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Giovanni Alfieri ci svela la Milano Sotteranea

Fino al 2 novembre da Camera Chiara a Milano è in corso la mostra fotografica di Giovanni Alfieri, scatti inediti di una Milano sommersa.

Il fotografo milanese da anni si dedica professionalmente alla fotografia delle architetture industriali, nel suo percorso ha sviluppato un progetto dedicato ai luoghi sotterranei della città di Milano, da qui il titolo: Milano sotterranea, la vita nascosta di una grande città. Una serie di scatti inediti che svelano luoghi poco sconosciuti: cripte, fognature, tunnel, acquedotti, stazioni elettriche, scavi della linea metropolitane, chiese, centrali di teleriscaldamento e caveau di banche. Giovanni Alfieri è una persona curiosa e sempre pronta alla sperimentazione, oltre a dedicarsi agli scatti artisti lavora come fotografo specializzato nella fotografia industriale e di architetture .

Chi è Giovanni Alfieri?
Un curioso, attento al mondo che lo circonda, che cerca di mostrarlo agli altri dalla sua prospettiva.

Come e quando nasce il progetto Milano sotterranea?
Il progetto nasce molti anni fa, ho scattato fotografie per circa un anno e mezzo, ho scelto di esplorare quello che rende possibile, a oltre un milione di persone, di convivere e prosperare, dai trasporti alla gestione delle acque e dell’energia, solo per parlare del mondo attuale. Andando indietro nel tempo ho trovato tracce di opere di difesa, cimiteri paleocristiani, battisteri dello stesso periodo, chiese che spaziano tra i secoli. Tutte le foto sono state scattate in grande formato, che significa utilizzare negativi che sono di 10×12 o 13×18 centimetri, e una macchina che ricorda quella dei fotografi dei primi ‘900 con il panno nero sulla testa: i risultati sono impagabili, la qualità che si ottiene in stampa è, a tutt’oggi, pressoché inarrivabile.

Quali luoghi hai ritratto?
Fognature, acquedotti, il passante ferroviario, le stazioni elettriche, gli scavi della metropolitana linea 3 di Milano, le prime dorsali a fibra ottica ma anche chiese, centrali di teleriscaldamento, negozi, caveau di banche e molto altro.

Come sei entrato in questi luoghi inaccessibili al grande pubblico?
Ho bussato a tante porte e ho chiesto per favore, argomentando le mie richieste, sembra banale, ma ha funzionato. Ho avuto la fortuna di incontrare persone che hanno creduto nel progetto, e ho potuto iniziare ad accumulare scatti interessanti, cosa che ha poi facilitato molto il progredire del lavoro.

Lavori su commissione nella settore della fotografia industriale e di architetture. Di cosa si tratta?
La ricerca per ogni fotografo è cruciale, e occupa molto tempo, si può dire che sia un processo continuo, a prescindere dal fatto che si scatti, però i lavori commerciali sono quello che permette di vivere. Le aziende hanno bisogno di immagini per comunicare: io le fornisco, sia che siano industrie o studi di architettura, o altre attività. Si va dalla foto di prodotto, a quelle delle linee di produzione, agli edifici, oltre alle persone che lavorano per le aziende, in tutte le posizioni. E’ affascinante, ho l’occasione di vedere palazzi e case bellissime, e, il giorno dopo, passare ore in acciaierie, o magari pozzi di petrolio è una varietà di sfide che trovo molto stimolante. Oltre alle foto giro anche video time lapse di lunga durata, ho messo a punto un sistema proprietario che mi consente di seguire le riprese da remoto: per ora il record è di 19 mesi. Questo tipo di video è molto utile come strumento di marketing, perché permette di mostrare in pochi minuti azioni molto complesse, ed è efficace, cattura l’attenzione dello spettatore.
www.time-lapse.it

 

Milano sotterranea, la vita nascosta di una grande città
GIOVANNI ALFIERI
Fino al 2 novembre
CAMERA CHIARA
Via Giorgio Jan 10
Orari dalle 9 alle 13

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