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Da Boetti a Kosuth. More than words: le parole nell’arte, a Londra

Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni

“Ritengo che il fondamento della mia pratica sia la creazione di significato”

Joseph Kosuth

More than words. Le parole nell'arte, Mazzoleni Londra
More than words. Le parole nell’arte, Mazzoleni Londra

Ancora qualche giorno per visitare “More Than Words”, la collettiva che Mazzoleni presenta -fino al 18 maggio- nel suo spazio londinese di Mayfair. Curata da Daniela Ferrari, la mostra propone oltre 30 opere di artisti italiani e non, per cui la parola ha costituito un elemento espressivo fondamentale.

Pittura, fotografia, collage e neon: le opere in mostra spaziano dalla fine degli anni ’50 ad oggi. Alcuni dei protagonisti sono Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Lucio Fontana, Emilio Isgrò, Piero Manzoni e ancora artisti internazionali del calibro di Cy Twombly, Joseph Kosuth e Jannis Kounellis.

More than words. Le parole nell'arte, Mazzoleni Londra
More than words. Le parole nell’arte, Mazzoleni Londra
Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni
Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni

>> L’uso della parola o delle lettere come parte integrante dell’opera è una pratica che risale all’antichità e che ha sicuramente assunto una rilevanza fondamentale nel periodo delle Avanguardie, per poi esplodere nella ricerca portata avanti dagli artisti contemporanei nelle sue più diverse forme (poesia visiva, arte concettuale, narrative art).

Concept, light, dictionary, pop, time, philosophy, chirography. Queste le parole chiave che accomunano gli artisti in mostra e sono il focus dei loro lavori, tra i quali la mostra punta a sottolineare le affinità e il diverso potere che ognuno ha saputo attribuire alla parola, attingendo al mondo della comunicazione verbale, letteraria, filosofica o poetica.

Parola come domanda e affermazione, come messa in evidenza dello scrutinio del pensiero. 

Dal neon #II49 (On Color/Multi #9) del 1991 di Kosuth che “recita” la frase The coloured intermediary between two colours alla poetica -sempre appartenente alla sfera dell’Arte Concettuale- di Bochner, che si esprime nei testi dipinti con frasi in diverse lingue. Cosa potrebbe poi parlarci meglio di linguaggio e parole dei piccoli e coloratissimi Arazzi di Alighiero Boetti (guarda qui le immagini della grande mostra in corso ad Asti), in cui il tempo della realizzazione e della tessitura -da parte degli artigiani Afgani e Pakistani di cui l’artista si è avvalso negli anni- scandisce il senso dell’opera stessa?

More than words. Le parole nell'arte, Mazzoleni Londra
More than words. Le parole nell’arte, Mazzoleni Londra
Joseph Kosuth, #II49. (On Color/Multi #9)’, 1991 The coloured intermediary between two colours
Joseph Kosuth, #II49. (On Color/Multi #9)’, 1991
The coloured intermediary between two colours

Piero Manzoni incentra invece parte della sua ricerca sull’alfabeto e sulla sequenza delle lettere, nell’opera in mostra le lettere ABCD sono disposte e ripetute su tre colonne, dipinte con inchiostro e caolino su tela. Lo stesso accade nelle scritture asemantiche di Dadamaino, gli Alfabeti della mente, con cui l’artista -tra il 1976 e il 1979- ha codificato il suo personale alfabeto, del quale in mostra sono presenti le Lettere 4, 7 e 10.

Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni
Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni
More than words. Le parole nell'arte, Mazzoleni Londra
More than words. Le parole nell’arte, Mazzoleni Londra

L’eredità surrealista della scrittura automatica di André Breton sta a monte della ricerca delle opere di Twombly -incluse quelle su carta in mostra, Delian Ode 18 (1961) e Untitled (1976)- e nei lavori tra pittura e scultura di Novelli, legati anche all’informale, che si sviluppava in quegli anni tra Europa ed America.

Valore filosofico, ironia e assenza. Questi i motivi che hanno portato rispettivamente Vincenzo Agnetti, Salvo ed Emilio Isgrò a fare della parola il punto cardine della loro parabola artistica: mentre per il primo le parole sono impregnate di un senso filosofico, lo dimostrano le frasi riportate nelle tele -in mostra Sorpreso nel buio dello stupore attendeva la dimenticanza (1971)- per quest’ultimo la parola cancellata diventa -proprio attraverso la negazione- ancora più potente di quella scritta.

Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni
Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni
More than words. Le parole nell'arte, Mazzoleni Londra
More than words. Le parole nell’arte, Mazzoleni Londra

Non da ultimi Rotella e Schifano -testimoni dell’avventura pop italiana- mettono il focus sul potere del messaggio che può scaturire da una parola o da un’immagine: tra marchi, lettering, manifesti e fotogrammi cult della storia dell’arte. In un mare di artisti storicizzati i due giovani artisti Rebecca Moccia e David Reimondo riflettono poi sulla parola e sul suo significato nel contemporaneo, cercando di recuperare la ricerca storica dei “grandi” fatta in passato e arrivando ai giorni nostri.

More than words. Le parole nell'arte, Mazzoleni Londra
More than words. Le parole nell’arte, Mazzoleni Londra
More than words. Le parole nell'arte, Mazzoleni Londra
More than words. Le parole nell’arte, Mazzoleni Londra

More Than Words

a cura di Daniela Ferrari

Mazzoleni – Londra

23 febbraio – 18 maggio

27 Albemarle Street, London, W1S 4HZ, UK

london@mazzoleniart.com

Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni
Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni
Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni
Allestimento, More Than Words | Courtesy: Mazzoleni

Artisti in mostra:

Vincenzo Agnetti | John Baldessari | Mel Bochner | Alighiero Boetti | Dadamaino | Tracey Emin | Lucio Fontana | Emilio Isgrò | Joseph Kosuth | Jannis Kounellis | Piero Manzoni | Rebecca Moccia | Gastone Novelli | David Reimondo | Mimmo Rotella | Salvo | Mario Schifano | Cy Twombly

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