Print Friendly and PDF

Autunno d’arte in libreria: da Genovesivo a Pordenone, fino all’utopia di un Museo Nazionale

Autunno d'arte in libreria: da Genovesivo a Pordenone, fino all'utopia di un Museo Nazionale

Autunno d'arte in libreria: da Genovesivo a Pordenone, fino all'utopia di un Museo NazionaleAutunno ricchissimo d’arte in libreria: da Genovesivo a Pordenone, da Bergamo alle Marche, fino all’utopia di un Museo Nazionale

Autunno d’arte in libreria: Officina Libraria, la casa editrice milanese propone una ricca serie di volumi per approfondire la conoscenza di alcuni percorsi della Storia dell’Arte spesso trascurati, dagli esiti di quei linguaggi ritenuti a lungo “provinciali” –  come quelli sviluppatisi in territori come Bergamo (a lungo una terra di confine) – o a regioni periferiche ma ricchissime di fermenti artistici come le Marche. Focus su pittori come Genovesivo e Pordenone, per fare un punto della situazione aggiornato sull’importanza dei loro percorsi artistici.

 

GENOVESINO À PARIS: un volume nato come costola dei due cataloghi sul percorso artistico di Luigi Miradori, detto il Genovesino, dedicati alle mostre di Cremona (2017-2018) e Piacenza (2018); di Marco Tanzi con la collaborazione di Francesco Ceretti e una nota storica di Giambattista Ceruti.
La recentissima ricomparsa sul mercato antiquario parigino di due dipinti fondamentali per il percorso artistico di Luigi Miradori detto il Genovesino (1605-1610 circa – 1656), ha fatto sì che nei cataloghi delle mostre di Cremona (inverno 2017-2018) e di Piacenza (primavera 2018) se ne potesse solamente accennare, senza la possibilità di approfondirne adeguatamente le vicende.
Ha così preso corpo GENOVESINO À PARIS di Marco Tanzi, edito con la stessa grafica e lo stesso formato dei due cataloghi, oltre che con la medesima struttura a schede. Più asciutto ed essenziale, il libretto è di fatto una costola di quello stesso lavoro. Il titolo riflette scherzosamente la coincidenza del ritrovamento, quasi in contemporanea, di due opere molto importanti sotto la Tour Eiffel. Ovviamente, anche se non serve ribadirlo, Luigi Miradori non fu mai à Paris.
Sono arrivate inoltre altre segnalazioni di importanti dipinti miradoriani in mano a privati, tra i quali anche un’inusuale rappresentazione della Disputa tra San Francesco Saverio e Fucarandono al cospetto del re del Bungo. Una tela che, per la rarità della messa in scena, non poteva non accendere curiosità e fantasie, anche maliziose, aprendo un nuovo fronte di ricerca sull’illustrazione devota dell’evangelizzazione gesuitica del Giappone e sulla percezione un po’ confusa dell’Estremo Oriente da parte dei pittori europei.

TERRA DI CONFINE – Arti figurative a Bergamo nel Rinascimento (e oltre): un volume dedicato alle arti figurative in una Terra di confine nel Rinascimento, Bergamo; di Simone Facchinetti.
Il libro è costituito da dieci saggi che indagano altrettanti argomenti artistici legati infatti a una Terra di confine: prendono spunto da opere, artisti e testimonianze conservate a Bergamo.
I pittori studiati – attivi nel corso del XV e XVI secolo – sono riletti criticamente, a partire da un’aggiunta al catalogo, una nuova interpretazione delle fonti o del loro percorso stilistico. Uno dei fili rossi della ricerca indaga la sopravvivenza e il riuso di modelli figurativi da parte di botteghe familiari di artisti (i Marinoni e i Santacroce). L’interesse per la storia della critica e l’esercizio della connoisseurship sono i due motori che alimentano la costruzione delle indagini. Nella parte finale si affacciano due classici della storia della critica: Giovanni Morelli e Roberto Longhi (visto attraverso gli occhi del giovane Alessandro Conti).

CENTRO E PERIFERIA nella storia dell’arte italiana di Enrico Castelnuovo e Carlo Ginzburg: lo storico volume torna in libreria con una nuova prefazione di Carlo Ginzburg per inaugurare la collana “Storie” diretta da diretta da Lucio Biasiori e Francesco Torchiani. Era il 1979 quando Enrico Castelnuovo e Carlo Ginzburg pubblicarono un volume in cui rileggevano la storia dell’arte italiana mettendo in discussione uno dei dogmi su cui si era basata per secoli. Tale dogma identificava il centro (o i centri) come luogo della creazione artistica, mentre dava alla periferia il significato riduttivo e negativo di semplice lontananza dal centro.
L’urgenza del dibattito politico era ben percepibile in passaggi come questo: «In un’età di imperialismi e di subimperialismi, in cui anche le bottiglie di Coca-Cola si configurano come segno tangibile di vincoli non solo culturali, il problema della dominazione simbolica, delle sue forme, delle possibilità e dei modi di contrastarla, ci tocca inevitabilmente da vicino». A quarant’anni esatti di distanza, l’attualità di queste parole non si è affievolita. Al contrario: se alla fine degli anni Settanta questo giudizio valeva per un’Italia che assisteva alla definitiva perdita della complessità di fronte all’omologazione culturale, alle migrazioni interne e all’inurbamento di massa, oggi, nell’età della globalizzazione, la «dominazione simbolica» si è estesa su scala mondiale.

