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Classifica cinema 2019. Le top 10 della redazione di ArtsLife

Classifica film 2019 artslife

Classifica film 2019 artslife

La classifica cinema 2019 di ArtsLife. Tempo di classifiche e resoconti anche per gli amanti del cinema

I film più visti in Italia in questo 2019? In testa si piazza Il re leone con più di 37 milioni di € incassati, in seconda posizione troviamo Avengers: Endgame che viaggia sui 30 milioni di € e in terza posizione il Leone d’Oro a Venezia, Joker, che supera i 29 milioni di €. Nessun italiano in top 10, 7 posizioni occupate dalla Walt Disney e  le rimanenti 3 dalla Warner Bros.
Tempi sempre più grami per le distribuzioni indipendenti e il cinema d’autore.
classifica cinema 2019

Classifica cinema 2019: come di consuetudine, a dispetto degli incassi, anche quest’anno la redazione di Artslife ha stilato le proprie Top 10 con i film più amati quest’anno. Film arrivati da Cannes e da Venezia, piccole sorprese del cinema indipendente arrivate da lontano e qualche film arrivato da noi solo quest’anno, con qualche anno di ritardo, grazie a piccoli distributori coraggiosi e (forse) un po’ incoscienti.

>> Classifica dei migliori film 2019 di Lorenzo Peroni

11 • Burning (Lee Chang-dong)


Un dramma silenzioso e potente, che carbura in maniera lentissima ma inesorabile, con la forza magnetica di una marea. Lee Chang-dong allestisce un thriller silenzioso pieno di sottintesi e non detti, riempiendolo di ombre e inquietudini. Un triangolo forse amoroso, forse criminale in cui i protagonisti si attraggono e si respingono. Ieri e oggi, ricchezza e povertà, presenza e assenza, dovere e piacere: in Burning tutto è doppio, tutto è doppiamente ingannevole.

2018 

10 • L'ufficiale e la spia (Roman Polański)


Niente eccessi per Polański, solo estrema lucidità e l’urgenza di raccontare con chiarezza l'Affare Dreyfus, una storia drammaticamente contemporanea. C’è in atto una crisi segreta, il destino dell’Europa è già segnato, affonda le sue radici nel Medioevo e la porterà in breve a due guerre mondiali. Il nemico va creato e poi espulso, purgato. L’ufficiale e la spia può sembrare un film immobile a un primo sguardo, ma in realtà è bollente.

2019

09 • Climax (Gaspar Noé)


Quello di Gaspar Noé è un cinema incredibilmente vitale (che smonta e rimonta la struttura del cinema stesso), che sa piegare il virtuosismo (e il citazionismo) al proprio – sadico – piacere di colpire lo spettatore dritto allo stomaco. Più che un film, Climax è una vera e propria esperienza sensoriale (estrema, ovviamente)..

2018 

08 • I figli del fiume giallo (Jia Zhangke)


Jia Zhangke gira un film magnetico, un melodramma contemporaneo che riflette sulla Cina quanto sul proprio cinema, torna sui suoi passi, rilegge la propria opera, cuce, taglia e assembla vecchie suggestioni a nuove riflessioni, incrocia vecchi orizzonti a nuovi sguardi.

2018

07 • Tesnota (Kantemir Balagov)


Esordio folgorante del giovanissimo regista russo Kantemir Balagov. Allievo di Alexander Sokurov, con Tesnota Balagov dimostra di avere già la maturità di un regista consumato, mettendo in scena una storia durissime che unisce il coming of age (lontanissimo però dai tòpoi di quello agrodolce dell'indie americano) alle sorti instabili di una terra di confine segnata da secoli di tensioni. Da pelle d'oca. 

2017

06 • Parasite (Bong Joon-ho)


Bong Joon-ho ha realizzato un film magistrale: nero, spietato e impeccabile, a tratti imprevedibile. Non punta il dito contro le persone – qualunque sia la loro estrazione sociale – ma critica aspramente un sistema che porta tutti a essere sia vittime che carnefici, racconta la progressiva polarizzazione e le diseguaglianze della società sudcoreana, dove il capitalismo funge da unico motore per la modernizzazzione del paese. Palma d'oro a Cannes. 

2019

05 • La vita invisibile di Eurídice Gusmão (Karim Aïnouz)


La vita invisibile di Eurídice Gusmão è l’esempio di un cinema alto e compiuto, commovente e necessario; correte a vederlo, appassionatevi al destino di queste due sorelle così diverse e così unite, perdetevi con loro in una Rio de Janeiro domestica e tentacolare, seguitele nelle loro solitudini disperate e nelle loro lotte silenziose, fate il tifo per loro. Vi ripagheranno con un amore incondizionato.

