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SIFest 2018. Fotografia e contemporaneità, parlano i curatori del festival di fotografia più longevo d’Italia

©Giulia Mangione, Halfway Mountain. ©Giulia Mangione, Halfway Mountain.
©Giulia Mangione, Halfway Mountain.
©Giulia Mangione, Halfway Mountain.

In occasione della XXVII edizione del SIFest, On being now, abbiamo intervistato Roberto Alfano e Laura De Marco, che con Christian Gattinoni compongono la direzione artistica della rassegna fotografica più longeva d’Italia, che si svolge a Savignano sul Rubicone (RN), dal 14 al 30 settembre 2018. www.sifest.it

Con l’avvento di telefoni cellulari di ultima generazione, che incorporano anche potenti macchine fotografiche, è facile per chiunque trasformarsi in “fotografi”. In questo contesto, qual è la ragione che spinge a continuare sulla strada di rassega come il SIFest?

Laura, Roberto: Proprio perché la fotografia è, almeno all’apparenza, alla portata di ognuno, le rassegne sul tema diventano necessarie in quanto occasioni di riflessione sullo stato della fotografia come linguaggio artistico, e occasioni di dialogo fra “addetti ai lavori” e pubblico generico di semplici appassionati: qui si può capire la differenza tra catturare un’immagine con il cellulare, e il fare fotografia, utilizzando uno specifico linguaggio che muta nel tempo le sue caratteristiche.

Inoltre, visitare le mostre di fotografia permette di apprezzarne gli allestimenti, di entrare nella narrativa del lavoro del fotografo, nella sua organicità, in maniera più completa di quanto non lo permetta il vedere quella stessa immagine in formato digitale sul computer.

In Italia ancora manca una cultura fotografica di base, che permetta di apprezzare la fotografia come forma d’arte a tutti gli effetti. In questo panorama che ci vede indietro rispetto ad altri Paesi europei e non, come si inserisce il SIFest?

Laura, Roberto: si inserisce azzardando, nel senso che, considerando la mancanza di cultura fotografica (imputabile principalmente alle scuole, dove non esistono corsi in tal senso), il festival diventa uno strumento per proporre al pubblico tematiche e linguaggi ai quali non avrebbe altrimenti accesso, anche perché in Italia, a livello di mostre di fotografia, si incontrano sempre gli stessi grandi nomi ormai storicizzati, ma non si riesce a proporre al pubblico niente di nuovo; e non sempre è facile, per i meno esperti, costruirsi una mappa di luoghi “alternativi”, dove scoprire la fotografia d’avanguardia. Il nostro azzardo è stato proprio quello di proporre al pubblico una pluralità di temi e linguaggi nuovi, così da offrirgli la possibilità di ampliare la sua conoscenza in materia e magari anche incoraggiarlo ad approfondire. In sintesi, non vogliamo offrire intrattenimento ma cultura e riflessione.

Laura De Marco, courtesy Savignano Immagini
Laura De Marco, courtesy Savignano Immagini

Come si è sviluppato il rapporto con la città?

Laura, Roberto: la committenza ci ha dimostrata fiducia sin da subito, e questo ha certamente contribuito a sviluppare un clima collaborativo efficace e produttivo. Da parte nostra, abbiamo da subito lavorato per stimolare la curiosità verso nuovi autori e nuovi temi, e abbiamo trovato ascolto.

Per quanto riguarda il pubblico, dopo ventisette edizioni del festival, lo considera ormai un appuntamento abituale nella vita della città, per cui segue con attenzione e curiosità. Anche se vorremmo coinvolgerlo molto di più, e in quest’ottica dal prossimo anno svilupperemo ulteriori momenti d’incontro e confronto, ad esempio con appositi laboratori. Ma su questo stiamo ancora lavorando, il nostro progetto artistico è cominciato quest’anno, e tecnicamente occorre tempo per svilupparlo nella sua totalità.

In chiave di apertura del SIFest, avete immaginate collaborazioni con altre rassegne “gemelle”, o istituzioni del campo della fotografia?

Laura, Roberto: in realtà, una rete di collaborazioni già esiste, perché il festival è inserito in “Sistema Festival”, la rete promossa dal Ministero della Cultura e che raggruppa i cinque principali festival fotografici italiani: oltre al biglietto unico già in vigore, si sta studiando la possibilità di unire le risorse e produrre mostre in collaborazione. Al momento, comunque, il portale offre una completa informazione al pubblico sullo svolgimento dei festival. Che noi integriamo distribuendo una pubblicazione gratuita, con le mostre e gli appuntamenti di Savignano. Senza dimenticare le visite guidate a cura degli stessi fotografi, momenti di incontro informali e “amichevoli”, che stimolano molto il pubblico e lo interessano, incoraggiandolo a porre domande, a essere parte del festival. Che in fondo, è quello che vogliamo.

Per il futuro, come SIFest, vorremmo avviare collaborazioni con le scuole europee di fotografia, portare qui docenti e studenti, e farli confrontare con il pubblico, fargli conoscere come evolve il linguaggio fotografico, quali sono le visioni peculiari che ogni Paese ha in merito. A supporto, stiamo pensando di ampliare la collaborazione con l’editoria fotografica indipendente, e lo spazio riservato quest’anno alle realtà del settore, è stato comunque fra i primi in Italia.

Quali ragioni stanno alla base della scelta del tema di quest’anno, On being now, ovvero vivere il presente?

Laura, Roberto: volevamo proiettare Savignano verso il futuro, ma per muoversi in questa direzione, è necessario partire dal presente, conoscere le sue situazioni. Per questo, consideriamo quella del 2018 una sorta di “edizione zero”, con proposte di riflessioni su una pluralità di temi sociali, ma anche facendo il punto sull’evoluzione del linguaggio fotografico. Un “qui e ora” nel concetto e nel metodo.

Tutte le informazioni: https://www.sifest.it/

Roberto Alfano, courtesy Savignano Immagini
Roberto Alfano, courtesy Savignano Immagini

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