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La Pop Art di Bonzano Vini rivoluziona l’immagine vinicola del Monferrato

Il dialogo tra arte e vino è diventato, negli ultimi anni, sempre più frequente e le etichette delle bottiglie – al pari di una tela bianca – rappresentano spesso e volentieri il luogo d’espressione di creativi e designer. È questo il caso della Bonzano Vini, una giovane azienda del Monferrato, che ha puntato su un logo e soprattutto una grafica non convenzionali, caratterizzati da elementi geometrici e da colori pop su sfondo nero.

Il merito va ad Adriano Vendramin dello studio Playroom di Roncade (Treviso), che ha interpretato la personalità e i valori della azienda di Casale Monferrato in chiave moderna, allontanandosi dalla visione classica e un po’ sabauda dei vini piemontesi. Il linguaggio grafico propone un cambiamento stilistico netto, rispetto ad altre etichette del territorio, e interpreta l’ambizioso progetto enologico della famiglia Bonzano: rivoluzionare con la propria produzione l’immagine del Monferrato attraverso tipicità, qualità e iconografia.

Ispirate alla Pop Art degli anni Settanta, le etichette Bonzano giocano con i classici decori geometrici e i colori accesi per dare carattere a ogni vino e renderlo facilmente riconoscibili al grande pubblico. Un obiettivo di modernità, che tuttavia si integra con la tradizione, tanto che tutti i prodotti hanno nomi che rievocano sia il dialetto monferrino che storie o luoghi legati alla famiglia.

In particolare, per il vino rosso Hosteria (Pinot nero e Barbera) è stato pensato un progetto grafico a sé stante. Ho optato per una bottiglia da birra – spiega Adriano Vendramin – per colpire immediatamente il consumatore e dare forma all’idea di convivialità del grande enologo Donato Lanati, che ha scelto il nome e firmato la controetichetta di questo vino. Mentre per l’etichetta ho usato i colori vividi e disomogenei della Pop Art mantenendo lo sfondo nero, per restare coerente con le altre”. Sulla controetichetta si legge: “Abbiamo voluto chiamare questo vino Hosteria, ma allo stesso modo poteva chiamarsi Incontro o Amicizia. Per tutto il Novecento l’Osteria è stato il principale luogo di ritrovo e socializzazione, ma soprattutto di ospitalità, da cui il nome. Questo vino elegante e semplice, raffinato e leggero, è stato pensato per piacere a tutti, intenditori e non, per portare allegria e armonia a chi lo berrà”.

Adriano Vendramin ha studiato per Bonzano Vini anche un logo ispirato alla meridiana che campeggia sulla facciata della tenuta Mandoletta, sede aziendale, che richiama la ramificazione dell’albero genealogico. L’intervallarsi delle stagioni, i raggi del sole che segnano il tempo, la famiglia e le sue diramazioni sono concetti che si esprimono nell’immagine del brand. “Volevo dare una grafiva innovativa a questa cantina emergente, con un logo monogram che facesse tutt’uno tra il nome Bonzano e il marchio”, precisa il designer grafico. “Un logo che attraverso l’essenzialità e il bianco e nero racchiudesse l’idea dello scorrere del tempo e delle generazioni”.

La collezione di Bonzano Vini comprende anche il bianco Armognan a base di Chardonnay e Sauvignon con un’etichetta su sfondo nero dalle linee geometriche convesse e concave color giallo ocra, che danno movimento e profondità all’immagine grafica. In dialetto piemontese Armognan significa albicocca, frutto che riporta alla fragranza di questo vino.

Da citare anche il Meridiana Rosato: il label è su sfondo nero con cerchi rosa che richiamano il colore del prodotto, sovrapponendosi ordinatamente per formare un’immagine optical. Questo vino richiama nel nome la meridiana che campeggia sulla facciata della tenuta della Mandoletta, dove vive tutta la famiglia Bonzano.

Infine la Barbera Gajard, caratterizzata da un’etichetta su sfondo nero con rombi e cerchi ellittici bianchi, che intersecandosi creano un insolito stile geometrico. Gajard in dialetto piemontese significa vigoroso ed esuberante, proprio come la personalità di questo rosso dal colore intenso.

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