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Rapina a Stoccolma, al cinema la storia che ha dato il nome alla famosa sindrome

Rapina a Stoccolma

Rapina a Stoccolma

Rapina a Stoccolma, al cinema con Ethan Hawke e Noomi Rapace la storia che ha dato origine alla famosa sindrome

Vi siete mai chiesti da dove arrivi il termine “Sindrome di Stoccolma”? Da questa storia.
Stoccolma, 1973. Lars Nystrom, un rapinatore quantomeno sui generis interpretato da Ethan Hawke (Juliet, Naked, Sinister), decide di rapinare la banca centrale e prende in ostaggio alcuni impiegati, tentando di ricattare la polizia e far a scarcerare il suo amico Gunnar.
Contro le previsioni iniziali, per via dei suoi modi bizzarri (da teppista dal cuore tenero, insomma), Lars riesce ad accattivarsi le simpatie e l’aiuto dei suoi ostaggi che diventano così, a tutti gli effetti,  suoi complici.
A guardare il rapinatore con occhi dolci, in special modo, c’è Bianca, moglie e madre di due bambini, interpretata da Noomi Rapace (Seven Sisters, Child 44, Uomini che odiano le donne, Passion).

Al termine della vicenda, seguita con grande apprensione e curiosità da TV, radio e giornali, quella che si andò delineando fu l’origine di una delle più strane e complesse sindromi psicologiche contemporanee: la sindrome di Stoccolma.Rapina a StoccolmaRapina a Stoccolma vorrebbe essere una crime comedy che strizza l’occhio a Tarantino e Spike lee, non a caso è prodotto dalla Blumhouse, casa di produzione specializzata in horror (Paranormal Activity, Insidious e The Purge sono tutte loro creazioni, solo per citarne qualcuna) che di recente ha provato a mettere il piede anche in altre scarpe: BlacKkKlansman di Spike Lee e Glass di M. Night Shyamalan, per esempio. Il film, basato su fatti realmente accaduti – una rapina dai risvolti inaspettati e dal fortissimo impatto mediatico – manca però il bersaglio, rivelandosi un film noiosetto (nonostante l’esigua durata), confezionato “a modino” (ottima la fotografia, la scenografia e i costumi), ma senza nervo e senza slanci.

Non bastano i dialoghi surreali, tutti i riferimenti allo spirito e allo stile dell’America anni ’70 (tanto caro a Tarantino), con canzoni di Bon Dylan dai toni folk, con Rapina a Stoccolma Robert Budreau (Born to Be Blue) dirige quello che potrebbe essere poco più di un film TV di fine stagione. Anche durante il periodo estivo (notoriamente complicato per le uscite cinematografiche) il pubblico ha bisogno di qualcosa di più dell’aria condizionata come motivo per entrare in sala.


Rapina a Stoccolma, in sala dal 20 giugno, guarda il trailer

 

 

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