Print Friendly and PDF

Christie’s, I semestre da record. $4 miliardi tra Rockefeller, Private Sales e l’online

christie's

Il primo semestre 2018 di Christie’s vale $4 miliardi, + 35% sul 2017

Sicuramente a contribuire a un tale risultato (il totale più alto per un semestre nella storia della maison) in modo decisivo è stata innanzitutto l’asta dedicata alla collezione Rockefeller conclusasi con ben $835 milioni di venduto: seguita da più di 85.000 persone in tutto il mondo è stata per Christie’s una delle aste più importanti di sempre e soprattutto l’asta di beneficenza con il risultato più alto mai realizzato.

Guillaume Cerutti, Chief Executive Officer, ha commentato: «E’ stato un mezzo anno da record per Christie’s. Ben il 27% dei compratori in questo periodo erano nuovi clienti e abbiamo raggiunto un tasso di venduto molto alto dell’84%.  Siamo molto incoraggiati ora da una serie di grossi mandati di vendita da offrire ai collezionisti questo autunno»

Far crescere il tasso di venduto ad ogni asta è stato infatti l’obiettivo strategico imposto proprio dal CEO Guillaume Cerutti per questo anno.

«Una volta stabilito che per noi il tasso di venduto era la priorità e che era il modo migliore per investire sul nostro futuro (in quanto sviluppa la fiducia dei nostri clienti), ho cercato di mettere in campo tale priorità in ogni categoria e in ogni format di vendita» ha  spiegato Cerutti.

Il primo pensiero che viene nel sentire tale obiettivo strategico è che le garanzie siano state quindi lo strumento primario per raggiungerlo, ma Cerutti ha voluto chiarire fin da subito che questi risultati “Non sono il riflesso di un’attività di sole garanzie. Le garanzie sono in realtà, sul numero di lotti  in totale, solo una manciata. Il successo dipende più dal modo in cui curiamo le nostre aste, come vengono decise le stime e come strutturiamo le nostre vendite online”.

Da quanto viene dichiarato, sembra che da Christie’s solo l’1%“dei lotti venga presentato protetto da garanzie preventive. Cerotti ha inoltre aggiunto che anche la scelta di chiudere la storica sede di Christie’s  South Kensington dedicata ad oggetti di minor valore, è stata proprio per alzare il livello del proprio mercato focalizzandosi solo su “Top Market”,  e quindi conseguentemente anche sul tasso di venduto.

Sono infatti soprattutto i veri masterpieces a guidare questi importanti risultati.  Sono state raggiunte cifre record con una crescita del 32% di nuovi clienti che puntano esclusivamente a queste opere sul Top market e  in questa sola metà anno già 55 opere sono state vendute a oltre 10 milioni, ovvero l’80% dei lotti totali più alti battuti fra le varie aste in questo periodo.

chrsitie's- release

Tuttavia un dato abbastanza interessante che emerge dal report e alquanto significativo del cambio di strategie e dinamiche che stanno ormai adottando tutte le case d’asta, è il significativo numero di private sales condotte in questo mezzo anno che, sebbene non ancora strutturate con un dipartimento autonomo come accade da Sotheby’s da alcuni anni, sono cresciute del + 151% per un totale di  $390.3 milioni $.

Tuttavia anche qui Cerutti ha voluto chiarire la natura di questi dati,  attribuendo il tutto più a nuovi clienti che si sono introdotti e a richieste pervenute post-asta,  quando non riuscivano ad aggiudicarsi il lotto desiderato.

«Quando hai molti nuovi compratori – ben il 27% dei clienti di questa metà anno era nuovo in asta – hai molte più opportunità anche di transazioni in privato. Questo significa che se il cliente è l’underbidder ma vuole davvero un’opera di quel preciso artista, può essere ottimo per una private sale: molto spesso siamo infatti in grado di proporre un oggetto, certo non identico perché si tratta di pezzi unici, ma che possa comunque piacergli».

Ad oggi questi risultati sembrano indicare in Christie’s la casa d’aste leader del mercato. Si vedrà il 6 agosto quando anche Sotheby’s, la principale competitor, renderà noti i suoi risultati. Christie’s, non essendo una società quotata in borsa, non avrebbe l’obbligo di rendere pubblici i risultati delle proprie performance, infatti rende noto solo una accurata selezione di dati il più possibile positivi, che non offrono però una visione pienamente trasparente sulla sua operatività.

Ad esempio dichiara di aver battuto l’80% dei lotti “highest selling”, tuttavia non specifica quale sia il livello di riferimento per definire le vendite più alte tali e sopra quali cifre si stia parlando.

ONLINE IN CONTINUA ESPANSIONE

Continuano a crescere invece le vendite online, settore in cui solo recentemente Christie’s sta dimostrando di credere davvero,  ad esempio anche con il recente Art Technology Summit, il primo in assoluto organizzato in materia.  In totale la spesa online è stata di $119.7m combinando i risultati delle specifica piattaforma live sul web di Christie’s LIVETM ($82m) e delle aste solo online ($37.7 milioni, con una crescita del 50%).

