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La Pasqua delle Poste di papa Francesco attinge dalla street art

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Per illustrare la prossima Pasqua le Poste di papa Francesco hanno deciso di attingere dalla street art, l’arte di strada.

Cara a Bergoglio come tutto ciò che non appartiene al palazzo. Ad annunciarlo è stato Mauro Olivieri, dell’Ufficio filatelico sampietrino. “In uno dei miei spostamenti in città col motorino – confessa – mi sono imbattuto in un murale fantastico. Mi ha incantato a prima vista”. Inchiodato il motorino, fra un moderato strombazzar di clacson, Olivieri scattò alcune fotografie col telefonino. Portate in ufficio e mostrate, con le dovute spiegazioni, ai vertici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Ha ottenuto convinta e immediata adesione.

Ignoto, al momento, il luogo dove si trova l’opera e più ancora il nome del suo autore, che a quanto risulta sembra non averla firmata. La caccia, quindi è aperta. C’è qualcuno che riesce ad individuare il nome dell’autore del murale? E magari dove, a Roma, è collocato?

Naturalmente non mancano celebrazioni artistiche più canoniche. Come il ricordo di Raffaello Sanzio, tra i più celebri artisti del Rinascimento morto mezzo millennio fa e che in Vaticano ha realizzato alcuni dei suoi capolavori (non pochi dei quali nel tempo trasformati in francobollo), nonché quella di Giovan Battista Tiepolo, tra i maggiori pittori del Settecento veneziano, del quale ricorrono i 250 anni del decesso. Tra gli edifici religiosi, spicca il Duomo di Volterra dedicato all’Assunta, nel 1120 ricostruito dopo il tremendo terremoto del 117 su una precedente chiesa mariana.

Questo potrebbe essere l’ultimo programma filatelico del Vaticano predisposto dall’Ufficio filatelico e numismatico nella sua antica integrità. In Vaticano c’è, infatti, chi ama spezzettare. Al tempo dello Stato Pontificio, tanto per restare nel campo dei francobolli, inventarono le “fettuccine postali” (porzioni di francobolli utilizzati secondo la tariffa richiesta: un francobollo da 8 bajocchi frazionato a in quarto ed usato quindi per 2 baiocchi), in altre occasioni lo spezzatino. E’ questo il caso di quanto previsto dalla Nuova legge sul Governo dello Stato della Città del Vaticano intorno alla quale hanno lavorato Cesare Mirabelli, per un battito d’ali, nel 2000, presidente della Corte costituzionale italiana e al presente consigliere generale presso lo Stato del Vaticano, e Vincenzo Buonomo, che Francesco ha voluto alla guida dell’Università Lateranense. Ed anche lui Consigliere dello Stato (cinque componenti, compreso il consigliere generale, fra i quali siede anche Pier Paolo Francini, già direttore dell’ufficio filatelico e numismatico che visti i risultati, si suppone, non sia stato neppure consultato).

Si tratta, certo, di giuristi di indubbia e riconosciuta preparazione senza per questo essere onniscienti. Così quando, scorrendo l’elenco dei vari uffici dello Stato da rifondare i loro occhi si sono posati sull’ Ufficio filatelico e numismatico hanno trovato logico, dal loro punto di vista, traslocare la filatelia alle Poste, le monete ad una inesistenze Zecca e la commercializzazione filatelia e numismatica in capo all’Economia (con passaggi, forse, anche dalla Ragioneria). Un autentico “capolavoro” degno di uno dei tanti, troppi, uffici complicazioni cose semplice, che si pensava appannaggio della sola Italia. C’è tuttavia ancora tempo, probabilmente, per porvi rimedio attraverso chiari e precisi decreti attuativi, bene inteso da scrivere e promulgare dopo aver ascoltato chi da anni è impegnato sul campo maturando esperienze e professionalità di assoluto livello.

