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Dopo Massimo Mattioli ed Eliseo Mattiacci ci lascia anche Antonio Trotta. Ha conferito parola al marmo

Antonio Trotta Antonio Trotta
Antonio Trotta
Antonio Trotta

Drammatico 26 agosto 2019. Muoiono l’artista italo-argentino Antonio Trotta (Stio, SA, 1937) e lo scultore cosmico Eliseo Mattiacci (Cagli, 1940), 3 giorni appena dalla scomparsa del grande fumettista Massimo Mattioli.

Scultore impalpabile. In bilico tra leggerezza e classicità, realtà e finzione. Un solitario, fondatore del Gruppo SI- Ha conferito la parola al blocco di marmo. Ha impresso con delicatezza il sospiro alla materia. Ha raccontato la scultura attraverso una ricerca complessa e dal forte impatto poetico, l’illusione e lo stupore della percezione generati dal ricorrere ad un materiale (il marmo) che viene trattato come un altro (la carta), questa una delle sue opere iconiche riconosciute in tutto il mondo, I Sospiri. Un vento immaginario scompone l’ordine apparentemente banale di una successione di “fogli” A4 appesi al muro, o la serie Altri tempi (2006), dove il prima e il dopo vengono rappresentati da blocchi di “carta”, piegati o appallottolati, accostati alla loro versione “ridistesa” ma, ormai, irrimediabilmente segnati dalle linee delle piegature.

Antonio Trotta
Antonio Trotta

Fin dai primi anni ’70, Trotta ha sperimentato il ricorso ai materiali più disparati (vetro, polimeri plastici, rame e metalli vari) cercando di costruire un “discorso” sulla forma. Il suo atteggiamento, meditativo e poetico al contempo, è particolarmente evidente in lavori dei primi anni settanta quali Le quattro stagioni(piccole stampe su alluminio del 1970) o la serie de Le cave (1973) in cui blocchi di marmo vengono tagliati in sottili lastre rettangolari poi emulsionate e impressionate con immagini fotografiche delle cave di marmo.

In questo gioco di richiami visuali e formali (marmo che imita carta fotografica che ritrae il marmo) Trotta non smette mai di studiare lo spazio, di costruirlo visivamente. Nella sua poetica esso non è soltanto fisico e materiale ma è, soprattutto, memoria e ricordo di un luogo, che diventa oggetto secondo un preciso canone di bellezza e poesia. Esempio di questo suo atteggiamento è la serie recente di Scontrini (dal 2000 a oggi): lastre di marmo, dallo spessore incredibilmente sottile e irregolare, incise come veri e propri scontrini fiscali.

Ci lascia all’età di 82 anni.

Antonio Trotta
Antonio Trotta

Lo spazio fra me e l’opera comincia ad annullarsi nel momento in cui posso vedere tutto ciò che mi circonda come fossero cose già dipinte o scolpite. (La pittura, la scultura, la letteratura, la storia dunque sono il solo materiale passibile di essere dipinto, scolpito, ecc.) Andare verso uno stato di pietrificazione fra le cose e sentire il dubbio sulla propria esistenza; è come osservare l’irrealtà del fuori stando nella realtà dell’opera, dentro la quale una fotografia è vera come un’immagine in uno specchio. La sensazione dello spazio nasce parallelamente alla voglia di uscire dalla propria immagine dipinta.

(Antonio Trotta, maggio 1972)

Antonio Trotta
Antonio Trotta

Biografia

Nasce nel 1937 a Paestum. Trasferitosi in Argentina, nel 1960 è fra i promotori del gruppo SI. Inizia la sua attività espositiva al Museo de Arte Moderno e all’Istituto Torcuato Di Tella a Buenos Aires, e nel 1968 è invitato alla Biennale di Venezia a rappresentare il Padiglione Argentino. Dalla fine del 1969 fino al 1973 Trotta collabora con la Nizzoli Associati, con interventi di  “progettazione totale” che coinvolgono in équipe architetti, grafici, artisti e critici, realizzando progetti d’architettura e urbanistica in Italia e all’estero (Taranto, Cremona, Siviglia, ecc.). Realizza anche alcune copertine per la rivista “L’Architettura. Cronache e Storia” diretta da B. Zevi. Tiene personali alla Galleria François Lambert di Milano (1970), alla Galleria Christian Stein di Torino (1971), alla Galleria Marilena Bonomo di Bari (1972), alla Galleria Maddalena Carioni di Milano (1972), alla Galleria Christian Stein di Torino (1947), alla Galleria Editalia, Qui Arte Contemporanea di Roma (1974), alla Galleria Borgogna di Milano (1976), allo Studio Cesare Manzo a Pescara (1983), alla Galleria Artra di Milano (1986), alla Galleria Piero Cavellini di Milano (1987), alla Galleria Cardi a Milano (1990), alla Galleria Carini di Firenze (1993), all’Istituto de Cooperacion Iberoamericana di Buenos Aires (1995), alla Galleria Omphalos di Terlizzi (1998).

Partecipa a mostre collettive alla Biennale di Venezia (1976, 1978, 1990), a Firenze (1978), al National Museum di Osaka (1979), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (1980), al PAC di Milano (1982, 1988, 1989), a Lione (1984), alla Galleria Martano di Torino, alla Galleria Mazzocchi di Modena e alla Fondazione Europea Dragan a Milano (1986), alla Galleria Bianca Pilat di Milano e alla Galleria Oddi Baglioni di Roma (1990), alla Galleria d’Arte Moderna di Udine (1997), alla Arte Studio Invernizzi e alla Galleria Artra di Milano (2000). Nel 2007 ha inaugurato il Museo archivio Antonio Trotta a Stio. È membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 2009.

Museo Archivio Antonio Trotta (Stio, Salerno)

Il Museo/Archivio dedicato allo scultore Antonio Trotta, è stato inaugurato il 18 agosto 2007, con una mostra personale e permanente dell’autore con opere storiche e recenti, progetti, modelli, fotografie, archivio di libri, riviste, cataloghi e scritti.

Una delle ultime interviste di Antonio Trotta sulla Rivista Segno

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