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«Arte» di Yasmina Reza, l’insondabile natura dell’amicizia

«Arte» di Yasmina Reza

«Arte» di Yasmina Reza«Arte» di Yasmina Reza, l’insondabile natura dell’amicizia

«Arte», della drammaturga Yasmina Reza, mette in scena l’insondabile natura dell’amicizia. Uscito nel 1994, tradotto in 30 lingue, messo in scena in tutto il mondo vincendo un Laurence Olivier Award, un Prix Molière e un Tony (nel 1998), il testo teatrale esce ora in una nuova edizione per Adelphi, che della stessa autrice ha pubblicato anche Babilonia (2017), Felici i felici (2013) e Il dio del massacro (2011), testo da cui Roman Polański ha tratto Carnage.

-La pittura contemporanea non ti interessa, non ti ha mai interessato. È un campo che non conosci affatto, quindi come puoi sostenere che un oggetto, che obbedisce a leggi che tu ignori, è una merda?
-È una merda. Scusa, ma è così.

Al centro della disputa un grande quadro bianco. No, non del tutto bianco però. Con delle sottili linee oblique bianche che lo attraversano su tutta la superficie. C’è bianco e bianco, lo sapeva anche Malevič.
Ma com’è possibile che un quadro bianco (ma non proprio bianco) possa costare un patrimonio? E perché qualcuno dovrebbe comprarlo per tenerselo in casa? Per trarne godimento?

La penna di Yasmina Reza, affilata come un bisturi, prende spunto dall’impenetrabilità dell’arte contemporanea –quando dico per me intendo oggettivamente- per mettere in scena la crisi di l’amicizia di una vita, quella tra Serge (l’acquirente del quadro), Marc (il detrattore) e Yvan (che cerca di rimanere neutrale, di fare da pacere). Perché continuiamo a vederci se ci odiamo?!
L’arte contemporanea diventa qui un pomo della discordia che mette in luce e fa salire a galla vecchie ruggini e acredini, quella che doveva essere una piacevole serata tra amici si trasforma con un gioco al massacro dove gli amici non si risparmiano crudeltà e meschinità. È deprimente! È la verità! Che disastro…! Che disastro!

 

La pièce di Yasmina Reza scava, come suo solito, nei meccanismi del perbenismo e del classismo culturale, mettendo in luce delle ombre che offrono, più che risposte, ulteriori domande. È una lettura caustica, a tratti surreale, che precipita (anticipandolo) il trash da salotto televisivo in quello della quotidianità borghese, che diventa così una farsa grottesca (meccanismi e esiti identici a quelli che si ritrovano in Il dio del massacro, per esempio). I protagonisti si accapigliano attorno a uno status symbol di per sé senza valore (vuoto) in quanto rappresenta esclusivamente un riflesso di un malessere più profondo che pian piano viene a galla, fino a una soluzione finale, che forse una vera soluzione, dopo tutto, non è.
«Arte» è un’analisi lucida e dolente sulla natura dei sentimenti e dei meccanismi, spesso oscuri, che li mettono in moto.

Yasmina Reza «Arte»

Yasmina Reza
«Arte»
Traduzione di Federica Di Lella, Lorenza Di Lella
Piccola Biblioteca Adelphi
2018, pp. 101
isbn: 9788845933134

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