PORDENONE ma anche Correggio e Michelangelo: un saggio sul percorso artistico di uno dei pittori più importanti della scena rinascimentale veneziana, di Alessandro Ballarin.
Giovanni Antonio de Sacchis nacque a Pordenone, da cui poi deriverà il suo soprannome, nel 1483/84 e fu uno dei protagonisti della pittura in Valpadana durante la prima metà del Cinquecento. La sua formazione ebbe luogo in primis in Friuli e successivamente come allievo di Giorgione (affreschi di Vacile e pala di Spilimbergo). Il soggiorno romano influenzò il suo stile rendendolo più ampio e drammatico (affreschi del duomo di Treviso e del duomo di Cremona) grazie al contatto con la pittura figurativa di Michelangelo e Raffaello. Inevitabile il confronto con Correggio e Parmigianino, esemplificato dalla cupola di Santa Maria di Campagna a Piacenza, e con Tiziano in alcune pale d’altare di cui rinnova il tradizionale impianto compositivo.

L’INCOSTANTE PROVINCIA Architettura e città nella Marca pontificia 1450 – 1750: un volume dedicato all’importanza straordinaria, spesso insospettata e ancora poco conosciuta, del territorio delle Marche, a cura di Maurizio Ricci.
Marca Anconitana fu il nome designato per indicare una delle tre storiche province dello Stato della Chiesa istituite nel 1210 da Papa Innocenzo III durante il primo anno di pontificato. La Marca aveva confini coincidenti con quelli dell’attuale regione Marche e le cinque città maggiori erano Ancona, Urbino, Camerino, Fermo ed Ascoli. Nonostante le rilevanti tracce lasciate da importanti architetti (Francesco di Giorgio Martini, Gerolamo Genga, Antonio da Sangallo il Giovane, Pellegrino Tibaldi, Luigi Vanvitelli) e l’aver dato alla luce grandi maestri come Bramante e Raffaello, le Marche sono rimaste di frequente nell’ombra all’interno degli studi di storia dell’arte e dell’architettura.
I saggi qui raccolti cercano di delineare le singole realtà urbane (Ancora, Ascoli, Camerino, Fano, Osimo) fotografate in un momento particolarmente significativo della loro storia, analizzando a fondo tutti i segni salienti della produzione architettonica presente sul territorio. Questa indagine è volta a sottolineare episodi in cui emerge il confronto tra architetti, maestranze forestiere, artefici locali, senza tralasciare l’importazione di modelli esterni ed il ruolo dei committenti.

MUSEO NAZIONALE – 150 opere d’arte della storia d’Italia: un museo virtuale che raccoglie 150 capolavori dell’arte italiana selezionati e commentati da archeologi, storici dell’arte e critici, a cura di Monica D’Onofrio. Parte dei proventi della vendita del volume sarà destinata al restauro de la Madonna con il Bambino della chiesa di Santa Maria Assunta a Tossicia (Teramo), scultura in terracotta del XV secolo ridotta in frammenti dal sisma del 2016.
Una peculiarità del nostro Paese è quella di non avere un unico Museo Nazionale. La ricchezza artistica e storica ha carattere policentrico: ogni regione possiede un museo di riferimento, ogni museo un’opera più rappresentativa di altre. Da questa considerazione trae spunto la trasmissione radiofonica Museo Nazionale di Radio3, all’interno della quale hanno trovato posto – virtualmente e narrativamente – 150 opere capaci di rievocare la storia d’Italia.
Tutti gli interventi radiofonici sono raccolti in questo volume: le 150 opere, suddivise in 23 sale tematiche, sono raccontate e descritte da altrettanti storici dell’arte italiani e internazionali. Dal David di Donatello a quello di Michelangelo, dalla Maestà di Giotto al Concetto spaziale di Lucio Fontana, proseguendo con il Marco Aurelio, la Flagellazione di Caravaggio e Novecento di Maurizio Cattelan.
Tra le sale del museo virtuale incontreremo Tomaso Montanari con Bernini, Achille Bonito Oliva con Francesco Clemente, Gian Carlo Calza con Hokusai, e poi Flavio Fergonzi con Arturo Martini, Fernando Mazzocca con Hayez, Antonio Paolucci con Paolo Uccello, Carl Strehlke con Beato Angelico, Anna Coliva con Tiziano, Enrico Morteo con Sottsass, Maria Cristina Bandera con Giorgio Morandi, Ester Coen con Boccioni e molti altri.

Commenta con Facebook

leave a reply

*