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La bellezza delle icone religiose sublimata nelle opere di Kandinskij, Chagall e dell’avanguardia russa

Kuz’ma Petrov-Vodkin, 1918 a Pietrogrado (La Madonna di Pietrogrado), 1920, olio su tela, 73 x 92 cm, Moscow, The State Tretyakov Gallery Kuz’ma Petrov-Vodkin, 1918 a Pietrogrado (La Madonna di Pietrogrado), 1920, olio su tela, 73 x 92 cm, Moscow, The State Tretyakov Gallery
Kuz’ma Petrov-Vodkin, 1918 a Pietrogrado (La Madonna di Pietrogrado), 1920, olio su tela, 73 x 92 cm, Moscow, The State Tretyakov Gallery
Kuz’ma Petrov-Vodkin, 1918 a Pietrogrado (La Madonna di Pietrogrado), 1920, olio su tela, 73 x 92 cm, Moscow, The State Tretyakov Gallery

Nella splendida cornice offerta da Palazzo Leoni Montanari a Vicenza, la mostra Kandinskij, Gončarova, Chagall: sacro e bellezza nell’arte russa propone un dialogo tra icone russe e opere dell’avanguardia russa di fine ‘800.

Nella suggestiva città di Vicenza fino al 26 gennaio 2020 sarà possibile concedersi un viaggio in un’arte spesso sottovalutata ma capace di nascondere opere di rara bellezza: l’arte russa, dalle icone sacre di epoca moderna fino ai capolavori dell’avanguardia di fine ‘800 e inizio’ 900. Palazzo Leoni Montanari, la cui collezione vanta più di 400 pezzi, propone la mostra “Kandinskij, Gončarova, Chagall: sacro e bellezza nell’arte russa”, in cui icone russe e quadri avanguardistici dialogano splendidamente. La mostra è stata curata da Silvia Burini, Giuseppe Barbieri e Alessia Cavallaro, membri dello CSAR (Centro studi per l’arte russa a Ca’ Foscari), col supporto della Direzione Arte, Cultura e Beni Storici della Banca Intesa Sanpaolo, proprietaria dello spazio espositivo e delle icone in mostra. Le 19 icone sono parte della collezione della banca Intesa San Paolo, raccolta intorno dagli anni ’90 dall’allora Banco Ambrosiano Veneto col preciso scopo di non disperdere una collezione privata, composta da pezzi appartenenti a un lasso temporale estremamente ampio (XIII-XX secolo). Col tempo sono stati fatti acquisti mirati che hanno portato alla superba collezione attuale, di cui 140 pezzi compongono la mostra permanente ospitata al secondo piano del Palazzo.

Giudizio Universale, Russia centrale, fine del XIX secolo, tempera su tavola 107 × 85 cm, Collezione Intesa Sanpaolo
Giudizio Universale, Russia centrale, fine del XIX secolo, tempera su tavola 107 × 85 cm, Collezione Intesa Sanpaolo
Vasilij Kandinskij, Composizione astratta 1915-1917, acquerello e inchiostro su carta, 30,9 x 21 cm, Moscow, The State Tretyakov Gallery
Vasilij Kandinskij, Composizione astratta 1915-1917, acquerello e inchiostro su carta, 30,9 x 21 cm, Moscow, The State Tretyakov Gallery

In questa mostra le icone sono state affiancate ad opere di artisti appartenenti all’avanguardia di fine ‘800 – inizio ‘900. I 45 capolavori che accompagnano la mostra, scelti per la loro vicinanza e il loro voler richiamare alcuni stilemi o colori delle icone del passato, provengono dalle collezioni di alcuni musei russi (la galleria Tret’jakov, il Moscow Museum of Modern Art e il Bakhrushin State Central Theatre Museum, The Astrakhan State Art Gallery e lo Yaroslav Art Museum), dal Musée national Marc Chagall di Nizza e il MOMus (Museum of Modern Art Costakis Collection) di Salonicco. La scelta curatoriale di affiancare questi due generi artistici apparentemente così diversi nasce dalla consapevolezza che sono stati proprio questi artisti a cercare un primo dialogo costruttivo con le icone capendone l’importanza artistica e l’apporto che potevano dare alle loro opere. Ecco quindi che lo scopo principale della mostra diventa quello di presentare al pubblico un soggetto poco conosciuto e artisticamente importante come quello delle icone russe, in secondo luogo diventa anche un modo per celebrare i 20 anni di apertura di una realtà museale unica nel suo genere, il Palazzo Leoni Montanari, che la vede proprietaria di una delle più cospicue collezioni di icone russe dell’Occidente.

Natal’ja Gončarova, Immagini mistiche della guerra. I militi di Cristo, 1914, litografia, 32,3 x 24,5 cm, Moscow, The State Tretyakov Gallery
Natal’ja Gončarova, Immagini mistiche della guerra. I militi di Cristo, 1914, litografia, 32,3 x 24,5 cm, Moscow, The State Tretyakov Gallery

La mostra è stata allestita secondo un percorso tematico racchiuso in sette macro-categorie, ciascuna delle quali affianca icone e quadri. Gli artisti dell’avanguardia russa hanno sempre dimostrato un interesse per il patrimonio spirituale e artistico della vecchia Rus’ e grazie alla mostra del 1913 curata da Pavel Muratov vennero a conoscenza di questi capolavori, che per l’occasione erano stati restaurati riportando alla luce i colori puri e brillanti che li contraddistinguono tutt’ora. La produzione di icone è sempre stata presente lungo tutta l’evoluzione della Russia, anche se in secondo piano dal momento che erano elementi religiosi e dal chiaro intento spirituale. Solo grazie a un loro restauro si inizia a guardare a queste creazioni non solo come espressioni della spiritualità e dell’antichità del popolo russo ma anche come veri esempi di arte. Da questo momento le icone escono dall’angolo bello della casa, luogo deputato alla loro adorazione in una sfera solo domestica, e vengono studiate e ammirate dagli artisti di fine ‘800 che hanno visto in queste rappresentazioni un mezzo per creare un linguaggio nuovo. È così che iniziano a nascere dei viaggi spirituali in cui l’arte di questi maestri si astrae dal mondo materiale andando oltre la realtà per raggiungere quello che Kandinskij chiama l’invisibile nell’arte, seguendo il concetto di krasota (spontanea bellezza interiore difficilmente definibile).