2019

04 • The rider (Chloé Zhao)


The Rider è un film duro e poetico, a tratti sorprendente: i sentimenti dei protagonisti risuonano amplificati nell’incredibile paesaggio americano che la regista cattura con grandissimo talento e intuito, facendo di questi orizzonti selvaggi una vera e propria cassa di risonanza emozionale. In sala di film così purtroppo ne arrivano pochi (e difatti c’è voluto il suo tempo), meglio approfittarne. Un capolavoro da non perdere.

2017

03 • Mademoiselle / The handmaiden (Park Chan-wook)

Mademoiselle (arrivato da noi con tre anni di ritardo) è un film grandioso, un affresco cinematografico di sentimenti celati, di piani macchiavellici e di amori segreti. Park Chan-wook, prima accolto dalla critica come new hot sensation e poi decalassato a mero esteta, ci regala un film thriller, un noir, un melodramma e, più di ogni altra cosa, una storia d’amore letale.

2016

02 • Ritratto della giovane in fiamme (Céline Sciamma)


Nulla è lasciato al caso in questa opera scritta e diretta da Céline Sciamma con l’arguzia e la meticolosità di un film hitchcockiano.
Ritratto della giovane in fiamme mette in scena una dinamica intima, come in una realtà sospesa, dove non ci sono uomini, vincoli sociali o religiosi: l'amore delle protagoniste nasce e vive lontano dal concetto stesso di tabù. Attraverso storie come questa il cinema riesce a raccontare, forse meglio di qualsiasi altra arte, la natura profonda della solitudine.

2019

1 • La Favorita (Yorgos Lanthimos)

Yorgos Lanthimos con un'operazione al contempo barocca e glaciale si fa conoscere al grande pubblico, fregando tutti. Reinventa il film in costume, affonda la sua lama nella carne viva dei meccanismi che regolano i rapporti sociali, sentimentali, amorosi e di classe. La favorita si rivela così un enorme cavallo di Troia che ha traghettato il più crudele degli autori della New wave greca fino agli Oscar. 

2018


>> Classifica dei migliori film 2019 di Salvatore Piombino

10 • La mafia non è più quella di una volta (Franco Maresco)


Mentre le commemorazioni stemperate delle stragi normalizzano l’idea ripugnante della mafia, nella Palermo di Orlando si consuma uno straniante spettacolo neomelodico dedicato a Falcone e Borsellino che Maresco usa per raccontare la deriva del tessuto sociale e delle istituzioni nei confronti degli omicidi di mafia. Iconica e memorabile la presenza della fotografa Letizia Battaglia.

2019

09 • Touch me not (Adina Pintilie)


Contestatissimo Orso d’Oro a Berlino 2018, il film è un confronto centripeta, intimo e tagliente sulla sessualità vissuta in condizioni di disabilità, sia essa emotiva, come per Laura che non tollera il contatto umano, o conciliata come per l’attivista politico Christian e
l’attore Tómas, affetti da disabilità. Necessario e sorprendente.

2018

08 • Il traditore (Marco Bellocchio)


Come Tommaso Buscetta è diventato la risorsa più importante per le indagini del giudice Giovanni Falcone, impegnato a istruire il primo maxiprocesso a carico di “cosa nostra”. Surrealismo, narrazione serrata e sguardo sociologico ne fanno una delle visioni memorabili dell’anno.

2019

07 • Suspiria (Luca Guadagnino)


Il regista di Call me by your name muove dalla fiaba gotica di Dario Argento per realizzare la sua lunga discesa agli inferi - carnale quanto politica - ambientata nella Berlino degli anni Settanta. Iconico, magnificente e fisico.

2018

06 • The Rider - Il sogno di un cowboy (Chloé Zhao)


La giovane regista che sta lavorando a Gli Eterni per la Marvel ci regala una preziosa elegia fra fiction e documentario. Paesaggi monumentali e un gradiente di colori dall’ocra al ceruleo avvolgono i protagonisti, il loro dolore e la loro intimità nel mondo dei cowboy del Sud Dakota.

2018

05 • La vita invisibile di Eurídice Gusmao (Karim Aïnouz)

Rio De Janeiro, anni Cinquanta, il vivido racconto del rapporto fra due sorelle: Guida ed Eurídice che finisce per essere travolto e mistificato dagli errori e dalle scelte di entrambe in una società cieca e patriarcale. Le lettere di Guida a Euridice invitano lo spettatore a innamorarsi di due delle protagoniste più interessanti del cinema di quest’anno.

2019

04 • Joker (Todd Phillips)


La proposta indecente del regista di Una Notte da Leoni ha convinto Warner Bros. e DC Comics, trionfando a Venezia e conquistando il botteghino. Non si tratta di Joaquin Phoenix che fa il suo ingresso nel DC Extended Universe ma è il mondo dei fumetti a entrare in quello cupo, poetico e fisico di Phoenix.

