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Hanno trovato il vero Monte Olimpo! Straordinarie scoperte sull’isolotto greco di Daskalio

L'isolotto greco di Daskalio L'isolotto greco di Daskalio
L'isolotto greco di Daskalio
L’isolotto greco di Daskalio

Le rovine scoperte dagli archeologi britannici a Daskalio sono datate al 2600 a.C., praticamente la stessa epoca – con un margine di errore di 100 anni – a cui risalgono le antiche piramidi d’Egitto, o Stonehenge

Con un bel po’ di fantasia, ci si può immaginare di vedere Zeus scoccare una delle sue folgori, o Apollo inseguire affannosamente Dafne. Nella realtà per ora si vedono solo arbusti e sterpaglie, sopra a un piccolo isolotto dalla forma vagamente piramidale. Ma è bastata questa ai ricercatori dell’Università di Cambridge e della British School of Athens per decidere che era il caso di capire meglio di cosa si trattasse, cosa nascondesse quel grumo di terra e pietre immerso nel mare del Dodecanneso, fra Naxos e Koufonisi. Ed i risultati sono sorprendenti, visto che ora spingono gli archeologi ad ipotizzare che Daskalio celi l’embrione di tutta la mitologia greca, che fosse qui il mitico Monte Olimpo, che sia questo l’isolotto già menzionato come Asteris nell’Odissea di Omero, dove Telemaco è vittima di un’imboscata mentre si prepara a salvare sua madre, Penelope.
Le rovine scoperte dagli archeologi britannici sono ora datate al 2.600 a.C., praticamente la stessa epoca – con un margine di errore di 100 anni – a cui risalgono le antiche piramidi d’Egitto, Stonehenge e alcuni resti del mondo mesopotamico. Un complesso di edifici religiosi, una sorta di santuario, che rivela i resti di un’antica civiltà preminoica, cioè precedente a quella che si credeva fosse la più antica società nell’area di Creta. Proprio la peculiare forma piramidale dell’isolotto dell’Egeo ha attratto l’interesse del “Progetto Keros”: “La ricerca ha cambiato il nostro modo di comprendere la cultura cicladica dell’età del bronzo, e suggerisce che questi primi Greci erano tecnicamente e politicamente più avanzati di quanto si pensasse in precedenza“, ha affermato il co-direttore del progetto Michael Boyd, dell’Università di Cambridge.

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