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Alla ricerca dell’immagine pura: Gr_und presenta Rtsch-ffft, a Berlino

Tomoko Mori, Schmarotzer (2019). 24 sheets on paper, screenprint 252-232 cm Tomoko Mori, Schmarotzer (2019). 24 sheets on paper, screenprint 252-232 cm
Rtsch-ffft, Gr_und, Berlino
Rtsch-ffft, Gr_und, Berlino

Lo spazio Gr_und di Berlino presenta Rtsch-ffft, mostra collettiva di artisti contemporanei che concentra il proprio interesse attorno alla pura valenza estetica dell’arte. Fino al 29 dicembre in esposizione.

Rtsch ffft, rtsch ffft… pronunciatelo ad alta voce… rtsch ffft, rtsch ffft, rtsch ffft… Dove siamo e cosa sta succedendo? Simile alla bellissima performance When the ocean sounds (Wave Moving Through Water) dell’artista David Horvitz – proposta nel 2018 da Fanta Spazio a Milano, all’interno della mostra Fantasy is a place where it rains – l’esposizione berlinese Rtsch-ffft, fruibile fino al 29 dicembre presso lo spazio no profit Gr_und, si basa su un’onomatopea, decisione curatoriale evidente già nel titolo. L’uso di questo neologismo susciterebbe, nello spettatore, un’immagine suggestiva del gesto del disegnare se solo la parola fosse ben visibile, da qualche parte, durante la mostra. In realtà, entrando dalla strada, si è così attratti da opere molto intense nella loro sostanza fisica che il titolo stesso, posto su della carta A4 nascosta nell’angolo, non incide molto nella percezione generale dell’esposizione.

Nasce subito una questione elettrizzante. Lo spazio è conosciuto per i suoi testi e per i concetti sviluppati con cura. Diversamente dal fare solito di Gr_und, con Rtsch-ffft i valori fisici di disegno, pittura e scultura sono stati enfatizzati più del concetto teorico della mostra. Sembra che l’essenza estetica, la corporeità stessa, sia rimasta libera, non vincolata dalle descrizioni, pura e non esigente. Il titolo, perciò, svolge il suo ruolo perfettamente se scoperto “in retromarcia”. Prima vieni colpito dalla mostra, solo poi ben comprendi sia la rilevanza del neologismo suggestivo sia la decisione di non aggiungere qualsiasi spiegazione e descrizione.

Sophia Schama, F 3219 (2019), oil, linoleum paint on canvans 200x150cm
Sophia Schama, F 3219 (2019), oil, linoleum paint on canvans 200x150cm

Lo spazio indipendente Gr_und presenta, solitamente, performance e installazioni effimere come la recente LN2 VAPOR di Benoit Ménard & Théo Pożoga. Questa realtà multidisciplinare conduce ricerche avantgarde e tiene conversazioni con artisti e attivisti su temi sia personali sia attuali e di livello globale; un esempio, Plant me, performance di Emmanuel Hubaut  realizzata in collaborazione con Karine Bonneval. Ai confini dell’antropomorfizzazione, Plant me è una performance in cui una pianta “parla” in relazione a delle improvvisazioni alla chitarra, in un tentativo di comunicazione e ibridazione tinto di ironia. Altro esempio di evento realizzato da Gr_und è Ritournelles di Anaïs Héraud-Louisadat e Till Baumann (09.2018), opera che tratta le relazioni tra suono e immagine. “Ritournelle” è un termine francese che descrive piccole frasi, spesso melodiche, che girano ripetutamente e sono abitualmente cantate in contesti rituali come canzoni per bambini, in pubblicità o come slogan politici in manifestazioni. Un evento più personale si è tenuto con la performance JOURNALs 1988 – 2018 (04.2018) di Camilla Graff Junior, dove l’artista leggeva, e ha permesso al pubblico di indagare, i suoi diari – ventisei quaderni scritti a mano nel corso della sua vita. HOKUSPOKUS (12.2018) è stata una mostra collettiva sull’illusione, il miraggio e altri fenomeni basati sulla citazione di Gustave Flaubert “There Is No Truth. There Is Only Perception”. Le mostre di Gr_und non solo rimangono raramente statiche ma solitamente vengono ben spiegate attraverso concetti chiari, a volte poetici, confezionati in una capiente “scatola vistosa”. Cos’è cambiato questa volta?