2019 

03 • La Favorita (Yorgos Lanthimos)


Ritmo, opulenza, umori, dissapori, desiderio e violenza, ecco gli ingredienti del magnifico affresco di Lanthimos, nel quale si consuma la lotta senza quartiere fra le due favorite della regina Anna Stuart (interpretata dall’immane e geniale Olivia Colman): Lady Sarah (Rachel Weisz) e l’infingarda Abigail (Emma Stone), guerra domestica che neanche a dirlo diverrà diplomatica e politica.

2018 

02 • Mademoiselle/The Handmaiden (Park Chan-wook)


Opulento, machiavellico e liberatorio. Il regista di Stoker costruisce una nuova visione di erotismo, inganni e dinamiche domestiche, traslando il romanzo Ladra di Sarah Waters nella Corea del sud degli anni Trenta, occupata dal Giappone.

2016

01 • Parasite (Bong Joon-ho)


Il cinema sudcoreano ha raggiunto traguardi altissimi ma è in Parasite che trova il suo capolavoro: intreccio, umorismo, lotta di classe, folklore, estetica e sguardo politico, tengono incollato lo spettatore fino all’ultima sognante e ribaltata inquadratura.

2019


>> Classifica dei migliori film 2019 di Stefano Monti

10 • Un giorno di pioggia a New York (Woody Allen)


Le sento già, le frasi a effetto pronunciate con orgoglio  da tutti i cinefili di Santo Stefano uscendo dal cinema. “Un film di cui non si sentiva il bisogno”, “Woody Allen non è più quello di una volta”. D’altronde, a sentir loro, tutti gli ultimi film di Woody Allen sono scarsi. Tutti tranne Midnight in Paris, che ha commosso chiunque. 

2019

09 • I morti non muoiono (Jim Jarmusch)


I morti non muoiono – e a quanto pare neanche Jim Jarmusch, che ormai da anni combatte per dimostrare al suo pubblico di non aver perso lo spirito indie(pendente). Ecco allora che, dopo Paterson, per confermare di essere a corto di idee ha messo insieme un cast d’eccezione (Adam Driver, Bill Murray, Chloë Sevigny, Tilda Swinton, Steve Buscemi, e c’è pure Iggy Pop), ha ri-tirato fuori una storiella sugli zombie e con un po’ di meta-teatro si è conquistato l’apertura del Festival di Cannes. Una “cagata pazzesca”, come avrebbe detto Fantozzi? Probabilmente sì. Ma se c'è Adam Driver, sceriffo un po’ nerd, con la testa di Selena Gomez in mano è chiaro che hai scoperto la ricetta del successo.

2019

08 • Guava Island (Hiro Murai)


Childish Gambino (aka Donald Glover) è una stella ormai consacrata. Da sempre tra musica, cinema e tv, dopo il successo dei singoli This Is America e Feels Like Summer “il buon Donald” non si è mai fermato. L'11 aprile, in occasione del suo show al Coachella, ha debuttato con Guava Island, un mediometraggio molto particolare da lui prodotto e interpretato, diretto da Hiro Murai (regista del videoclip di This Is America). Un po’ animato e in stile “giro solo in pellicola 16mm”, il film vede la straordinaria partecipazione di Letitia Wright (Black Panther), Nonso Anozie (Xaro Xhoan Daxos di Game of Thrones) e soprattutto Rihanna, che è sempre the top of the world anche nel minuscolo ruolo di piccola aiutante di Childish Gambino. Imperdibile.

2019

07 • The Laundromat (Steven Soderbergh)


Ma che senso ha The Laundromat dopo The Big Short di Adam McKay?” Questa è la domanda che si sono posti in tanti a settembre, sul Lido di Venezia, dopo l’anteprima dell’ultimo film di Steven Soderbergh: The Laundromat, la “commedia” politica scritta da Scott Z. Burns (regista, tra l’altro, del recentissimo The Report con Adam Driver e Annette Bening) basata sul libro Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite di Jake Bernstei. Se abbia un senso – ed eventualmente quale senso – io proprio non lo so, ma qualsiasi film accettato da Antonio Banderas è un film che merita un posto in classifica.

2019

06 • American Animals (Bart Layton)


In tanti hanno azzardato il paragone con Le iene di Tarantino… e non avevano tutti i torti. Tratto da una storia vera, American Animals è il figlio di un matrimonio improbabile fra l’heist movie e il documentario. Raccontato dai suoi veri protagonisti, il film è interpretato da quattro giovani protagonisti dell’autorialità di ultima generazione: Evan Peters (American Horror Story), Barry Keoghan (Dunkirk, The Killing of a Sacred Deer), Blake Jenner (Glee, What/If) e Jared Abrahamson (incredibile in Hello Destroyer). Tirando  uno schiaffo al mito del maschio bianco, questo strano esperimento è arricchito dai disegni originali del libro The Birds of America di John James.

