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Preferisco fare una foto, che essere una foto. Lee Miller fotografa surrealista a Bologna

Lee Miller, Nude Bent Forward, 1930. ©Lee Miller Archives, England Lee Miller, Nude Bent Forward, 1930. ©Lee Miller Archives, England
Lee Miller, Nude Bent Forward, 1930. ©Lee Miller Archives, England
Lee Miller, Nude Bent Forward, 1930. ©Lee Miller Archives, England

Quando Condé Nast riconobbe il suo potenziale fascino da copertina patinata e decise di lanciarla su Vogue aveva solo 19 anni. In breve tempo il suo volto divenne una presenza costante sulle riviste femminili e la giovane donna, originaria di Poughkeepsie, posò come modella per fotografi del calibro di Edward Steichen e Arnold Genthe, entrando a far parte della cerchia delle più apprezzate fotomodelle di quegli anni. Tuttavia, poco tempo dopo, Lee Miller decise di passare dall’altra parte dell’obiettivo. “Preferisco fare una foto, che essere una foto” affermava l’artista che, durante tutta la sua carriera, non si impose mai limiti, dedicandosi alla fotografia di moda, al ritratto, agli esperimenti surrealisti, al reportage di guerra.

Con l’obiettivo di ripercorrere l’intera carriera di questa straordinaria fotografa americana, Palazzo Pallavicini ospiterà Surrealist Lee Miller, prima retrospettiva italiana a lei dedicata, a cura di ONO arte contemporanea. La mostra, che comprende circa 101 fotografie, sarà visitabile dal 14 marzo al 9 giugno 2019 e offrirà al visitatore una panoramica completa sulla produzione della Miller.

Lee Miller nella vasca da bagno di Adolf Hitler, 1945. ©Lee Miller Archives, England
Lee Miller nella vasca da bagno di Adolf Hitler, 1945. ©Lee Miller Archives, England

Nel 1929 conobbe Man Ray e divenne sua collaboratrice, musa e amante; insieme i due artisti sperimentarono e misero a punto la tecnica della solarizzazione ed è in questi anni che la fotografa realizzò il suo corpus più consistente di opere, quello surrealista. La parentesi parigina permise alla Miller di affinare le tecniche e di dare forma al sofisticato stile che caratterizzò la sua intera produzione, nonché di entrare in contatto con numerosi artisti: Pablo Picasso, Max Ernst, Jean Cocteau, Joan Mirò, Paul Éluard sono solo alcuni dei personaggi che immortalò nei suoi scatti e che frequentò in un rapporto di amicizia e di reciproco arricchimento artistico.

Pablo Picasso, Portrait of Lee Miller à l’Arlésienne, 1937. The Penrose Collection. © Roland Penrose Estate, England 2014. © Succession Pablo Picasso, VEGAP, Madrid 2017
Pablo Picasso, Portrait of Lee Miller à l’Arlésienne, 1937. The Penrose Collection. © Roland Penrose Estate, England 2014. © Succession Pablo Picasso, VEGAP, Madrid 2017

Il sodalizio con Man Ray giunse al capolinea nel 1932, anno in cui la fotografa decise di tornare a New York e di aprire un nuovo studio, questa volta insieme a suo fratello minore Erik. Nei successivi due anni l’artista lavorò incessantemente sul ritratto, sulla fotografia surrealista e per Vogue; è proprio in questo periodo che per la famosa rivista realizza uno scatto, dal titolo Self-Portrait in Headband (1933), in cui è sia modella sia fotografa allo stesso tempo. Nel 1934 incontrò Aziz Eloui Bey, e decise di trasferirsi in Egitto. Questo primo matrimonio, nonostante l’entusiasmo iniziale, ebbe vita breve. Durante un viaggio a Parigi fatto nel 1937, infatti, Lee Miller conobbe Roland Penrose, artista surrealista che qualche anno dopo sarebbe diventato il suo secondo marito e con il quale avrebbe concepito e messo al mondo il loro unico figlio, Anthony Penrose. I due artisti fecero numerosi viaggi in Europa e trascorsero molto tempo con Picasso, il quale la ritrasse più volte (famoso il Ritratto di Lee Miller à l’Arlésienne, 1937).

Lee Miller, Self Portrait with headband, 1932. ©Lee Miller Archives, England.
Lee Miller, Self Portrait with headband, 1932. ©Lee Miller Archives, England.

Poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale decise di stabilirsi a Londra e fu proprio in quel momento che la sua vita e la sua carriera subirono una decisa sterzata: ottenne l’accreditamento come corrispondente di guerra per Vogue e, sebbene lei e Margaret Bourke-White non lavorarono mai insieme, furono le uniche due donne impegnate sul fronte come fotoreporter per l’esercito degli Stati Uniti. Nel 1944 Lee Miller collaborò con David E. Scherman documentando battaglie e liberazioni per le riviste Life e Time. Nei suoi scatti si rivive l’entrata degli Alleati nei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald, e vengono documentati gli orrori e le atrocità commesse dai nazisti. A Monaco, insieme a Scherman, realizzò una delle sue più celebri fotografie: l’autoritratto nella vasca da bagno di Hitler, in cui si immortala intenta a lavarsi, dopo aver abbandonato gli scarponi sporchi di fango sul pavimento. «I took some pictures of the place [Hitler’s residence] and I also got a good night’s sleep in Hitler’s bed. I even washed the dirt of Dachau in his tub», affermò su Vogue la fotografa.

Lee Miller ritratta da Man Ray.
Lee Miller ritratta da Man Ray.

All’interno della mostra di Palazzo Pallavicini saranno esposte anche queste fotografie, che rientrano tra i più iconici scatti della Miller. Nonostante il disturbo da stress post-traumatico del quale soffrì dopo la guerra, Lee Miller proseguì la sua carriera, fotografando soprattutto artisti e scrittori. Agli inizi degli anni ‘50 pubblicò il suo ultimo pezzo per Vogue (Working Guests, luglio 1953) e decise di abbandonare la fotografia per dedicarsi alla cucina, ma sempre in chiave artistica.

Lee Miller,Tanja Ramm under a belljar, 1930. ©Lee Miller Archives, England.
Lee Miller,Tanja Ramm under a belljar, 1930. ©Lee Miller Archives, England.

Lee Miller morì nel 1977 e solo dopo la sua scomparsa suo figlio scoprì l’immenso patrimonio lasciato dalla fotografa: circa 60.000 negativi, 20.000 stampe e provini, documenti e scritti, tutti inscatolati e ben riposti nell’attico di Farley Farm House, sua ultima dimora. La mostra organizzata a Palazzo Pallavicini sarà occasione per scoprire la vita di questa straordinaria artista, eccezionale donna del Novecento.

David E. Scherman immortalato da Lee Miller, ©Lee Miller Archives, England
David E. Scherman immortalato da Lee Miller, ©Lee Miller Archives, England
Lee Miller, Women with fire masks, 1941. ©Lee Miller Archives, England
Lee Miller, Women with fire masks, 1941. ©Lee Miller Archives, England

Surrealist Lee Miller

Quando: dal 14 Marzo 2019 al 09 Giugno 2019

Dove: Palazzo Pallavicini, via San Felice 24 (BO)

Orari: da giovedì a domenica 11-20 (ore 19 ultimo ingresso). Chiuso il lunedì, martedì e mercoledì.

Biglietti: intero 14 €/ ridotto 12 €

Informazioni utili:

www.palazzopallavicini.com

www.leemiller.co.uk

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