Spacchettare l’Ufficio filatelico e numismatico si sta rivelando per quello che è: un’autentica assurdità. Un voler mandare alle ortiche un’eccellenza riconosciuta, che come tutte le cose poteva (e magari doveva) essere migliorata e anche un po’ asciugata a livello di struttura, non però suddivisa un po’ a destra e un po’ a sinistra, ma anche al centro, come invece è stato fatto. Creando una situazione dalle chiare e palesi venature kafkiane. Sabbie mobili, dalle quali si ha l’impressione che si fatichi ad uscirne, non riuscendo ad individuare con la chiarezza che servirebbe, l’obiettivo.

L’orionino don Francesco Mazzitelli che alle Poste Vaticane si sta occupando di filatelia.
L’orionino don Francesco Mazzitelli che alle Poste Vaticane si sta occupando di filatelia.

“Più mi inoltro in questa materia, più mi accorgo dei problemi che essa comporta”, ammette don Francesco Mazzitelli, il sacerdote orionino catapultato, nonostante la carenza di sacerdoti impegnati nella pastorale, dalla parrocchia di Ognissanti a Roma alle Poste Vaticane, dove al momento è responsabile don Attilio Riva, dall’1 febbraio 1940 affidate a sacerdoti dell’Opera don Orione.

Una spiccata passione per gli arredi sacri, dei quali assicurano sia un esperto in procinto a dare alle stampe una pubblicazione, il sorridente don Mazzitelli al quale non si possono che formulare voti augurali, non esita a buttare secchiate di acqua sul fuoco. “E’ iniziato un processo”, si limita a dire. “D’altra parte – aggiunge – non si può pensare che quello che indica la Legge si possa realizzare tutta e subito. Però la linea da seguire è quella”. “Per me – ammette onestamente il sacerdote – è difficile far previsioni, anche perché non conosco bene la materia. Senza dimenticare che ci si è cominciati a muovere solo dopo l’entrata in vigore della Legge, il 7 giugno. C’è, quindi, un obiettivo da raggiungere ma i tempi ancora non sono stati fissati. Quello che posso dire è che c’è molta collaborazione”. “Abbiamo tutti il remo in mano – assicura Mauro Olivieri, fino all’entrata in vigore della nuova normativa direttore dell’Ufficio filatelico e numismatico –, e remiamo tutti nella stessa direzione”.

Per quel poco che si è riusciti a sapere lo spacchettamento dovrebbe portare la filatelia, intesa solo e semplicemente (chissà poi perché) a livello ideativo e realizzativo di programmi e immagini, alle Poste che per loro natura sono portate alla gestione del servizio (forse nessuno si è azzardato affidare alla struttura la commercializzazione, memori del fallimento registrato nel 2000 con i primi francobolli automatici, passati in fretta e furia all’Ufficio filateli. Gli stessi che, facendo capo alla Direzione dell’economia (con probabili passaggi intermedi dalla Ragioneria dello Stato) seguiteranno ad occuparsi di commercializzazione. Di un prodotto, il francobollo, pensatoi e ideato altrove (alle Poste). Su questo specifico settore vigilerà Antonio Chiminello, romano, 63 anni, due figlie, una formazione professionale quasi interamente vaticana (Ior, ex Prefettura degli Affari economici e Ragioneria dello Stato) che il 7 giugno papa Francesco ha nominato capo dell’Economia.

Già in passato ci fu chi, per un po’ di tempo, spacchettò l’Ufficio. Fu monsignor Giovanni Danzi, dal 1996 al 2005 segretario del Governatorato. Da una parte direzione e segreteria, dall’altra la parte commerciale e amministrativa posta sotto le sue dipendenze. Nominato arcivescovo prelato di Loreto, all’Ufficio filatelico e numismatico tutto tornò prima del tornado Danzi. Perché non riunificare anche questa volta quello che si sta separando?

*Due capolavori di Raffaello su altrettanti foglietti vaticani del 2012: “La Madonna di Foligno” a la “Madonna Sistina”. Opere del grande artista torneranno su francobolli vaticani del 2020.

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