47 è il numero di aste online che si sono tenute in questa prima metà anno, di cui un terzo di volume è rappresentato dai lotti della collezione Rockefeller venduti online. Il tasso di vendita online è salito dell’87% con un prezzo medio per lotto attorno ai $8,483. Curioso da dove si connettono di più i collezionisti anche se si tratta di spendere qualche migliaio fino a milioni di euro: 44% del traffico web viene da cellulare, con una crescita del 19%. Inoltre per il secondo anno di fila Christie’s può vantare di essere stata menzionata fra le prime nella classifica di Hiscox sulle piattaforme online d’arte.

Christie’s però dimostra con i suoi risultati che il vero valore delle vendite online non è tanto nelle commissioni, ma nello sviluppo di nuovi clienti: il 40% dei compratori online sono stati nuovi clienti per la casa d’aste, che riesce dunque attraverso il web quindi a rompere molte barriere e rendere il mercato delle aste  più “accessibile”.

I RISULTATI NELLE VARIE ZONE DEL MONDO

Nella prima metà del 2018 i clienti americani hanno rappresentato il 45% delle vendite, quelli asiatici il 24% e gli EMERI (=Europa, Russia, Medio Oriente e India) il 31%. Queste percentuali si sono mantenute anche nell’asta della collezione Rockefeller, dove curiosamente i collezionisti orientali, solitamente i più attivi sui top-lot e masterpieces occidentali, hanno contato solo per il 12%, mentre molto più forte è stata la presenza americana ed europea.

Per quanto riguarda i risultati nelle singole regioni in America le vendite hanno realizzato ben  £1.57 miliardi, pari al 59% delle vendite totali della maison,  con una crescita del 36% ($2.13 miliardi, +45%).

Su tali risultati ha influito soprattutto la memorabile asta della collezione di Peggy e David Rockefeller, che da sola ha totalizzato $835,111,344, 100%, con top lot come  un Picasso Fillette à la corbeille fleurie battuto a $115,000,000 o le Ninfee di Monet per $84,687,500.

Importanti cifre sono state realizzate anche nelle seguenti aste primaverili di Impressionist & Modern, e Post-War& Contemporary Art che insieme hanno fatto un totale di $961,006,000, con una crescita del 14% rispetto alle stesse aste del maggio 2017.

Per quanto riguarda l’EMERI (=Europa, Russia, Medio Oriente e India) il totale è stato di £782.9m, ovvero il 29% delle vendite di questo mezzo anno, ma con un ribasso del 4%, ($1.06milioni, – 6%).

In Asia invece le vendite sono salite a £306.4m  con una consistente crescita del 24% ($416.7m, + 33%), anche se rimane solo il  12% del mercato. I compratori asiatici stanno diventando in realtà sempre più decisivi perchè più desiderosi di investire nell’arte occidentale e in particolare nei suoi grandi capolavori, soprattutto nel segmento Impressionist& Modern.

Come ha osservato anche il CEO Cerrutti:  “In certe categorie come l’Impressionismo e l’arte moderna, il livello di spesa e la regolarità d’attività dei collezionisti asiatici è assolutamente un fattore chiave per confermare le solide performance di questa categoria. E senza gli acquisti asiatici non avremmo avuto lo stesso successo in questo ambito. Su questo non c’è dubbio. Ovviamente per noi una delle principali priorità è estendere queste vendite anche fuori dalla sola categoria dell’arte impressionista & moderna.

Christies-H1-2018-Updated

PREVISIONI FUTURE

Forte anche di importanti acquisizioni e mandati per le prossime aste, Christie’s prevede di mantenere anche nei prossimi mesi queste solide performance.

A settembre a Londra verrà offerta per esempio una parte della prestigiosa collezione del visionario designer Michael S. Smith, mentre la restante parte verrà subito dopo battuta a  New York. Grande movimento è previsto anche nel mercato asiatico, a cui Christie’s dedicherà a settembre 3 aste a Shanghai.

A Parigi sarà invece la collezione di Juan de Beistegui ad andare all’incanto, con pezzi di arredamenti classico, opere d’arte, libri e gioielli che verranno offerti il prossimo 10 settembre in coincidenza con La Biennale Paris.  Protagonista a  Londra sarà poi il design italiano: nelle aste durante il  London Design Festival Christie’s presenterà opere di Pierluigi Giordano, Paolo Buffa e Paolo Venini.

Ancora Rockefeller  anche per la prossima metà dell’anno, con la collezione di Eugene V. Thaw, per anni advisor di David Rockefeller, che andrà in asta il 30 ottobre prossimo. Infine grandi sorprese (e grandi cifre) sono attese per i consueti appuntamenti di Post- War & Contemporary, Impressionist & Modern, American Art e Multipli e Stampe a Londra e New York fra in ottobre, novembre e aprile 2019 .

Commenta con Facebook

leave a reply

*