Print Friendly and PDF

Marco Tagliafierro. La curatela e il legame Arte & Impresa

Marco Tagliafierro, ph credit Matteo Azzali Marco Tagliafierro, ph credit Matteo Azzali
Marco Tagliafierro, ph credit Matteo Azzali
Marco Tagliafierro, ph credit Matteo Azzali

Intervista al critico e curatore indipendente che da tempo si interessa al rapporto tra arte contemporanea e impresa

Un binomio, quello tra il mondo artistico e l’universo imprenditoriale che, dalle sue radici in epoca moderna, al nostro tempo, ha riservato sorprese inaudite e che, oggi, è tornato in auge secondo nuove modalità che il curatore Marco Tagliafierro ha scelto di svelarci, attraverso un racconto tra dinamiche e progettualità. Tagliafierro, a Milano e non solo, opera in tale ambito da molto tempo; curatore indipendente e critico d’arte, si interessa personalmente del rapporto tra arte contemporanea e impresa, dando origine ad influenti cooperazioni con diverse aziende tra cui Loro Piana, Patrizia Pepe, Cartier ed Audi, solo per citarne alcune, in collaborazione con Nicoletta Rusconi Art Project. Invero, l’interesse per le ricerche avviate dai giovani artisti ha assunto grande centralità nel suo percorso, generando la collaborazione con premi per l’arte. Tagliafierro, inoltre è stato curatore televisivo per SKY e riviste di settore, come Abitare, Dove, GQ o quotidiani quali La Repubblica e Avvenire; oggi è una firma per Artforum, Flash Art, Zero Magazine.

Qual è il focus della sua ricerca curatoriale?
Da sempre mi interessa creare occasioni di confronto oneste tra diverse modalità operative ( artistiche, industriali, artigianali).

Marotta e Russo, Welcome to Someday, 2019, per la mostra 10x100 fabbrica d'arte contemporanea, ph credit Fosca Piccinelli (2)
Marotta e Russo, Welcome to Someday, 2019, per la mostra 10×100 fabbrica d’arte contemporanea, ph credit Fosca Piccinelli

In che modo, ad esempio, un progetto che anima la dimensione Arte & Impresa riesce a relazionarsi con gli artisti e quello che viene considerato il più vasto “sistema artistico tradizionale”?
Parto senz’altro dalla materia! Il cuore del progetto alberga nella necessità di mettere in comunicazioni esperienze e saperi diversi a proposito delle medesime tecniche e, più ancora, a proposito delle stesse materie. In collaborazione con Nicoletta Rusconi invitai l’artista statunitense, naturalizzata francese Sheila Hicks, ad interagire con Loro Piana. L’azienda tutta restò letteralmente sorpresa dalla sensibilità polpastrellare, oserei dire, che l’artista Sheila Hicks aveva maturato in quasi sessant’anni di tessitura con le dita delle sue sculture.

È, dunque, il cosiddetto “occhio principe dell’artista” a far cambiare qualcosa?
Sì, gli artisti, chiamando in causa la loro “alterità di sguardo” , attivano punti di vista inediti di cui dispongono e così facendo riescono a sbloccare modalità produttive rimaste sempre uguali nel tempo.

Jacopo Mazzetti, Discendenti, 2019, per la mostra 10x100 fabbrica d'arte contemporanea, ph credit Fosca Piccinelli
Jacopo Mazzetti, Discendenti, 2019, per la mostra 10×100 fabbrica d’arte contemporanea, ph credit Fosca Piccinelli

Il legame Arte & Impresa sembra rivelare diverse sfaccettature; lei, in qualità di curatore, come riesce a far dialogare il mondo imprenditoriale con il pensiero artistico? Quali sono le dinamiche alla base di tale rapporto?
Penso a tutte le volte per le quali questo tipo di esperimento di collaborazione ha portato a “capsule collection” come esito secondario, il primo restava quello di costruire una mostra. Penso anche al lavoro semiologico svolto da molti artisti, nel corso di questi progetti; una per tutte: Sophie Usunier che avvalendosi di tessuti elasticizzati operò delle sorte di anamorfosi sui simboli ricorrenti nelle stampe del brand Frankie Morello.

In questo ultimo periodo, tra i suoi progetti in atto, ricordiamo la mostra “10×100 fabbrica d’arte contemporanea”, per la Giovanardi Spa, visibile sino alla fine di novembre; ce ne racconti di più.
L’ultimo progetto in ordine di tempo mi ha visto interagire, in collaborazione con Martina Cavallarin, con la Giovanardi spa, azienda che progetta e realizza espositori, vetrine e packaging per retail. Gli artisti che ho invitato a dialogare con questa vicenda produttiva hanno saputo creare un viaggio nel tempo che tenesse conto della storia recente e della storia remota della Giovanardi spa stessa.

Seguendo la sua visione, sembra che la diarchia “Arte & Impresa” guardi al futuro, lucidamente. A tal proposito, cosa le riservano i prossimi mesi?
Il futuro si configura senz’altro nella tensione volta ad attivare con gli artisti delle aree ricerca e sviluppo permanenti all’interno delle imprese. Gli artisti sono in grado di apportare un contributo innovativo incomparabile. Grazie all’alterità di sguardo che sono in grado di mettere in campo.

Azzurra Immediato

Commenta con Facebook