Lotta Bartoschewski, Breaking News (2019) plaster. ink, printing ink , 180x105x8cm
Lotta Bartoschewski, Breaking News (2019) plaster. ink, printing ink , 180x105x8cm

L’abituale team di  Gr_und è composto da James Verhille, Damien Sayer, Anna Frick, Cedric Mantel e Nina Blume. Utilizzando metodi multidisciplinari (arti visive, performance, suoni e linguistica) sviluppa una piattaforma per la sperimentazione e la riqualificazione dello status quo del mondo dell’arte commerciale. Rtsch-ffft è organizzata da James Verhille, Matthias Reinmuth e Johannes Mundinger. Formalmente, la selezione di opere presenta, per larga parte, lavori di pittura astratta e ultramoderna, con colori riflessivi, forme geometrico-organiche e tridimensionali. Visivamente attuale, la mostra diventa inevitabilmente vettore naturale per la storia d’arte a causa dei valori inalterabili, qui sottolineati, di disegno, pittura e scultura tradizionali.

Otto immagini/quadri –  di Tomoko Mori, Johannes Mundiger, Moritz Neuhoff, Enrico Bach, Sophia Schama, Benjamin Appel, Matthias Reinmuth e Nils Leimkühler – sono esposti alle pareti. L’installazione di Lotta Bartoschewski Breaking News (2019) è stesa sul pavimento accanto al neon scultoreo di Antje Blumenste Three lines, eight corners (2019). Gran parte dell’attività di Johannes Mundinger – artista e curatore – è composta di pitture parietali che crea in tutto il mondo, dalla Serbia agli Stati Uniti. Non sorprende che il suo stile sia apprezzato ovunque, piacevole e coerente. Il tocco del suo “rullo” è un gesto pittorico che propone una firma molto individuabile, come possiamo vedere nell’opera Feuerstiege – Yeoju (2019). La mostra ospita, inoltre, gli artisti Moritz Neuhoff e Nils Leimkühler, membri di Nartur Kunstgruppe, noto collettivo artistico berlinese.

Tomoko Mori, Schmarotzer (2019). 24 sheets on paper, screenprint 252-232 cm
Tomoko Mori, Schmarotzer (2019). 24 sheets on paper, screenprint 252-232 cm

Affascinante la finezza della compenetrazione di colori e sfumature nei quadri di Matthias Reinmuth. È pura esperienza sensoriale e, per quanto difficile da spiegare, è seducente e ci fa affondare nelle opere senza fatica. Il quadro attira lo spettatore così tanto dentro di sè da sembrare pericoloso. Altre due immagini si fanno ammirare a lungo: Hz15 (2019) di Moritz Neuhoff e RDGS (2018) di Enrico Bach. Entrambi si riferiscono ai valori di colore e forma e, grazie alle scoperte della realtà aumentata, ci regalano nuove abilità sensoriali: tatto, attraverso la levigatezza o rugosità del materiale, e convessità: il tubo di metallo sembra spingersi in avanti rispetto alle macchie nere sullo sfondo; la superficie, perfettamente piatta e liscia, trasuda una forte illusione apparendo come la traccia di vernice lasciata da un pennello.

È significativo come, per i nostri tempi, l’immagine statica diventi sempre di più smart, multi-dimensionale e poli-sensoriale. Contemporaneamente, tutto ciò che, fisicamente, rimane sul pavimento, in qualche modo si avvicina al mondo biologico (di solito morto). Da Gr_und, con Rtsch-ffft, siamo esposti a un’arte che è monopolizzata dalla visione digitale. Ogni artista è espressivamente mosso dalle questioni di una pittura completamente piatta e dal disegnare senza suono. L’unica scultura realmente tridimensionale presente in mostra assomiglia al cavo elettrico bianco di un PC! Per quanto Rtsch-ffft non proponga un riferimento diretto al tema della digitalizzazione, la sua esperienza complessiva, intuitivamente, richiama una certa nostalgia per la fisicità del gesto artistico.

Enrico Bach, RGDS (2018) - oil, lack spray can on canvans 195x160
Enrico Bach, RGDS (2018) – oil, lack spray can on canvans 195×160

È coerente come in tempi di digitalizzazione ci siano migliaia di artisti che, in qualche modo, sviluppano riferimenti nei confronti del mondo digitale, un universo, nonostante tutto, ancora nuovo e spaventoso. Elencandone solo alcuni: Gioia di Girolamo, Ben Janowitz, Agnese Guido, Irene Fenara, Martina Corà e Rachele Maistrello, nel contesto italiano, Maurice Mbikayi all’estero. Con metodologie diverse, gli artisti indagano le relazioni tra l’uomo e la sua percezione del mondo digitale, una realtà che ci ha già cambiati, o, per chi ancora non lo crede, che ha posto in questione il modo in cui viviamo.

Questo contenuto è stato realizzato da Dobrosława Nowak per Forme Uniche.

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