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Un immenso Pasolini a Scampia. Street Art e (è) periferia: i nuovi murales di Jorit (a Napoli) e Blu (a Roma)

murale di blu raffigurante pasolini Jorit - Pierpaolo (particolare) - Immagine dalla pagina facebook di Jorit

murale di blu raffigurante pasolini

Negli ultimi anni anche la street art è finita negli ingranaggi del mercato ma fino a quando artisti come Blu e Jorit contribuiranno al rilancio delle periferie, rimarrà libera e accessibile a tutti.

Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l’erba, la gioventù. L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro.”

Napoli. Con questa citazione di Pier Paolo Pasolini, lo street artist Jorit presenta sulla sua pagina Facebook il suo ultimo murale (non ancora terminato) dedicato a uno dei più grandi intellettuali del Novecento italiano. Un’altra citazione tratta da ‘Lettere Luterane’ lo street artist l’aveva scritta sul muro bianco prima che cominciasse a lavorare sul ritratto di Pasolini, così come usa fare per ogni sua performance d’arte. L’intenso volto campeggia fuori la stazione della metro di Scampia, lo sguardo magnetico sulla periferia.

il volto di Pasolini rappreentato in un murale dallo street artist Jorit
Jorit – ‘Pierpaolo’
Immagine dalla pagina Facebook di Jorit https://www.facebook.com/JoritGraffiti/?ref=br_rs

Una scelta densa di significati. A un ipotetico scugnizzo napoletano – Gennariello –  Pasolini dedicò un ‘trattatello pedagogico’ (poi raccolto in ‘Lettere Luterane’) dove descriveva l’intenso rapporto che lo legava a Napoli ‘’ultima metropoli plebea, l’ ultimo grande villaggio”. Ora anche lui,, come gli altri personaggi rappresentati da Jorit, ha i segni rossi di quella  che l’artista napoletano di origini olandesi considera la ‘Human Tribe‘: persone differenti, alcune famose altre quasi sconosciute al grande pubblico, che hanno dimostrato nella loro vita di essere ‘umani’.

un appartente gioco acquatico che in realtà è una metafora delle storture del capitalismo
Blu. Càpita
Immagine dal sito internet di Blu http://blublu.org/sito/blog/

Nuovo murale anche per Blu, il misterioso street artist che alcuni anni fa The Guardian ha incoronato come uno dei migliori 10 writer al mondo. Non sappiamo quale sia la sua ‘posizione’ attuale nel firmamento dell’urban art ma una cosa è certa:  nonostante la fama internazionale, l’artista non ha mai smesso di occuparsi di temi sociali e periferie, essenza di ogni forma di arte di strada che non si limiti al mero decorativismo. Il suo ultimo lavoro si trova al Quarticciolo, un quartiere nella periferia est di Roma, teatro questa estate  di un altro murale dell’artista bolognese, raffigurante un David di Michelangelo ingrassato intento a farsi un selfie e una Venere di Milo griffatissima.

Anche l’ultima opera è, in parte,  un’allegoria del consumismo esasperato dei nostri tempi. Di primo impatto la gigantesca opera sembra uno di quei divertenti acquascivoli dei parchi acquatici anche se a ben vedere, l’intreccio di quei tubi colorati riprende la fisionomia  di un grande intestino. Càpita – questo il titolo del murale- è un’allegoria nemmeno troppo velata delle sperequazioni e ingiustizie sociali che caratterizzano il Capitalismo. I meccanismi di quello che solo apparentemente sembra un parco giochi  per tutti, porta la maggior parte delle persone a cadere nell’acqua putrida mentre pochi eletti si tuffano in una lussuosa piscina. Un messaggio semplice e diretto come deve essere quello dell’arte di strada.

Blu. Càpita Immagine dal sito internet di Blu http://blublu.org/sito/blog/
Blu. Càpita
Immagine dal sito internet di Blu http://blublu.org/sito/blog/

Più enigmatiche le figure che si trovano al centro della scena, nel limbo tra gli sfruttati e i privilegiati. Figure inquietanti colorate come escrementi che da un lato si occupano di tenere a bada i disperati che tentano di risalire dalla fossa putrida dove sono finiti mentre altri si mostrano servili con i più potenti. L’opera è stata presentata dallo stesso artista sui suoi canali social dove ha ringraziato il Comitato Mammut – un comitato di quartiere (Rebibbia e Ponte Mammolo) che si occupa di varie iniziative di carattere sociale- invitando tutti a dare il proprio appoggio alla campagna di crowdfoundig per l’acquisto di un defibrillatore necessario all’associazione dilettantistica sportiva che porta il nome dello stesso comitato.

Blu e Jorit, due nomi, due storie, due stili diversi, accomunati da un legame mai reciso con quella periferia che li ha resi famosi.

 *Nella prima immagine : Jorit – Pierpaolo
(particolare) – Immagine  facebook di Jorit

 

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