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Anna Coliva: “Sempre rispettato gli orari”. La direttrice “sospesa” racconta tutto ad ArtsLife

Anna Coliva Anna Coliva
Anna Coliva
Anna Coliva

Anna Coliva affida ad ArtsLife le sue riflessioni dopo la vicenda che l’ha vista protagonista dopo la sospensione dalla direzione della Galleria Borghese di Roma, ruolo nel quale ora è stata reintegrata

La palestra è stato solo un richiamo ad effetto dei titoli per assimilare volutamente la vicenda ai furbetti del cartellino, argomento molto adatto a suscitare indignazione e ridicolo. L’ho frequentata infatti, ma sempre nelle ore del pranzo (degli altri) e usando la mie moltissime ore di recupero”. Anna Coliva affida ad ArtsLife le sue riflessioni dopo la vicenda che l’ha vista inopinatamente protagonista nelle ultime settimane, e che hanno portato alla sua sospensione dalla direzione della Galleria Borghese di Roma, ruolo nel quale ora è stata reintegrata in attesa degli sviluppi dell’inchiesta. “All’origine”, ricorda lei stessa, “una denuncia anonima per allontanamento dall’ufficio che il ministero ha ritenuto di non cestinare ma trasmettere alla magistratura per le indagini. Allontanamenti per motivi del tutto legittimi e d‘obbligo per le mie mansioni: incontri istituzionali, convegni su temi molto specifici, controllo di cantieri, preparazione delle mostre. Ruolo che non è, in nessun museo del mondo, lavoro di scrivania. Soprattutto in un museo con una intensa produzione scientifica e di valorizzazione come il nostro”.

Galleria Borghese
La Galleria Borghese, a Roma

Come anche noi abbiamo a più riprese sottolineato, l’allontanamento della direttrice dal museo aveva immediatamente suscitato proteste a livello internazionale, con una petizione sottoscritta da rappresentanti dei più grandi musei del mondo, dal Louvre alla National Gallery di Londra. “L’assenteismo”, puntualizza ora Anna Coliva, “dunque non c’entra affatto, e poiché c’erano delle regole di timbratura da rispettare le ho sempre doverosamente rispettate, come ho sempre rispettato tutte le regole anche quando non condivisibili. Ma questo i giudici che sanno fare il loro lavoro lo accerteranno. Qui però è intervenuta la cosa madornale: l’apparato ministeriale, invece di attendere come di norma l’esito dell’inchiesta, l’ha anticipata con il massimo della sanzione possibile, proprio come se quelle cose le avessi commesse. Ciò h scatenato la reazione in tutto il mondo musei, cultura, pubblico, con una intensità e con motivazioni che a questo punto costituiscono un fenomeno ben più rilevante del mio caso personale. Si è anche percepita la pretestuosità della punizione, forse una volontà di fermare alcune iniziative di grande importanza e che possono coinvolgere tanti diversi interessi. Oltre che l’agire nelle more di una vacanza di potere politico”. Cosa succederà ora?Ho fatto ricorso e pertanto l’efficacia della sanzione è stata forzatamente sospesa. Ora non resta che attendere lavorando come sempre”.

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