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Le nostre battaglie (Nos batailles), Romain Duris e le sfide della paternità

Le nostre battaglie (Nos batailles)

Le nostre battaglie (Nos batailles)Le nostre battaglie (Nos batailles), al cinema dal 7 febbraio il nuovo film di Guillaume Senez con Romain Duris

Presentato a Cannes 2018 nella Semaine de la Critique e al 36. Torino Film Festiva dove ha vinto il Premio del Pubblico e il Premio Cipputi, Le nostre battaglie (Nos batailles) di Guillaume Senez arriva al cinema dal 7 febbraio.

Questa è la seconda regia di Guillaume Senez, che con Keeper, suo film d’esordio, aveva vinto il 33. Torino Film Festival, premio che non era stato sufficiente a garantirgli una distribuzione in sala. Sorte diversa invece per Le nostre battaglie (Nos batailles) che sarà distribuito da Parthenos.
Il film racconta la storia di Oliver, interpretato da Romain Duris (Una nuova amica, Tutti i soldi del mondo, Persecuzione), un uomo che dedica tutto sé stesso alla lotta sindacale al fianco dei propri compagni di lavoro. Quando, da un giorno all’altro, sua moglie Laura (Lucie Debay, già vista in Un re allo sbando) lo abbandona da solo con due figli, Oliver dovrà imparare a trovare un nuovo equilibri tra le sfide della quotianità e il suo lavoro.

Come nel precedente The Keeper, Guillaume Senez prosegue in Nos batailles un discorso sulla genitorialità, più precisamente sulla paternità. Nel film si susseguono accadimenti drammatici e nefasti, ma il regista riesce a tenere sempre un tono un po’ più lieve del previsto, riuscendo a mettere a fuoco l’umanità tenace e speranzosa del protagonista, un ottimo Romain Duris, che con la sua performance riesce a dare vita a un personaggio reale, complesso e sfaccettato. Le nostre battaglie (Nos batailles)Come dice con forma più che eloquente il titolo, il film racchiude in sé una moltitudine di battaglie (anche interiori, morali, intime), che in maniera quotidiana costellano le vicende di tutti i personaggi. C’è il mondo del lavoro e dei diritti sindacali, in una realtà che sembra richiamare molto da vicino quella degli “scandali” sulle condizioni dei dipendenti Amazon, quello degli affetti e della famiglia, siano il matrimonio, la maternità, la paternità o il confronto con una sorella lontana e dallo stile di vita completamente diverso da quello di Oliver (la stupenda Laetitia Dosch, che si era già fatta notare per aver dato vita all’insopportabile -ma irresistibile- protagonista di Montparnasse – Femminile singolare).

Tutto è motivo di conflitto. Quello di Oliver è un personaggio estremamente positivo, impreparato a diversi aspetti della vita che fino alla fuga della moglie aveva trascurato e che si lascia cogliere alla sprovvista, che -a un certo punto- non sa più quale sia la direzione giusta da prendere, ma che non si dà mai per vinto.  Le nostre battaglie (Nos batailles)Le nostre battaglie è un film piccolo ma vivace, che parla al pubblico con un garbo deciso e mai retorico, un’opera che c’entra tutti i bersagli puntati, sempre a fuoco nei toni e nei registri: è drammatico senza strilli e dolce senza smancerie; un film che fa della misura la sua carta vincente, un rarità.
Mentre Oliver, di battaglia in battaglia, capisce che non è in possibile risolvere ogni situazione la sceneggiatura sobria e sensibile di Senez e Raphaëlle Desplechin (Tournée, Pris de court) evita banalità e morali scontate, non dà colpe e/o premi.

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