro datato 2011. In una dimensione bianca e priva di riferimenti una mosca si adagia su un pillola bicroma: questa scena ambigua porta la firma di Damien Hirst – uno degli artisti più celebri (e cari) del nostro tempo. Una collaborazione unica e particolare, che ha da subito contribuito – insieme al primo singolo The adventures of Rain Dance Maggie – a delineare il fascino del primo album dopo il (secondo) abbandono del chitarrista John Frusciante, di recente rientrato nel gruppo.

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Cover dell’album I’m with you dei Red Hot Chili Peppers realizzata da Damien Hirst

I’m Not Perfect (But I’m Perfect For You) – Grace Jones Attorno all’idolo pop Grace Jones negli anni ’80 si è creata una vera e propria moda retro glam, capace di dettare uno stile in modo trasversale. Molto, se non tutto, girava appunto attorno al carisma trascinante della cantante. Lo sostiene anche Andy Warhol, che nel video del brano I’m Not Perfect (But I’m Perfect For You) appare giusto per gli istanti utili ad affermare: “Grace is perfect”. Anche Keith Haring appare nel corso del videoclip, intento a riempire con le sue immagini tipiche un gigantesco tessuto circolare che Grace Jones indosserà al termine del video come una lunghissima gonna.

Mica Van Gogh – Caparezza

Toni rap sulle pennellate espressioniste di Vincent Van Gogh. A trasportare il pittore olandese nell’insolita veste musicale è Caparezza, che nel 2014 ha dedicato un intero album all’arte: Museica. Noi siamo pazzi, Mica Van Gogh, ci dice il cantante pugliese che dimostra così un comprensione profonda dell’artista e della persona dietro di esso. Un’analisi delle difficoltà e delle passioni del tormentato pittore che indirettamente finisce per rivelare le follie che si nascondono dietro una normale vita borghese. “Ok, Van Gogh mangiava tubi di colore ed altre cose assurde – Probabilmente meno tossiche del tuo cheeseburger”

Nel blu dipinto di blu (Volare) – Domenico Modugno

Capolavoro e capostipite della musica d’autore italiana, Nel blu dipinto di blu (Volare) deve la sua origine al quadro di Marc Chagall Le coq rouge dans la nuit. A certificare il legame tra le due opere è stato l’autore del testo Franco Migliacci, che ha consegnato a Modugno un brano destinato a rimanere stella luminosa nel firmamento della musica italiana.

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Marc Chagall, Le coq rouge dans la nuit, 1944
 

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