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Riapre la collezione Magna Grecia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. IMMAGINI

Rhyton a forma di testa d’asino Terracotta, 20 Ruvo 480-470 a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale © Ministero per i Beni e le Attività Culturali Rhyton a forma di testa d’asino Terracotta, 20 Ruvo 480-470 a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale © Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Rhyton a forma di testa d’asino Terracotta, 20 Ruvo 480-470 a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale © Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Rhyton a forma di testa d’asino Terracotta, 20 Ruvo 480-470 a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale © Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Oltre 400 opere testimoniano a Napoli le caratteristiche insediative, le strutture sociopolitiche, il retroterra religioso ed artistico nella Campania di epoca preromana, da Ercolano a Pompei, da Stabiae a Capri

La storia dei greci in Occidente, e quella dei popoli italici con i quali vennero a contatto, torna a passare per il MANN, e mi piace immaginare questa ‘nuova’ sezione come un affascinante ‘portale della conoscenza’ che da Napoli conduca, e sempre più invogli, alla scoperta degli antichi tesori del Mezzogiorno d’Italia’’. In questa chiave il Direttore Paolo Giulierini legge la riapertura della collezione Magna Grecia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, chiusa dal 1996 e ora tornata a raccontare le radici storiche della cultura dell’Italia meridionale, con il progetto allestitivo costruito dal compianto professor Enzo Lippolis, Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università La Sapienza di Roma, scomparso prematuramente nel 2018.

Plastico del cosiddetto Tempio di Nettuno di Paestum, Legno e sughero, ante 1822, Napoli, Museo Archeologico Nazionale © Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Plastico del cosiddetto Tempio di Nettuno di Paestum, Legno e sughero, ante 1822, Napoli, Museo Archeologico Nazionale © Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Restituiamo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli una parte fondamentale della sua identità”, prosegue Giulierini, “il riallestimento dopo 20 anni della collezione Magna Grecia, tra le più ricche e celebri al mondo, esito di un vasto piano di interventi per il riassetto dell’ala occidentale dell’edificio destinata ad accogliere le testimonianze dell’epoca preromana. Nelle sale del primo piano che ospitano il percorso espositivo, un’esperienza unica attende il visitatore, che potrà letteralmente ‘passeggiare nella storia’. Lo farà camminando, con le opportune precauzioni, sui magnifici pavimenti a mosaico provenienti da Villa dei Papiri di Ercolano, da edifici di Pompei, Stabiae, dalla villa imperiale di Capri, finalmente recuperati e riportanti alla loro magnificenza”.

Anello Oro e pietra semipreziosa, Canosa, Ipogeo Lagrasta I (?) IV-III sec. a.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale © Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Anello Oro e pietra semipreziosa, Canosa, Ipogeo Lagrasta I (?) IV-III sec. a.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale © Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Oltre 400 opere testimoniano le caratteristiche insediative, le strutture sociopolitiche, il retroterra religioso ed artistico nella Campania di epoca preromana: un’occasione da non perdere per i tanti che sceglieranno il sud Italia per le vacanze. Noi introduciamo il tutto con una galleria di spettacolari immagini…

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