2018

05 • Once Upon A Time in Hollywood (Quentin Tarantino)

Un altro cast eccezionale (che con Jarmusch condivide Austin Butler, da tener d’occhio) per un autore che sul suo essere autore ci ha costruito molto di più di una carriera, ma una vera e propria fede. A cinquant’anni suonati, Brad Pitt picchia gli hippie e si toglie la maglietta mentre ripara l’antenna di Leonardo Di Caprio, che dal canto suo si diverte tra l’Old (Wild) West e la Seconda guerra mondiale. Margot Robbie interpreta Sharon Tate che a un certo punto si riguarda sul grande schermo di un cinema di Los Angeles... ma sullo schermo c’è la vera Sharon Tate, e noi cinefili siamo già tutti un fuoco. E c’è anche un lanciafiamme. Ma si deve aggiungere
altro?!

2019

04 • Midsommar (Ari Aster)


Se una notte d’estate, un viaggiatore… Dopo aver terrorizzato il pubblico con Hereditary, Ari Aster è tornato con un altro viaggio all’insegna dell’inquietudine. E lo fa con un cast intelligente tra cui spicca Will Poulter (protagonista della saga di Maze Runner e dell’iconico episodio Bandersnatch di Black Mirror) e guidato da una leader d’eccezione: Florence Pough, anche nel Little Women di Greta Gerwig e nello stand-alone su Black Widow al fianco di Scarlett Johansson. Accolto con benevolenza dalla maggior parte della critica internazionale, Midsommar ha il pregio di essere esattamente quel che ti aspetti: come il tableu che spoilera il film in un primo, meraviglioso, shot d’apertura. In fondo, tutto quello che ci deve far paura si nasconde proprio sotto la luce del sole.

2019 

03 • Dolor y Gloria (Pedro Almodóvar)


Pedro Almodóvar sceglie Come sinfonia di Mina per accompagnare le seducenti immagini del suo ultimo capolavoro. Ma Dolor y Gloria è molto più dell’ultimo film di Almodóvar e sembra più il film biografico tratto dalla sua autobiografia. Per aiutarlo a raccontare questa storia tornano (quasi) tutti: Cecilia Roth, Julieta Serrano, Penélope Cruz e Antonio Banderas. E se la musica che sente Mina è “come sinfonia”, per spiegare ai più giovani (o ai più scettici) che cos’è il cinema di Almodóvar ci aiutano proprio le parole di Banderas, intervistato nel 2014 da Fabio Fazio a Che tempo che fa: «Tu hai attraversato moltissimi generi […] molto diversi tra loro… [ma] c’è un genere che ti piace di più interpretare?» «Diciamo che, alla base di tutto, i sette film che ho fatto con Pedro Almodóvar mi soddisfano davvero».

2019 

02 • Parasite (Bong Joon-ho)


Regia di Bong Joon-ho. Soggetto di Bong Joon-ho. Sceneggiatura di Bong Joon-ho. Il suo talento l’aveva intuito Netflix già nel 2017, quando produsse Okja (con Steven Yeun e Tilda Swinton). Ma è stata la 72ª edizione del Festival di Cannes a consacrarlo al grande pubblico. Indubbiamente ne è valsa la pena – e non soltanto perché fra le canzoni della colonna sonora spicca un’improbabile In ginocchio da te di Gianni Morandi, ma perché Parasite è bellissimo. Fra pochi mesi lo ritroveremo in corsa all’Oscar® per il miglior film straniero – e soltanto un pensiero attanaglia le nostre menti: Gianni Morandi è nelle playlist dell’Academy.

2019

01 • Marriage Story (Noah Baumbach)


Il “Wes Anderson dei poveri”. Così Baumbach è stato etichettato per anni, da quel lontano 2004 in cui co-firmò la sceneggiatura de Le avventure acquatiche di Steve Zissou. Quello che doveva essere un fantastico trampolino di lancio, per molto tempo è stato al contrario una spada di Damocle. A niente sono valsi i successi di Frances Ha e The Meyerowitz Stories. Fino alla 76ª Mostra del cinema di Venezia. Marriage Story (Netflix) ha cambiato le carte in tavola: complice una sceneggiatura spaventosamente acuta, precisa, ficcante, limpida fino all’ultimo respiro – e complici due attori protagonisti come Adam Driver e Scarlett Johansson. Marriage Story è il film con cui Noah Baumbach è finalmente diventato Noah Baumbach. Si attendono conferme agli Oscar®.

2019

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