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Nel ventre della balena con Emilio Isgrò: il pittore e poeta ‘cancella’ Melville, a Venezia

Ritratto di Emilio Isgrò, marzo 2019 (Foto di Andrea Valentini). Ritratto di Emilio Isgrò, marzo 2019 (Foto di Andrea Valentini).

Il viaggio sperimentale e linguistico di Emilio Isgrò in mostra Venezia, a settembre, alla Fondazione Giorgio Cini

Emilio Isgrò torna a Venezia con ricca antologica con opere dagli anni Sessanta a oggi in un’ambientazione che trasformerà in modo inedito gli spazi espositivi Fondazione Giorgio Cini.

Isgrò nel suo studio milanese per la presentazione della mostra alla stampa
Isgrò nel suo studio milanese per la presentazione della mostra alla stampa
Isgrò nel suo studio milanese per la presentazione della mostra alla stampa
Isgrò nel suo studio milanese per la presentazione della mostra alla stampa

Dal 14 settembre al 24 novembre 2019 l’esposizione, a cura di Germano Celant, in collaborazione con l’artista e l’Archivio Emilio Isgrò, si propone come un’ampia ricognizione nel suo percorso creativo ed estetico a partire dagli anni Sessanta a oggi. Una ricca esposizione che si dipana dalle prime cancellature di libri, datate 1964, e continua con le poesie visuali su tele emulsionate e le Storie rosse, per arrivare agli imponenti e articolati testi cancellati nei volumi storici de L’Enciclopedia Treccani, 1970, fino a quelli etnici dei Codici ottomani, 2010.

Emilio Isgrò: Dichiaro di non essere San Giorgio, 2012. Acrilico su tela, CM 79 x 56
Emilio Isgrò: Dichiaro di non essere San Giorgio, 2012. Acrilico su tela, CM 79 x 56
Emilio Isgrò: Giacomo Puccini, 2014. Acrilico su tela, CM 260 x 160
Emilio Isgrò: Giacomo Puccini, 2014. Acrilico su tela, CM 260 x 160

Un’ambientazione architettonica inglobante e avvolgente occuperà le sale dell’Ala Napoleonica della Fondazione, arricchite da pareti trasversali e diagonali, utilizzate per spezzare e modificare lo spazio quasi fossero linee su un foglio, che funzioneranno infatti da supporti cartacei per veicolare un’enorme e nuova operazione di cancellatura, condotta ancora una volta su materiale letterario, così da far entrare il pubblico in un grande libro, modificato visualmente dall’artista.

Il testo che scorrerà sulle superfici dell’involucro espositivo è il romanzo Moby Dick di Herman Melville, così da sottintendere un transito fantastico nella pancia di un cetaceo, quello del cancellare parole e scritte che ha reso celebre Isgrò.

«Il tema che affronto per questa mostra alla Fondazione Cini di Venezia, città dove nel 1964 nacquero le prime cancellature, non può che essere quello del linguaggio. Per questo mi è parso necessario ricorrere alla tradizione biblica filtrata dal Moby Dick, il meraviglioso romanzo di Melville – spiega Emilio Isgrò – Sarà l’opera cancellata di Melville a contenere quindi tutte le altre e chi entra alla mostra si lascerà accompagnare nel ventre della balena, ovvero il ventre del linguaggio mediatico che copre con il rumore il proprio reale e disperante silenzio».

La mostra si avvale della presenza di lavori provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, tra cui spiccano Il Cristo cancellatore, 1968, installazione composta di 38 volumi cancellati, dal Centre Pompidou di Parigi; Carta geografica, 1970, dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Storico, libro cancellato del 1972, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; la monumentale carta geografica cancellata Weltanschauung, 2007, lunga 9 metri, del Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; quattro preziose opere dalla Collezione Gallerie d’Italia; Poesia Volkswagen, 1964, dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma; la Storia rossa La corsa di Alma, 1969, dal Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno; e il Corpus Iustinianeum, cancellato in sei volumi, del 2018.

Emilio Isgrò: Codice ottomano della solitudine, 2010, acrilico su libro in box di legno e plexiglass, CM 57,5 x 82,5 x 13
Emilio Isgrò: Codice ottomano della solitudine, 2010, acrilico su libro in box di legno e plexiglass, CM 57,5 x 82,5 x 13
Emilio Isgrò: Codice ottomano delle tempeste, 2010, acrilico su libro in box di legno e plexiglass CM 57,5 x 82,5 x 13
Emilio Isgrò: Codice ottomano delle tempeste, 2010, acrilico su libro in box di legno e plexiglass CM 57,5 x 82,5 x 13
Emilio Isgrò: Il Cristo cancellatore, 1968, china su libro tipografico in box di legno e plexiglass. Installazione per 38 elementi, CM 34 x 50 x cad. Collezione Centre George Pompidou
Emilio Isgrò: Il Cristo cancellatore, 1968, china su libro tipografico in box di legno e plexiglass. Installazione per 38 elementi, CM 34 x 50 x cad. Collezione Centre George Pompidou
Emilio Isgrò: Mao, 1974. Acrilico su tela, CM 59,5 x 104
Emilio Isgrò: Mao, 1974. Acrilico su tela, CM 59,5 x 104

L’antologica è accompagnata da un volume, pubblicato dalla casa editrice Treccani, che include, oltre a pagine cancellate dal Moby Dick e a un’intervista tra l’artista e il curatore, un’ampia cronologia illustrata che approfondisce e documenta il percorso personale e professionale di Isgrò.

Ritratto di Emilio Isgrò, marzo 2019 (Foto di Andrea Valentini).
Ritratto di Emilio Isgrò, marzo 2019 (Foto di Andrea Valentini).
Emilio Isgrò: Nebbie planetarie, 2016, acrilico su mappamondo, CM 62 x 44 x 44
Emilio Isgrò: Nebbie planetarie, 2016, acrilico su mappamondo, CM 62 x 44 x 44

EMILIO ISGRÒ
14 Settembre 2019 – 24 Novembre 2019

Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore, 1
Venezia

www.cini.it

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