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Il francobollo celebrativo dei 90 anni dello Stato vaticano

francobollo stoffa Lo stemma vaticano tessuto in Austria per il francobollo celebrativo dei 90 anni dello Stato. francobollo stoffa Lo stemma vaticano tessuto in Austria per il francobollo celebrativo dei 90 anni dello Stato.
francobollo stoffa Lo stemma vaticano tessuto in Austria per il francobollo celebrativo dei 90 anni dello Stato.
Lo stemma vaticano tessuto in Austria per il francobollo celebrativo dei 90 anni dello Stato.

In Vaticano per procurarsi 100 metri di filato di poliestere e metallo occorre scucire qualche decina di euro. Non si tratta, sia chiaro, di filato sciolto, anonimo, bensì utilizzato per tessere uno dei quarantamila francobolli che portano bene in vista la cifra 8,40 (euro), chiamati a ricordare il Novantesimo anniversario dei Patti Lateranensi. I quali istituirono, tra l’altro, lo Stato della Città del Vaticano. “…quel tanto di territorio che basti come supporto alla sovranità” come disse Pio XI ricevendo in Vaticano i parroci e i quaresimalisti romani nello stesso momento in cui in Palazzo del Laterano il cardinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato di Sua Santità e Benito Mussoli, Primo ministro e Capo del Governo del Regno d’Italia.

L’autocelebrazione dello Stato vaticano comprende altri dentelli postali. Un taglio da 1,10 euro, emesso congiuntamente con l’Italia ad immagine di conseguente identica: la sala dei Papi o della Conciliazione nel Palazzo del Laterano dove i Patti vennero firmati. Un evento certamente storico nell’immagine proposta ridotto ad alcune sedie vuote. Ma, sottolinea una nota dell’Ufficio filatelico vaticano”, “originali dell’epoca”, così come d’epoca è il tavolo. E le personalità che, a nome di re Vittorio Emanuele III e il cardinale Pietro Gasparri, con i rispettivi seguiti, firmarono Patti Lateranensi che stabilirono regolari relazioni bilaterali tra Italia e Santa Sede? Di loro neppure l’ombra. Eliminati. Ancora troppo imbarazzanti – evidentemente – (Mussolini, in particolare) per mostrarli su una duplice carta valore postale. Ma allora non era meglio trovare una soluzione figurativa diversa, anziché cancellare la storia? Ed evitare l’unitile sequenza di sedie vuote con i fantasmi del passato. Oltretutto sul web immagini e filmati della “storica firma” abbondano.

La tessitura del francobollo vaticano
La tessitura del francobollo vaticano

Per il ministero dello Sviluppo economico e per l’Ufficio filatelico della Città del Vaticano, organismi preposti all’emissione dei francobolli, non è evidentemente ancora tempo di sdoganare personaggi ritenuti impresentabili. Oltretutto non si trattava di celebrare o festeggiare un cardinale (Pietro Gasparri) o un politico (Benito Mussolini), ma solamente di festeggiare i Patti Lateranensi attraverso i protagonisti. Perfino i loro autografi nel documento originale tracciati nella parte inferiore della piantina dello Stato Vaticano del 1929 sono stati eliminati dal piccolo foglio nel quale sono riuniti, ripetuti due volte, rispettivamente il ritratto di Pio XI (€ 1,10) e di Francesco (€ 1,15).

Al netto di censure varie (via tutti i protagonisti della firma dei Patti e via anche le loro firme) il francobollo che ha inevitabilmente suscitato curiosità è senz’altro quello in stoffa, che raffigura lo stemma vaticano (le chiavi consegnate da Cristo all’Apostolo Pietro in croce di S. Andrea, una d’oro e l’altra d’argento), della cui produzione si è occupata un’azienda austriaca utilizzando una moderna edizione della macchina da ricamo Schiffli dotata di 680 aghi e utilizzando 30,20 chilogrammi complessivi di filato.

Il vescovo di Feldkirch Benno Elbs mostra soddisfatto uno dei primi esemplari del francobollo vaticano
Il vescovo di Feldkirch Benno Elbs mostra soddisfatto uno dei primi esemplari del francobollo vaticano

