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L’irripetibile Milano degli anni 60. L’aria eccitante respirata da Fontana, Munari e Gaber rivive a Palazzo Morando

Nebbia in piazza Duomo © Archivio Carlo Orsi Nebbia in piazza Duomo © Archivio Carlo Orsi
Nebbia in piazza Duomo © Archivio Carlo Orsi
Nebbia in piazza Duomo © Archivio Carlo Orsi

“Milano anni 60. Storia di un decennio irripetibile” esagerato e turbolento. È un decennio fondamentale per una città che vuole rinascere dal trauma della guerra. E ci riesce. In una alternanza vertiginosa di vivacità e regressione, tra grandi speranze e oscure contraddizioni.

La mostra a Palazzo Morando, a cura di Stefano Galli, ripercorre magistralmente la storia di questo decennio, che ha reso il capoluogo lombardo una delle capitali mondiali sia a livello culturale, economico ma anche morale, in grado di trainare tutta l’Italia e riuscire ad essere un perfetto ponte con l’Europa.

Gli anni Sessanta sono il volto di una Milano rumorosa e in continua evoluzione, che assomiglia a una pellicola cinematografica infinita,la cui colonna sonora è composta principalmente da perenni lavori in corso, che siano sopra o sottoterra, come mostrano le fotografie dei lavori della linea rossa della metropolitana, inaugurata nel 1964. È una città che accoglie tutti e cambia per tutti, come testimoniano gli scatti dei nuovi grattaceli,Torre Velasca, il Pirellone, insieme all’intensa spinta progettuale delle nuove periferie come la Comasina, il più importante intervento edilizio di quegli anni.

Lucio Fontana nel suo studio © Archivio Carlo Orsi
Lucio Fontana nel suo studio © Archivio Carlo Orsi

“Poi si avvertiva quell’aria rarefatta e un po’ eccitante che si respira nei film di fantascienza dove gli uomini e le donne sono vestiti come noi ma le cose intorno appartengono a un tempo di là da venire”.

Le diverse sezioni della mostra attraverso fotografie, documenti, oggetti di design, manifesti, riviste ed altri reperti, raccolgono l’intenso fermento culturale ed economico che nasceva dalla voglia di lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra. Desiderio fortissimo, che non si tramutò semplicemente in numeri, quotazioni, e esplosione edilizia, ma anche design, moda,arte e vita notturna, tra locali fumosi sulle note del jazz e risate da cabaret. Sono questi gli anni di grande fervore artistico con l’opera di Lucio Fontana e Piero Manzoni, di pietre miliari del design italiano quali Marco Zanuso, Bruno Munari, Vico Magistretti, Achille Castiglioni, Bob Noorda, che contribuiranno all’affermazione del made in Italy. È possibile ammirare alcuni oggetti che hanno fatto la storia delle case italiane, durante il percorso della mostra.

Capannelli in piazza Duomo © Archivio Carlo Orsi
Capannelli in piazza Duomo © Archivio Carlo Orsi

Per le strade di Milano, si incontravano personaggi incredibili, da Duchamp a Man Ray, in particolare perdendosi nel quartiere più bohémien della città: Brera.Il quartiere, inondato da artisti e galleristi illuminati, ha rivoluzionato oltre che la scena internazionale, l’Italia intera con la sua sfrenata voglia di confronto e sperimentazione. Si ritrovavano nei caffè e nei circoli “fenomeni viventi,pazzi,anarchici, frenetici dell’avanscoperta”, con le parole di Dino Buzzati.

Il capoluogo meneghino diventa il centro nevralgico dell’editoria e del teatro. Quest’ultimo combatte contro i sempre più diffusi e sperimentali locali di cabaret e jazz. Milano è crocevia di mondi diversissimi fra loro, tra performance artistiche sparse per le vie del centro e incontri chiassosi nei locali più disparati. È l’era del Santa Tecla, del Derby Club, Cab 64 e della Taverna Messicana per citarne solo alcuni. Si incontrava Adriano Celentano “il molleggiato”, giovanissimi Jannacci e Gaber, ma anche ospiti internazionali come i Beatles, Hendrix o i RollingStones. Milano diventa la capitale della musica, ma soprattutto diventa la pionieristica città del jazz. Da Coltrane e TheloniusMonk, al “dannato” Chet Baker e alla divina Billie Holiday, la città vive una stagione vivace che viene documentata attraverso scatti fotografici estremamente dinamici e potenti, presenti in mostra.

“Milano anni 60” indaga questo decennio inglobandoci in maniera totalizzante nell’esplorazione di ogni suo aspetto. È un periodo storico, che spesso si pensa di conoscere, ma che varrebbe la pena riscoprire, perché ha ancora tanto da raccontare. L’accelerazione sorprendente ha i suoi effetti collaterali, le sue nevrosi e storture che iniziano a manifestarsi in diverse occasioni.La città osserva attentamente, fino a quando il difficile e sottile equilibrio viene spezzato. È il 12 dicembre 1969. Si chiude così il decennio e la mostra, ricordando uno dei momenti più oscuri della storia italiana contemporanea, con quella che è stata definita come “la madre di tutte le stragi” che cambia totalmente l’anima della città che, da questo momento in poi, dividerà la propria vita in “prima” e “dopo” piazza Fontana. Uno spartiacque intriso di sangue con cui si dovranno sempre fare i conti, ma come cantava Lucio Dalla”Gli sparano / Ma anche riprende il volo / Milano piovuta dal cielo / Tra la vita e la morte / Continua il tuo mistero.”

Esodo estivo in autostrada © Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo
Esodo estivo in autostrada © Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo

Milano, Palazzo Morando 

7 novembre 2019 – 9 febbraio 2020

MOSTRA “MILANO ANNI 60” A MILANO ORARI:

Lunedì: chiuso; Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 10.00-20.00; giovedì: 10.00-22.30

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