San Giorgio e il drago, Russia settentrionale, secondo quarto - metà del XIX secolo, tempera su tavola, 105,4 × 82,9 cm, Collezione Intesa Sanpa
San Giorgio e il drago, Russia settentrionale, secondo quarto – metà del XIX secolo, tempera su tavola, 105,4 × 82,9 cm, Collezione Intesa Sanpaolo
Natal’ja Gončarova, Immagini mistiche della guerra. Cavallo pallido, 1914, litografia, 32,4 x 24,6 cm, Moscow, The State Tretyakov Galler
Natal’ja Gončarova, Immagini mistiche della guerra. Cavallo pallido, 1914, litografia, 32,4 x 24,6 cm, Moscow, The State Tretyakov Galler

Marc Chagall, uno degli artisti contemporanei presenti in mostra, tratta la Bibbia come una grande storia in cui figure mitiche ed eventi sovrannaturali si uniscono permettendo all’artista di creare quadri dal gusto onirico. La particolarità di Chagall è quella di stravolgere gli archetipi biblici e giocare coi simboli, scegliendo i testi da raffigurare in base alle emozioni che gli trasmettono. Il ciclo presentato in mostra, Messaggio bucolico (1935-56), ripercorre alcune delle scene di vita quotidiane tratte dalle Vecchie Scritture. I patriarchi e i profeti vengono rappresentati con modalità mitiche e capaci di suggestionare lo spettatore, impressione data anche dall’allungarsi delle figure e dall’assenza di prospettiva, un chiaro rimando alle icone tradizionali russe.

Vasilij Kandinskij afferma più volte che la sua pittura astratta va ricercata nella produzione delle icone della vecchia Rus’ che ha sempre avuto la fortuna di avere sotto mano. Da qui nascono alcuni motivi ricorrenti all’interno della sua arte come il carro trainato da cavalli o il serpente. Sono un esempio le varie composizioni astratte presenti in mostra, come Acquarello (1916) e Composizione astratta (1915-17), in cui il motivo sinuoso del serpente compare spesso (una chiara ripresa delle pale dedicate al Giudizio Universale della fine del XIX secolo). La scelta di farsi ispirare da questo tipo di arte deriva dalla sua volontà di dipingere l’invisibile e dare espressione alla spontanea bellezza interiore e difficilmente definibile (krasota) di cui l’icona è paradigma.

Kuzima Petrov-Vodkin è presente con delle opere in cui il cambiamento socio-politico è una chiave di lettura fondamentale, come dimostra il quadro 1918 a Pietrogrado (La Madonna di Pietrogrado) in cui la Madonna si discosta dal modello tradizionale di donna che allatta il bambino per diventare il simbolo di una Madonna proletaria, con un chiaro drappo rosso dal richiamo comunista. La scelta e l’uso di colori forti come il rosso e l’azzurro, aggiunto al soggetto, sono un preciso richiamo alle icone di Novgard (città della Russia Settentrionale).

Natalija Gončarova presenta un ciclo di litografie dedicato alla guerra, Immagini della guerra, il cui intento è dimostrare che la guerra è distruzione, morte e miseria. Ogni immagine religiosa tradizionale viene riadattata ad un’attualità storica: i soldati vengono affiancati da angeli dai volti duri e la stessa morte viene rappresentata come un soldato a cavallo con falce alla mano, lo sguardo sconsolato e la testa bassa di fronte alla carneficina avvenuta (questa litografia richiama l’icona di metà XIX secolo raffigurante San Giorgio e il drago).

Insieme a queste splendide opere sono presenti altri artisti russi sapientemente scelti per esprimere al meglio l’importanza e l’influenza che le icone hanno avuto per gli artisti dell’avanguardia. La scelta stessa dell’allestimento, con pannelli in bianco e nero, ha il preciso scopo di esaltare i colori brillanti e nasconde anche un credo cristiano secondo cui tutta la vita è peccato (colore nero) e solo dopo la morte appare l’aura di Dio (colore bianco). Le luci basse e incentrate sui singoli pezzi accentuano ancora di più la forza che traspare dai soggetti e dalle storie rappresentati.

Inoltre tra gennaio e marzo Silvia Burini e Alessia Cavallaro terranno un percorso di approfondimento sulla pittura russa, comprendendo un periodo che va dalle origini fino alle avanguardie storiche e alla Rivoluzione d’Ottobre.

INFORMAZIONI UTILI

5 ottobre 2019 / 26 gennaio 2020

Gallerie d’Italia, Palazzo Leoni Montanari, Contrà Santa Corona 25, 36100, Vicenza

Orario: 10 – 18, chiuso il lunedì

Prezzo: 3/5 €

Sito ufficiale: http://www.gallerieditalia.com/it/vicenza/mostra-kandinskij-goncarova-chagall/

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