Si tratta della Hämmerle & Vogel specializzata in ricami “con la passione per l’intimo, il prêt-à- porter e le cose belle”, che da alcuni anni ha messo a disposizione esperienza e macchinari per Osterreichische Post, la Posta austriaca. Da questa collaborazione sono nati alcuni francobolli dall’inconsueta fattura che hanno subito incontrato il favore di larga parte dei collezionisti (e non solo). I quali nel 2005, per dire, hanno incasellato nei loro album una stella alpina da 3,75 euro, tessuto dall’azienda di Lustenau, nel Vorarlberg dalla quale nel 2008 è uscito un fiore-francobollo tipico delle vette alpine: la Genziana, che presentava eguale valore nominale. La sequenza comprende l’omaggio al “Petit point”, punto di ricamo di tappezzeria su un filo solo che permette di ricoprire interamente la stoffa di fondo (2010, € 2,85), praticato già nel Medioevo, ed in seguito apprezzato e praticato dall’aristocrazia austriaca in particolare. Col passare del tempo il valore nominale è stato via via elevato per adeguarlo ai costi di produzione. Infatti il “dirndl”, il tipico abito inizialmente indossato dalla servitù delle aree della Germania, dell’Austria e del Tirolo, fatto proprio intorno al 1870 dalle persone benestanti e riportato in auge da feste folcloristiche presenta il facciale da 6.30 euro. Dello scorso anno cappello stiriano, generalmente prodotto in feltro di lana grigio scuro o verde scuro o peli di animali; la fascia del cappello è solitamente verde scuro ed è decorata con un “Gamsbart” (pennacchio fatto con peli di camoscio) è venduto a 6,90 euro.

A differenza dei francobolli d’Austria, sempre venduti liberamente al prezzo tessuto assieme alle immagini, quello del Vaticano è messo in vendita solamente attraverso costoso folder nel quale è inserito un esemplare nuovo ed uno applicato su busta ricordo e bollato con uno speciale annullo. Il tutto in cambio di 28 euro, con un sopraprezzo, quindi, di 11,20 euro. Finendo così col generare il risultato opposto a quello forse prefissosi dall’Ufficio filatelico e numismatico sampietrino. Nessun applauso, ma tanti mugugni da parte di collezionisti e commercianti.

Il folder che contiene il francobollo i tessuto, nuovo e su busta giorno di emissione. Prezzo di vendita a 28 euro.
Il folder che contiene il francobollo i tessuto, nuovo e su busta giorno di emissione. Prezzo di vendita a 28 euro.

Per  Sebastiano Cilio, presidente dell’associazione nazionale professionisti filatelici, si tratta, forse di “un altro tentativo di scoraggiare i collezionisti costringendoli ad acquistare per la propria collezione di francobolli singoli un folder dal costo di 28 euro contro un facciale di 8,40 euro” Certo, prosegue, “il francobollo è molto bello e il folder contiene anche una busta primo giorno del medesimo valore” ma, secondo me, “l’operazione commerciale non è giustificata”. Anche perché i “collezionisti di buste primo giorno sono pochi”. Insomma “dopo avere messo fuori corso i francobolli in lire” con questa bizzarra emissione il Vaticano ha sferrato “un’altra mazzata a collezionisti e commercianti”.

Pressoché in contemporanea col Vaticano, anche il Liechtenstein ha prodotto un francobollo che presenta molte similitudini con quella sampietrino. Celebra anch’esso la fondazione dello Stato, il principato in questo caso, mentre il Vaticano è una monarchia assoluta elettiva. A prima vista le Poste di Vaduz, la capitale, si sono mostrate meno esoso. La corona principesca tessuta a Lustenau è in vendita a 6,30 franchi. Il prezzo nominale, quindi. Non così – e l’iniziativa non si può dire sia stata accolta benevolmente dal mondo filatelico- una produzione aggiuntiva riservata a pochi fortunati benestanti. Si tratta di una particolare edizione ottenuta fili d’oro a 24 carati e decorazione effettuate con otto cristalli Swarovski. Presentata come “un’autentica novità mondiale” per via del filo d’oro impiegato nel ricamo. Pur mantenendo il valore facciale di 6,30 euro, la corona d’oro e cristalli Swarowski è stata proposta a 300 franchi.

le due corone tessute del Liechtenstein, una venduta a 6,30 euro, l’altra a 300 euro con assegnazioni per estrazione
le due corone tessute del Liechtenstein, una venduta a 6,30 euro, l’altra a 300 euro con assegnazioni per estrazione

 

le due corone tessute del Liechtenstein, una venduta a 6,30 euro, l’altra a 300 euro con assegnazioni per estrazione
le due corone tessute del Liechtenstein, una venduta a 6,30 euro, l’altra a 300 euro con assegnazioni per estrazione

Tuttavia, per avere questa edizione della corona tessuta non bastava, come detto, la somma richiesta, ma anche se non soprattutto essere fortunati, in quanto i telai della Hämmerle & Vogel si sono fermati quando il numeratore segnava 2019, l’anno di emissione. Di qui la decisione di affidarsi alla dea bendata, alla quale è stato demandato il compito di estrarre, tra i prenotati, i 2019 nominativi destinatari del singolare francobollo per i trecento anni che ci separano da quel 1719, anno in cui l’imperatore Carlo VI, unendo la contea di Vaduz e il dominio di Schellenberg, possedimenti di Hans Adam I del Liechtenstein, diede vita al Principato del Liechtenstein.

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