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Il cane di Magritte arriva a 1,6 milioni euro in asta da Wannenes

1.300.000 euro di hammer price per  “Le civilisateur” del pittore belga René Magritte. Presentato come la punta di diamante del catalogo di Wannenes esitato oggi, 12 dicembre, a Milano è un delizioso esempio del  genio visionario del maestro surrealista

Patito da una base d’asta di 700 mila, il ritratto dell’amato cane di Magritte è stato venduto a un bidder al telefono con Guido Wannenes. Era stimato 800 mila – 1.2 milioni e con la somma dei diritti è arrivato a ben 1.625.000 euro.

Pubblicato nel catalogo ragionato dell’artista, è stato gelosamente custodito in una collezione privata per più di quarant’anni. Raffigura Jackie, un Pomeranian Loulous, razza molto amata da René e dalla moglie Georgette. Magritte realizza, sempre nel 1944, diverse opere legate al tema degli animali. “Le civilisateur”rappresenta, come scrive Xavier Canonne (membro del comitato degli esperti della Fondation Magritte di Bruxelles) “Jackie a mezzo busto davanti al paesaggio di un tempio dorico che fissa lo spettatore dai suoi piccoli occhi neri, e porta con sé un severo giudizio sulla follia omicida degli uomini in quegli ultimi anni di guerra”. Canonne racconta un aneddotto divertente sul soggetto di quest’opera. Nel dicembre 1965 Magritte fece il suo primo e unico viaggio negli Stati Uniti in occasione della sua retrospettiva al Museum of Modern Art di New York. Il pittore si preoccupò di sapere se potesse portare il suo cane in aereo e se gli hotel americani tollerassero i cani. Questo dimostra l’attaccamento che i coniugi avevano per il loro animale domestico e, più in generale, per tutti quelli che li accompagnarono dal loro matrimonio nel 1922: cani, gatti, colombe sono stati intimi compagni della coppia per tutta la loro vita. I cani in particolare ebbero un ruolo privilegiato: Magritte li portava ovunque con sé. Se l’uccello, l’aquila o la colomba sono spesso presenti nelle sue opere, il cane diventa più raro. Nel 2018 una gouache di “Le civilisateur” del 1946 è stata venduta da Sotheby’s a Parigi per 489.000 €.

In generale l’asta ha visto molti invenduti. Impattante sul risultato anche la decisione di ritirare l’olio “Composition à la pipe”  di Ferand Léger che da solo, se aggiudicato nelle stime, avrebbe portato almeno 550.000 euro. Tra gli altri lotti si segnalano le aggiudicazioni de  il “Dinamismo aereo” di Tato (11 mila euro), il “Vaso di fiori con ventaglio” di Filippo de Pisis (16 mila) le “Bagnanti” di Giorgio de Chirico (70 mila), una carta di Carol Rama “Studio n° 9” (20 mila) e “Visitors” di Mario Ceroli (18 mila).

 

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