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La fenomenologia della visione in Franco Grignani. Arte, grafica e fotografia a Chiasso

Franco Grignani Franco Grignani
Franco Grignani
Franco Grignani

Polisensorialitá fra arte, grafica e fotografia al m.a.x. museo di Chiasso

Il m.a.x. museo di Chiasso racconta la poliedrica personalità di Franco Grignani (1908-1999) in una ricca mostra dal titolo Polisensorialità fra arte, grafica e fotografia, curata da Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini. Ne emerge un artista a tutto tondo che ha ricercato, attraverso molteplici modalità espressive, una vera e propria metodologia della visione. L’artista cerca di tradurre in immagini ciò che non è visibile nel mondo reale. “…altero la prospettiva, cerco forme impossibili, entro nel labirinto delle distorsioni” esplorando le potenzialità ottiche dell’uomo. Il risultato è la creazione di un linguaggio dinamico e cinetico che traduce nel movimento delle forme i meccanismi della visione.

Franco Grignani
Franco Grignani

Grignani è un artista, un grafico, un fotografo, affascinato dalle forme del reale e dalla natura nascosta delle cose.

In fotografia, attraverso una ricerca semantica estremamente complessa, Franco Grignani esegue fotomontaggi, sovraimpressioni, doppie esposizioni cercando di cogliere ciò che sfugge all’occhio umano. Ne deriva una sorta di “fotografia metafisica”, che svela le ambiguità della visione e quindi le infinite possibilità di interpretazione della realtà. La fotografia consente l’esperienza sensoriale di qualcosa di nuovo, di altro, di oltre, rispetto a ciò che vediamo. E nello scarto tra la visione del reale e lo scatto fotografico gioca un ruolo fondamentale la dimensione del tempo: “..il tempo della realtà mi ha dato il tempo dell’idea, un altro reale”. Lo scatto fotografico di Grignani cattura, ma non cristallizza, le tensioni strutturali della realtà; da qui i titoli distorsioni, proiezioni, strutture, psicostrutture, psicoplastiche…diciture che coniugano l’aspetto plastico e strutturale con quello psichico della visione.

Franco Grignani
Franco Grignani

La sua vasta ricerca fotografica accompagnerà instancabilmente tutto il suo percorso artistico, grafico e pubblicitario.

Dopo essersi avvicinato durante gli anni universitari al movimento futurista, negli anni successivi risente delle avanguardie astrattiste e costruttiviste. Imbocca la strada dell’astrattismo geometrico per indagare un nuovo concetto di visione. Rimane affascinato dall’allora nascente graphic design e a Milano frequenta lo studio Boggeri entrando in contatto con Erberto Carboni, Remo Muratore e Max Huber. Comincia un interessante percorso di sperimentazione grafica e scopre come la percezione visiva sia frutto dell’interazione, non solo meccanica, ma anche psichica, dell’occhio e della mente.

L’acuta analisi dei mezzi della comunicazione visiva lo porta negli anni ’50 e ’60 a diventare art director e coordinatore dell’immagine per la Dompé Farmaceutici, trampolino di lancio per il conferimento della Palma d’Oro della pubblicità e della Medaglia d’Oro alla Triennale di Milano. Gli anni ’60 sono gli anni delle grandi campagne pubblicitarie per Montecatini, Moplen, Ducotone, Marzotto, Zegna, Archifar, Agfa.

Franco Grignani
Franco Grignani

Ma la grafica è solo uno dei mezzi espressivi che Grignani sceglie per creare nuove realtà. Preoccupato dalla possibilità che “la realtà precluda la fantasia”, Grignani dà voce alla polisensorialità delle emozioni. Rotazioni, torsioni, scissioni, deformazioni muovono le sue immagini creando nuovi spazi visivi. L’estro artistico, le analisi percettive, le geometrie, i progetti grafici si fondono in un diverso modo di fare arte, il cui fondamento risiede nella capacità di un diverso modo di vedere. Comunicare visivamente per Grignani non è il “far vedere” ma il “vedere di più”: “…la mia indagine è sempre consistita nel vedere l’interno delle cose e il perché delle cose”.

Grignani studia l’alterazione visiva del reale attraverso filtri, vetri, interferenze…la nostra visione è spesso condizionata e filtrata. L’uomo deve imparare a leggere i segni delle deformazioni nelle superfici: gli specchi, le lenti, gli acciai, il concavo e il convesso.

In tutte le sue opere, siano esse Distorsioni, Vibrazioni, Permutazioni, Dissociazioni, Volumetrie, Psicostrutture…, Grignani delinea una fenomenologia della visione in cui gli scompensi visivi disegnano sempre nuovi spazi percettivi. L’occhio ricostruisce istanti di esistenza creando nuove possibilità di vita. Le architetture del pensiero tracciano strutture dissonanti e deformate dalla fantasia creativa della mente che, divertita, gioca a destrutturare e a ricostruire spazi e tempi.

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